La prima Fortitudo di Luca Dalmonte è una Fortitudo vincente e, ironia della sorte, vincente con una difesa. Quella a 1’50” dalla fine della partita che costringe Pesaro alla infrazione di 24″ sul 70-73. L’effetto di quella difesa è la tripla di Withers (70-76) e la confusione in cui entra Pesaro nel finale che porta i padroni di casa a non trovare più il fondo della retina negli ultimi 120 secondi. Oltretutto la vittoria viene su un campo tradizionalmente ostico e altrettanto tradizionalmente ostile, quindi, di conseguenza, una bella vittoria anche per la tifoseria. Una vittoria maturata in trasferta e lasciando 70 punti segnati all’avversario ( ricordiamo che nell’ultima uscita i punti subiti, a Brescia, furono 99).

La difesa: quella illustre sconosciuta che per dieci turni ha portato la Fortitudo a racimolare figuracce e centelli ( sia in Italia, sia in Europa) e che ancora una volta invece si dimostra la fase del gioco forse più importante. Importante perché è proprio dalla metà campo dove “si suda” che poi nascono le risorse per produrre anche le cose migliori nella metà campo dove si produce lo show. E in una partita dove l’equilibrio ha regnato pressocché sovrano, raccontare che l’episodio che sposta l’ago della bilancia avviene in difesa è cosa rara, ma ciò nondimeno di grande rilievo.

La disamina dopo la prima in panchina di Dalmonte se vogliamo è più generale ( perchè giustamente non deve soffermarsi sull’episodio) ma altrettanto importante: “abbiamo giocato una partita solida non rimanendo condizionati da un errore, pur avendo fatto diversi sbagli. Ma, come ho detto, non ci siamo fatti condizionare dagli errori e abbiamo avuto la capacità di reagire. E reagire da squadra, non individualment. Reagire tutti, non uno, due o tre. Questo ci ha permesso di costruire la partita possesso dopo possesso rimanendo sempre presenti dentro il campo, tutti insieme.  Abbiamo giocato applicando delle idee anche in attacco, benché con alterni risultati. Anche a livello difensivo abbiamo fatto cose buone e altre meno buone. Ma se tutti siamo dentro alle regole, abbiamo una speranza di essere competitivi”

Fatte queste doverose premesse in punto cronaca è necessario dire che la partita si è sviluppata con uno spartito abbastanza lineare; la gara è sempre stata in equilibrio, come dice il coach bolognese, con un massimo differenziale tra le due squadre di non più di due possessi ( a dire il vero nell’80% del tempo a vantaggio di Bologna), ma con un importante distinguo tra l’apporto dei singoli. Bologna h avuto diversi interpreti in diversi momenti, Pesaro si è affiata al più a poche individualità. Questo ha probabilmente permesso a Bologna di arrivare ai minuti finali con più alternative.

Nelle fasi iniziali Bologna ha avuto discrete cose da Fantinelli ( poi scomparso nel seguito del match) e da Happ. nel secondo quarto un discreto Banks in fase realizzativa ( che a dire il vero alla fine è stato anche molto al servizio dei compagni e gli 8 assist a referto lo testimoniano), nel terzo periodo alcuni buoni sprazzi di Capitan Mancinelli ( soprattutto in apertura) e nell’ultimo quarto il miglior Totè della stagione ( 15 punti e 6/6 dal campo). Dal canto suo, viceversa, Pesaro non ha trovato grandi protagonisti se non il buon contributo dell’Ex Delfino ( 17 per lui con 5 assist e 6 falli subiti) e discrete cose da Massenat ( 19 con 8/12 dal campo) e di tanto in tanto da Cain ( 11 con 4/4 dal rettangolo).

E’ corretta l’analisi di Dalmonte quando parla di grande equilibrio. Il massimo vantaggio esterno è infatti raggiunto con il finale (70-78) dopo un +6 in chiusura di primo periodo (15-21). Pesaro, da canto suo ha sorpassato in alcune occasioni senza però mai oltrepassare il possesso di vantaggio. Ha sempre rintuzzato i tentativi di allungo di Bologna ( diverse volte a +4 e +5) senza però mai dare l’impressione di poter ruotare l’inerzia di una partita che è sempre sembrata nelle mani degli ospiti.

Gli errori di Robinson, la serataccia di Filloy, l’alternanza di Filipotivity che pur chiudendo con cifre ragguardevoli non ha dato un contributo lineare lungo l’arco dei quasi 36 minuti di utilizzo, dimostrano le difficoltà incontrate dai padroni di casa e i meriti di una Fortitudo finalmente concreta, ma che non ha avuto il merito di provare a chiudere la partita benché in diversi momenti ne abbia avuto l’occasione.

Di certo la strada per la effe scudata è lunga, ma con una gara da recuperare ( quella con Reggio Emilia, difficile ma non impossibile e che si recupererà all’Unipol arena il prossimo 16.12) e una ritrovata convinzione nei propri mezzi, un posizionamento tranquillo in una classifica comunque corta non è impossibile da raggiungere, anche in tempi brevi.

CARPEGNA PROSCIUTTO PESARO – LAVOROPIU’ BOLOGNA 70-78 ( 15-21) (34-34) (54-57)

VL Pesaro: Filloy 5 ( 1/1, 1/5), Delfino 18 ( 1/5, 3/7), Robinson 4 ( 2/6, 0/4), Massenat 19 ( 6/8, 2/4), Filipotivy 10 ( 3/5, 1/5), Tambone (0/3, 0/1), Serpilli ne, Basso n.e., Zanotti 4 ( 2/3, 0/1), Calbini n.e., Cain 11 ( 4/4), Drell n.e. All. Repesa.

Fortitudo Bologna: Aradori 9 ( 2/6, 1/5), Banks 12 ( 1/3, 2/7), Withers 9 ( 0/2, 3/5), Happ 11 (4/8), Fantinelli 6 ( 3/3), Totè 15 ( 6/6),. Palumbo n.e, Fletcher 3 ( 0/1, 1/2), Saunders 8 ( 4/7, 0/3), Dellosto n.e., Mancinelli 5 ( 1/2, 1/3), Sabatini n.e. . All. Dalmonte.

Statistiche di squadra: Tiri da 2 punti : PU 19/35 , BO 21/38. Tiri da 3 punti: PU 7/27, Bo 8/26; Liberi: PU 11/15, Bo 12/14. Rimbalzi: PU 44 ( 30+14, Filipotivy 10), BO 41 ( 30+11, Happ 9), Assist: PU 16 ( Delfino 5), BO 17 ( Banks 8). Valutazione 79-102 ( Cain 22, Banks 22).

Arbitri: Rossi, Sardella e Valzani, voto 6

Pagelline

VL Pesaro: Fillloy 4,5; Delfino 7, Robinson 4, Massenat 7, Filipotivy 6,5, Tambone 5, Zanotti 6, Cain 6. Repesa 6.

Fortitudo: Aradori 6, Banks 7, Withers 6, Happ 6, Fantinelli 5,5, Totè 7, Fletcher 5,5, Saunders 6, Mancineli 6+. All. Dalmonte 7