1 – Dei 16 allenatori dei PO, probabilmente Doc Rivers è il peggiore nelle situazioni in-game. Bravo nel gestire il locker, basta tuttavia accada una delle cose che possono normalmente accadere per mandarlo nel pallone. I 3 precoci falli di Embiid lo han quasi fatto perdere vs WAS. Ha chiuso dietro il primo tempo nonostante Tobias Harris da 28 pti at the half, in 17 mins. E appunto: 7’ di riposo per uno alla miglior serata nei PO della carriera????

2 – Grazie Monty Williams. Per aver tenuto Gara 1 vs LAL sui binari della tecnica. Una delle soluzioni che hanno fruttato la W ai Suns sono stati i tagli flash verso la lunetta per battere i raddoppi sui lati contro Paul e Booker. Ne hanno approfittato soprattutto Bridges e Johnson, e, sugli adattamenti della difesa, anche Ayton nel pitturato.
3 – DeAndre Ayton: miglior lungo della gara nella lotta vs Anthony Davis e Bimbone Drummond. Per il caraibico 21+16 (8 offensivi) nonostante alcune pause che ancora ne minano la continuità. Quando il ragazzo raggiungerà la concentrazione totale, sarà un momento di svolta per la NBA intera.
4 – Un grande film anni ’90, La moglie del Soldato, aveva come colonna sonora The Crying Game. Togliete il pianto aggiungete Flopping: avrete i Lakers. Il livello di puerilità delle sceneggiate di James e compagni ha raggiunto e superato il ridicolo, e diventa offensivo per gli altri e per chi guarda libero dal tifo. Paul si infortuna alla spalla? Anche LBJ sceneggia un infortunio alla stessa parte del corpo, con la rotolata+inginocchiata sul parquet con faccia sofferente che già conosciamo benissimo. Caruso ha raggiunto livelli da minors per frequenza e banalità delle sue finte nel prendere sfondamenti e i colpi che molla a caso in giro. In tutto questo coach Vogel lascia fare, limitandosi a dirigere i cambi degli esterni.
5 – Record di Robert Williams: il centro dei Celtics e le sue 9 stoppate sono il top di un giocatore non starter da quando le stoppate vengono contate. Piccole inutili consolazioni per una squadra che ha pochissimo da dire con Jaylen Brown fuori.
6 – Tantissimi punti in comune tra Steph e Trae. Anche Curry (54 con 10 triple, primo nella storia a farlo) iniziò la sua leggenda al MSG. Stanotte Young ha giocato come Steph, ammutolendo il Garden con il paniere della W e ammutolendo me con la stessa caratteristica che adoro di Steph: i rimbalzi. Per l’ex Oklahoma 32-7-10. Creati da lui 50 dei 107 di ATL.
7 – Sull’ultima azione degli Hawks: aiuto kamikaze e dalla parte sbagliata di Taj Gibson. E lieve ritardo a centro area da parte di Randle nel chiudere. Ma la mossa sbagliata è stata quella del veterano, pet-player di Thibodeau. Inspiegabile e infatti ha messo in confusione anche il difensore primario, che è stato passato in velocità da Young.
8 – 12/38 dal campo, tra cui 3/12 da 3 per la coppia Randle+Barrett. Male al tiro, ma hanno lottato come dimostrano i 23 rimbalzi combinati. Un altro che non ha tirato bene? Il Gallo (3/11, 1/7 da 3), che però potrebbe togliersi molte soddisfazioni quest’anno. Pochi lo hanno notato, ma ATL è entrata nei PO con un record di 27-11 dalla sostituzione in panchina di Lloyd Pierce con McMillan: lo stesso record dei Nets.
9 – Nonostante Mitchell ancora in infermeria, Utah era sopra 31-17 dopo 16 mins di gioco e tutta l’inerzia del mondo: MEM tra fine primo e inizio secondo periodo tirava 4/28. Poi i Jazz ne combinano più di un paio e si fanno tirare in rissa dai Grizzlies. Lasciano a MEM 3 triple apertissime (ok, erano 0/9, ma…), beccano un tecnico alla panchina e un flagrant del Croato. Dillon Brooks, uno dei picchiatori più temuti della NBA a quel punto si dedica al fragile Conley ma esplode anche in attacco (31+7): gara del tutto rivoltata, con grandi colpe dei Jazz. Inutile rimonta eroica con 29 di Bogdanovic nel 2’ half (0 nel primo…).
10 – Infine: con centrocampo titolare formato da Campazzo e Austin Rivers non vai da nessuna parte nella NBA. Molto a rischio la stagione di Denver, molto probabile un nuovo half-miracle di Dame.