Non ci sono molte parole per descrivere lo sforzo organizzativo della NBA in Covid-time, tuttavia le nevrosi da pandemia iniziano ad emergere.

1 – Non tanta voglia di giocare lo ASG. In riferimento al concetto che, in Covid-time, è meglio rarefare contatti e spostamenti, potrebbe essere sensato archiviarlo per quest’anno. Ma esistono tanti modi di dirlo e farlo. Sostenere che giocarlo sarebbe uno “schiaffo in faccia” come ha fatto LeBron James è ridicolo e sciocco. Come già la NFL e la MLB anche la NBA affronta nevrosi varie.

2 – Intanto la G-League si imbolla ad Orlando, location ormai consolidata per la Bubble, e gli Warriors decidono di destinare Nico Mannion alla squadra affiliata fino al termine della stagione della lega di sviluppo.

3 – Chi fa pochissimi capricci sono i Portland TrailBlazers: out McCollum (frattura piede), out Nurkic (frattura polso), out Collins (frattura caviglia), out Lillard (strappo addominale). Risposta: schiantati i Sixers a Philadelphia. PHI era priva di Simmons, ma la prova dei Blazers e quella poverissima dei 76ers sono state impressionanti, per motivi opposti.

4 – Injury Report davvero fitto. Oltre a quelli già menzionati quasi ogni squadra ha una delle proprie stelle o giocatori importanti assenti per infortunio nel week-end. Smart, Jaylen Brown, Trae Young, Devonte’ Graham, Markkanen, D-Rose, Jamal Murray, Gary Harris, Paul George, Beverley, Looney, Wall, Oladipo, Wood, Jaren Jackson, Dragic, Towns, SGA, Gordon, Fultz, Saric, Dejounte Murray, Walker IV, Aldridge, Anunoby, Conley. Sono solo i principali, e sono esclusi quelli infortunati all’inizio di stagione. La lista necessaria per rendere la dimensione del problema.

5 – Situazione a parte per KD. Denota come la nostra attenzione in Covid-time sia indice della protezione e cura nei confronti del prossimo. Durant è negativo ai test NBA, quindi lui sarebbe a posto. MA. Una delle persone con cui ha normalmente contatti è risultata positiva, con esito giunto poco prima del match di stanotte vs TOR. Ne è uscita una situazione nevrotica, che ha colto un po’ di sorpresa il protocollo NBA. KD escluso dallo starting five (interrotta striscia di 866), poi ammesso a giocare dal pino, poi richiamato fuori nel terzo periodo e non più rientrato. Le oscillazioni dipendendo dagli esami sull’altra persona. Interrotta anche una striscia di tutti ventelli dall’inizio di stagione.

6 – Tom Thibodeau. Forse a fine anno dovrò ricredermi e dire che TT era il coach giusto per NY in questa fase embrionale della (ennesima) ricostruzione. Il momento in cui bisogna solo mettere ordine e sgombrare la cantina. I Knicks non sono una macchina da guerra, ma al momento sono 8’ ad Est e mettono in mostra 4 giocatori interessanti. Randle, Barrett, Mitchell sono ovvi, meno lo è il rookie Quickley, sg dal rendimento non banale (12 col 37% da 3, MA il 44 da 2 e una extended fg % inferiore a 50) e sul cui non troppo esteso impiego (19 mins) la stampa della Mela ha già iniziato a rompere i maroni (cercate: Fabio Capello+Roma+Scudetto). L’impronta di Thibodeau è che NY finora ha vinto quasi tutti i confronti diretti per i posti bassi della post-season: 2 W vs CLE e 1 su ORL, ATL, CHI.

7 – Rookie of the year 2021? Prima di farsi male Peyton Pritchard a mani basse. Ora che è tornato la sua eventuale affermazione dipende dall’impatto che avrà l’infortunio sulla stagione. Per ora, lui escluso, potrebbe essere Wiseman (anche lui out al momento), considerato il contesto più elevato in cui gioca rispetto ad Haliburton (SAC), il citato Quickley e Edwards (MIN). Ma occhio a Tyrese Maxey.

8 – Caris LeVert si era operato 11 gg fa per rimuovere la massa scoperta nel suo rene dx in occasione delle visite mediche relative alla trade che lo aveva mandato a Indiana. Per la seconda volta è uscito un comunicato asserente non saranno necessari altri trattamenti che le normali cure e attenzioni post-operatorie. Come dice anche CLV: la Harden trade potrebbe aver dato ai Nets una chance per l’Anello, di certo a me ha salvato la vita. God Bless.