Carlo Recalcati, decano degli allenatori italiani, ha annunciato la sua rinuncia definitiva al ruolo di coach. Il settantatreenne allenatore milanese, indimenticata bandiera canturina da giocatore, ha preannunciato attraverso le colonne de “La Prealpina” la sua determinazione. Unico coach ad aver vinto tre scudetti su tre panchine diverse (Varese, Bologna sponda Fortitudo e Siena), ha vinto una Supercoppa Italiana con i toscani. Come C.T. della Nazionale, argento alle Olimpiadi di Atene 2004, bronzo ad Eurobasket 2003 in Svezia, oro ai Giochi del Mediterraneo 2005, ad Almeria. Due volte Miglior Allenatore di Serie A, nel 1999 (Varese) e 2004 (Siena), dal 2007 è membro dell’Italia Basket Hall of Fame.

Se i titoli guadagnati sui parquet italiani e internazionali rendono la cifra tecnica di Recalcati, forse non raccontano abbastanza di questo uomo dalla schiena dritta, capace di tenere testa all’evoluzione (o involuzione) della pallacanestro italiana, ormai ostaggio da troppo tempo di sé stessa, dei procuratori, di personaggi improvvisati alla testa di società spesso più che traballanti. Un uomo d’altri tempi (nell’accezione più bella del termine) in grado di adattarsi – non senza sforzi – ai mutamenti tecnici, economici e comportamentali di un basket profondamente diverso da quello che lo vide protagonista quale giocatore. Come dimenticare la rinuncia ad allenare Cantù in agosto 2017, dopo il rinnovo propostogli dal controverso patron Gerasimenko? Oppure le sue dimissioni dalla panchina Auxilium Torino, dopo 20 giorni dal subentro a Banchi, lo scorso anno? Gesti dall’elevato significato simbolico, di fronte a situazioni sicuramente anomale, a cui molti suoi colleghi avrebbero comunque fatto buon viso…

Ho l’onestà intellettuale di rendermi conto che è giunto il momento di guardare solo le partite“, ha dichiarato a ” La Prealpina“. Non solo una questione di età; crediamo che un uomo come Recalcati abbia qualcosa ancora da insegnare al mondo del basket; ciò che ha fatto come giocatore e allenatore resta e non verrà dimenticato. Quel che sta facendo ora, salutando con la signorilità di sempre un ruolo così ben cucito addosso a lui, sia d’esempio presente e futuro agli attori del basket nostrano, ad ogni livello. In questo basket forse troppo urlato, ma poco difeso; tanto ben spiegato, ma in calo preoccupante di popolarità; così smanioso di accaparrarsi l’uovo oggi, da rinunciare con apparente leggerezza alla gallina domani, di uomini come “Charlie” si avvertirà sempre più la distanza. Per questo pensiamo che chiunque ami veramente il basket, al di là di colori e bandiere, possa solo unirsi alla redazione e ai lettori di Baskettiamo.com nel ringraziare e salutare un coach vincente ed un uomo di sport leale e coerente quale è e rimane Carlo Recalcati.