Prima che si scateni l’orgia del voto per lo AllStar Game, ecco dati interessanti sulla presente stagione NBA.

INFORTUNI. Come ogni anno, si è fatto male Anthony Davis. Il Monociglio è diventato un treno svizzero, puntuale all’appuntamento con il guaio fisico: come sempre dopo una parentesi giocata ad altissimo livello, parentesi che fa gridare al miracolo i suoi tifosi e scuotere la testa ai più assennati giudici. Per giocare a QUEL livello, anche per motivi di scarsa applicazione estiva, Davis deve chiedere al fisico cose che il fisico garantisce solo per brevi periodi. AD, realisticamente, vale 13 dei 37 MM$$ del suo contratto, ovvero, all’incirca, la percentuale di gare che garantisce ai livelli massimi: un terzo del totale. Se diamo un’ulteriore sguardo alla injured list nella sezione Campioni, troviamo altri giocatori che abbinano enorme talento e frequenti assenze. Embiid è attualmente fuori fino a fine settimana, e ha perso già 11 gare su 39; Zion è fuori almeno fino al 25 gennaio, e anche lui ne ha saltate 11 (su 40): altro fisico che non consente troppi voli all’ottimismo (da segnalare che la grande stagione dei Pels sta avvenendo senza Brandon Ingram, fuori dai primi di novembre, solo 8 gare giocate). Al contempo, una fattura si è abbattuta sui Suns: il loro precipitare in classifica (da primi a ottavi/noni in un mese) è dovuto in gran parte agli infortuni di Cam Johnson (out 20 gare and counting), poi di Booker (11 and counting), Payne (11 delle ultime 13 con due tentativi di ritorno anticipato che hanno fatto più danni) e Paul (recentissimo, due sere fa). Restringere la stagione pare non essere un’opzione, tanto più che sono imminenti due ingressi expansion: resta da allenarsi meglio. Fisici “estremi” che hanno una costituzione che guida da una parte (213×127) e caratteristiche di agilità, velocità, dinamicità che guidano nella direzione opposta (quelle sopra sono le misure di Embiid) chiedono tasse pesanti. Di solito sono tendini, cartilagini, schiena (Davis, il “ci vediamo il prossimo anno” Holmgren, Zion), più che fratture o rotture vere e proprie. Nell’ottica del proprio futuro NBA, trovo che abbia fatto molto bene Wanbanyama a lasciare l’ASVEL preferendo buoni soldi ma soprattutto una Ligue tranquilla, con poco impegno europeo, a Parigi, per prepararsi fisicamente agli stress delle 82 gare e 82 voli in breve lasso di tempo che lo attendono dall’anno prossimo come Prima Scelta Assoluta.

EQUIPOLLENZA. Una delle ex-verità della NBA è(ra) quella secondo cui la Western Conference è più forte / molto più forte della Eastern. Il processo di rebuilding ha assunto negli ultimi 10 anni, dalla stagione dell’Anello degli Spurs in poi, forme molto più sensate e costruttive a Est (eccezione che conferma la regola: 76ers) che a Ovest, colpa anche dell’approdo del LeBrone in California. Esaminando per ogni Conference le 12 formazioni che ancora possono avere speranza di post-season, l’Est risulta migliore sia nei picchi che nel totale. Complessivamente le 12 della Eastern hanno un record di 268-213, percentuale del 55.7%; le dirimpettaie occidentali sommano 258-225, record al 53.4%. Quasi 2 punti percentuali e mezzo non sono poca cosa, su un totale di quasi 900 gare. A Est si trova la sola franchigia con il 70% di W, più altre 4 sopra al 60%; per trovare la prima formazione con più di 15 sconfitte bisogna arrivare alla 6’ del seeding (Pacers: tutti i dati al 9/1/23); invece a Ovest non ci sono squadre da 70%, solo due sono sopra al 60% e già la terza in classifica ha più di 15 KO. Esaminando, incrociato, il rendimento extra-conference, il bilancio Est vs West è ampiamente positivo (100 W 85 L), mentre la Western Conference è al filo del 50% contro la rivale (97-95); sono 7 le formazioni dell’Est con bilancio positivo vs l’altra conference, sono 5 quelle dell’Ovest. In quest’ultimo confronto si annidano dati curiosi: i migliori extra-conference sono i Grizzlies (14-3) seguiti da Celtics (13-4) e Bucks (12-4); nel gruppo singolarmente stanno anche i disastrati Lakers (11-7) e i Miami Heat, largamente migliori vs la Western (13-8) che contro la Eastern di appartenenza (8-12).