Il figlio di John Lucas, il figlio di Wes Unseld (entrambi stesso nome dei loro padri), il figlio di Paul Silas, Stephen (il nome di papà se lo è beccato la sorella, Paula).

La sensazione era che dovesse capitare un affare di famiglia nella corsa ad una delle panchine NBA ancora aperte: ho però sbagliato nel pronosticare fosse il terzo John Lucas uno dei candidati alla panchina degli Houston Rockets; il job è andato a Stephen Silas, che non dovrà spostarsi di molto. Da Dallas scenderà verso Sud, verso il Golfo. Scelta non banale, quella dei Rockets. Per nulla memorabile la carriera di giocatore a Brown University, posto prevalentemente da secchioni, Silas ha iniziato quasi subito ad allenare: nei vari gradi di assistentato è nella NBA da oltre 20 anni, anche se il suo nome non figurava tra quelli degli assistenti destinati a diventare delle Stelle della panchina. In suo favore, però, parlano soprattutto gli ultimi due anni spesi accanto a un coach che non esce mai dalla Top 3 degli allenatori NBA, Rick Carlisle. La sua assunzione porterà un minimo cambio di filosofia nel gioco dei Rockets?  E’ sperabile, almeno a livello di flop e proteste. Due cose sono certe: ridare a HOU un gioco più equilibrato non sarà semplice, dovendo costruire da zero un reparto lunghi. La seconda è che questo rookie head coach dovrà avere spalle ben larghe: sarà quello con cui James Harden inizierà a giocarsi le ultime chanches di vincere un Anello con le proprie forze, visto che La Barba ha già 31 anni.

In un girotondo di conoscenze e posti in comune, arriviamo a BKN dove i Nets paiono i Phoenix Suns 2005 e 2006. Dopo aver assunto come head coach Steve Nash, i nomi dei due assistenti principali (quello tecnico e quello che viene chiamato “mentoring assistant”, ovvero colui che gestisce le relazioni dei giocatori tra di loro, con il coaching staff e la proprietà, con i media e il mondo esterno) sono Mike D’Antoni e Amar’e Stoudemire. Nash e Stoudemire erano compagni allenati da D’Antoni in quei Suns, D’Antoni ha allenato Harden ed ora allenerà Durant che era compagno di Harden a OKC…la NBA è un posto piccolo. La domanda se sarà six seconds or less offense, microball d’antoniano o smallball Nashista, oppure nessuno dei due, è naturale e spontanea. Guardando il roster attuale, si nota che i Nets hanno molti pezzi da mettere sul mercato in vista di potenziali trade: sia per rimodellare del tutto la squadra, sia per arrivare a un Big Three. Tutti, a parte Durant, Irving e i contratti in via di scadenza (tra quelli utili, solo Joe Harris), sono offribili per arrivare a un giocatore come Beal, Towns, Simmons, Embiid. Non ho citato le due Star dei Sixers per caso: altro nuovo assistente di BKN è Ime Udoka, che ha speso gli ultimi due anni a PHI. Udoka è di scuola Popovich: non che gli allenatori usciti dalla forgia di Pop se la passino troppo bene (Budenholzer, Brett Brown, Borrego hanno tutti a livelli differenti fallito  il 2019/20). Le prime mosse di mercato diranno molto sulle intenzioni tecniche ed anche sul raggio di tempo che a Steve Nash sarà dato per vincere: un anno o tre?