Riportiamo, come da autorizzazione del sito Forlibasket.it, il testo dell’articolo pubblicato per far emergere la verità sulla scomparsa della Fulgor 

Premessa: tutto quello che state per leggere è frutto di documenti ufficiali in mano alla redazione di Forlibasket.

“La situazione è precipitata all’improvvisoè, con “non sapevamo” e “siamo rimasti sorpresi”, nel macro insieme delle vaccate cosmiche. Si sapeva tutto prestissimo, quasi subito. Partiamo dall’inizio. Ovvero dalla Chirisi-Boccio. La società operante nel settore del caffè, a quanto dice la sua ragione sociale, viene aperta a giugno 2013. Una società giovane, una startup, che parte con un capitale spropositato, il triplo di quello di Technogym: 27 milioni di Euro. La Chirisi-Boccio entra nel mondo FulgorLibertas presentata da Alberto Bucci che a suo dire non sa nulla di conti, ma è comunque quello che introduce sia Boccio a Forlì sia Bergamini a Rimini nell’affare Riviera Solare. E sia Boccio che Bergamini hanno passati in Svizzera. Paese che stranamente rimbalza in continuazione dentro la FulgorLibertas, visto che è proprio svizzera la Oliclass SA, finanziaria che ben prima dell’arrivo di Boccio diventa fornitrice di servizi mai chiariti dalla FulgorLibertas, e che oggi è creditrice di 30.000 euro. Oliclass torna nell’indagine della procura di Siena che ha chiesto una rogatoria internazionale per capire quali fossero i suoi rapporti con Minucci, presidente di Siena, arrestato per pagamenti in nero e altre cosucce assortite.

Ma torniamo alla Chirisi-Boccio. Già a luglio 2014, appena un anno dopo la costituzione della società e momento in cui Bucci presenta Boccio ai soci (o almeno la versione è questa), basterebbe una visura camerale per vedere che la società Chirisi-Boccio ha sede in un immobile all’asta e che in un anno di attività ha eseguito la bellezza di zero movimenti. Ma si va avanti, si arriva all’affare, si fa certificare da un professionista pare di Cremona che i titoli della Chirisi-Boccio valgono effettivamente 5 milioni di euro (qualche settimana dopo una banca disintegrerà quella vautazione) e si conclude il passaggio di proprietà. Dentro la società, con percentuali infinitesimali, rimangono alcune persone fisiche con quote infinitesimali, e le due società “proprietarie” della FL, la Green Basket e l’Aurora Basket, con una quota di 24mila euro e spiccioli a testa; tenete a mente questa cifra che poi ci torneremo. Quindi, tutto fatto: la Chirisi sale sulla tolda di comando. Mentre Boccio non risulta mai: né come azionista né come dirigente, mentre, di fatto, come confermerà la Chirisi alla Procura Federale in una dichiarazione ufficiale, sarà proprio Boccio, da lì in poi, a prendere tutte le decisioni.

Arriviamo al punto. La Chirisi diventa presidentessa il 10 settembre 2014. Nemmeno il tempo di mettersi a sedere sulla poltrona e comincia l’agonia. Come presidente della FulgorLibertas ottiene il primo protesto su un assegno, causa mancanza di fondi, già il 26 Settembre 2014, appena 16 giorni dopo l’insediamente. Quant’è la cifra? 48mila euro e spiccioli. Che siano i soldi che dovevano servire a liquidare New Green ed Aurora? Non lo sappiamo, anche se la cifra è praticamente identica. Ma è solo un’ipotesi. Rimaniamo sui fatti. Che dicono che in piena campagna abbonamenti (che apre il 15 settembre 2014), mentre i forlivesi consegnano i propri soldi nelle mani della nuova società, già si emettono assegni scoperti per mancanza di liquidità.

E si continua, alla grande. L’ 8 Ottobre 2014, appena 13 giorni dopo, arrivano nuovi protesti per due assegni da 100mila euro l’uno. Risultato: al 8 Ottobre la presidentessa Chirisi, in veste di presidentessa della FL, ha già firmato 3 assegni protestati per complessivi 248mila euro! Una cifra spaventosa. Nel periodo in cui si raccontava la favola Antonutti ed in cui si assicurava che non si potevano emettere assegni perchè i conti erano bloccati. La Chirisi ha emesso altri assegni successivamente? Possibile, così come è possibile che l’esito non sia stato diverso. Certamente, se fosse, l’emettere assegni dopo che si è già protestati per 250mila euro, ci pare una pratica, come dire?, degna di attenzione.

Il tutto apre ovviamente una serie di interrogativi a cui cercheremo di dare risposta nei prossimi giorni, ovvero: perché se già sul pronti e via la situazione è precipitata, si è continuato a tutti i costi fino alla fine dell’anno? Chi ha regalato 40mila euro in una situazione partita già al collasso, e perché questi 40mila euro non sono serviti a coprire i debiti? Chi ha pagato le tasse Nas ad una società poi ritiratasi dal campionato due settimane dopo?

E, soprattutto, come possono dirsi tutti sorpresi se già tre mesi prima del ritiro del campionato, mentre i giocatori attendevano i soldi, mentre Boccio andava e veniva dalla Svizzera (e a volte non da solo…), la presidente della società aveva già firmato assegni scoperti per 248mila euro, in piena campagna abbonamenti?

La situazione non “è precipitata”. E’ stata così, fin dall’inizio.