Dopo la cocente ed inaspettata eliminazione nei quarti di finale dei playoff viene analizzata, sulle colonne del Mattino, la situazione in casa bianconera.


Il giorno dopo il colpo da k.o. incassato per mano di Nardò, all’ombra della reggia ci si interroga sul fallimento bianconero nella stagione 2018/19. È innegabile, infatti, che l’eliminazione al primo turno dei playoff della Decò faccia emettere una sentenza di condanna senza appello.

Per un roster allestito per tentare di conquistare la promozione in serie A2 non possono bastare le attenuanti delle condizioni non ottimali di Hassan, Bottioni e Valentini reduci da infortuni. Sul banco degli imputati finiscono tutti, dalla dirigenza allo staff tecnico ai giocatori perché, quando si fallisce l’obiettivo in maniera così clamorosa, è chiaro che sono stati commessi errori ed evidentemente neanche pochi. 

Diventa difficile, inoltre, spiegare come una squadra capace di vincere 27 partite sulle 30 della stagione regolare possa sciogliersi così clamorosamente come neve al sole. D’altronde la serie dei quarti di finale premia giustamente Nardò, vale a dire la squadra che nei 120’ dei tre confronti ha prodotto un basket vincente e convincente. La Juvecaserta ha avuto un unico reale sussulto, nel 2° tempo di gara 1. Poi il buio totale con il tracollo a Nardò ed un mortificante -32 in gara 2 ed una sensazione di sconcertante impotenza in gara 3 al cospetto dei pugliesi privi del play Buonfiglio. Mai un cambio di passo, un innalzamento dell’intensità difensiva risultata spesso, invece, la chiave di volta di molte gare e che aveva fatto la differenza in tante occasioni. È mancata anche la lucidità per effettuare letture offensive più illuminanti, visto che le polveri bagnate oltre l’arco dei 6,75 (alla fine 3/27 da tre punti) consigliavano di attaccare maggiormente il ferro, ancor di più in alcuni frangenti quando Nardò era già in bonus e, pertanto, c’era l’opportunità di recuperare punti dalla lunetta a cronometro fermo.

Ora in casa bianconera si dovranno tirare le somme e capire come e da dove ripartire. La realtà odierna parla di almeno un’altra stagione in serie B per ritentare la scalata alla A2. Ma sempre con il tecnico spezzino Massimiliano Oldoini in panchina oppure l’inevitabile rivoluzione post fallimento partirà dal cambio di guida tecnica? L’accordo tra il coach bianconero e la Juvecaserta prevedeva l’automatico rinnovo solo in caso di promozione, pertanto su un’eventuale conferma potrebbe inevitabilmente pesare l’eliminazione al primo turno dei playoff.

Anche per quanto concerne i giocatori del roster di questa stagione, il naufragio con Nardò inciderà non poco nelle valutazioni societarie ed appare più che probabile un’autentica rivoluzione con al massimo un paio di elementi confermati. Con i playoff in corso qualsiasi mossa è a dir poco prematura, pertanto nelle stanze dei bottoni si susseguiranno non poche riunioni per esaminare con calma la situazione, provando a far sbollire rabbia e delusione del momento.

Andranno poi verificate le intenzioni del main sponsor Decò che, con la prospettiva di un altro campionato di serie B, potrebbe anche rimodulare l’impegno economico, considerando che nella scorsa estate si ipotizzava per il 2019/20 una Juvecaserta in A2.

Al momento restano poco più che chiacchiere le ipotesi di acquistare un titolo di serie A2, con Cagliari che, voci di corridoio, vedrebbero disponibile alla cessione. Tra l’altro sui social molti tifosi bianconeri si sono dichiarati contrari a tale ipotesi, preferendo, seppur a malincuore, restare in serie B per tentare l’assalto alla promozione nella prossima stagione. Secondo molti supporters vincere il campionato potrebbe dare una scossa importante alla piazza, risvegliando la passione per i colori bianconeri, mentre l’acquisizione del titolo rischierebbe di rivelarsi un boomerang. Non c’è dubbio che l’amministratore unico Antonello Nevola prenderà in considerazione tutte le ipotesi, valutando pro e contro di ogni scelta.