Jrue Holiday (Milwaukee Bucks)

Damian Lillard (Portland Trail Blazers)

Bradley Beal (Washington Wizards)

Devin Booker (Phoenix Suns)

Khris Middleton (Milwaukee Bucks)

Zach LaVine (Chicago Bulls)

Jayson Tatum (Boston Celtics)

Kevin Durant (Brooklyn Nets)

Draymond Green (Golden State Warriors

Jerami Grant (Detroit Pistons)

Kevin Love (Cleveland Cavaliers)

Bam Adebayo (Miami Heat)

Ok, abbiamo tonnellate di punti, e almeno 4 giocatori destinati solo a difendere, con l’aggiunta in questa specialità di Middleton. E poi c’è Kevin Love: non ha avuto una stagione positiva, anzi ha avuto a stento una stagione. Però è stato campione olimpico e mondiale con T-USA, e negli ultimi 3 anni si è speso molto in favore di un particolare problema che affligge anche i giocatori NBA e gli atleti pro in particolare: la depressione. Lui e DeRozan sono i più coinvolti nel programma dedicato, e la convocazione ha valore anche di riconoscimento e di simbolo.

Intanto oggi debutta l’Italia, contro PortoRico; il girone di Belgrado è stato decurtato dall’assenza causa Covid del Senegal. Dispiace a livello umano, cambia pochissimo a livello agonistico: le formazioni africane presenti negli altri gironi hanno finora confermato l’abisso che separa il progresso del basket africano a livello individuale e di managerialità (si è appena conclusa la prima stagione della lega “modello NBA” africana) da quello che rappresenta a livello di squadre nazionali: un pianto. Siano allenatori stranieri o no, è incredibile la disorganizzazione delle formazioni: nelle 3 gare finora giocate, Tunisia e Angola ne han presi 32 di media (l’Angola ha perso di 50 col Canada). PortoRico ha guidato per non pochi tratti vs la Serbia, quindi occhio azzurri perché sorprese sono già arrivate: Croazia sconfitta dal Brasile (che guida il girone di Spalato) e Russia messa nei guai (stesso girone) dal Messico. Se si guarda il roster del Canada, si ha sulla carta la finalista olimpica che andrà a sfidare gli USA.