Chi si può definire vincitore del Draft 2020? Quali scelte porteranno miglioramenti quasi immediati alle franchigie di approdo? Chi non ha convinto e chi deve considerarsi deluso?

La risposta non è mai semplice, trattandosi di giocatori a malapena 20enni, ma alcune franchigie emergono da subito come baciate da questo Draft. Oggi quindi si parla di chi è soddisfatto e di certo migliorato, a volte anche per insipienza altrui.

GOLDEN STATE WARRIORS. Poche ore dopo aver ricevuto una mazzata, consistente nell’ulteriore infortunio di Klay Thompson durante un allenamento privato (gamba dx, quindi non quella dell’ultimo crociato, ma “not good” secondo Marc Spears), GS ha operato un Draft di rara efficacia. Con la scelta 2 ha piazzato le mani su James Wiseman, lungo dal carattere non facile, ma un sogno atletico per il basket moderno: 213 cm, veloce di piedi e in assoluto, stoppatore eccellentissimo. Oltre al talento del giocatore, anche il fatto di riempire una casella vuota del roster, perfettamente. Hanno poi un quasi certo Steal of the Draft grazie a Nico Mannion: il nostro futuro play della Nazionale è scivolato fino al n. 48, ma è scivolato bene (data la situazione dell franchigi, molto meglio del padre nel 1983); infine hanno selezionato, come draft and stash, Justinian Jessup: il giocatore probabilmente rimarrà nella Lega australiana, ma è un tiratore da 3 notevole, recordman assoluto di Boise State U. nella NCAA per: triple segnate, % da 3, % ai liberi. Quindi stoppate, difesa, atletismo, regia, tiro: non male al Draft 2020 i Californiani del nord.

BOSTON CELTICS. Al netto di un piccolo errore che vedremo, i Celtics si sono adeguati alle necessità dei panieri moderni, brancando 2 dei migliori 5 tiratori puri del Draft: Aaron Nesmith e Des Bane. Hanno anche dato profondità al ruolo di pg nel loro roster (Kemba addio?) con due sorprese. Una molto grande, perchè quasi nessuno metteva Payton Pritchard così avanti, addirittura al primo giro col 26; minore la seconda: l’Israeliano Yam Madar era un late 2nd round annunciato, è velocissimo e spettacolare, è un cardinale del floater ma non è migliore di Nico Mannion, scelto subito dopo. Ecco il piccolo errore dei Celtics. Oltre alla grande scommessa Pritchard.

MINNESOTA T’WOLVES. Ovvio che la prima scelta conti, ma non sono un grande fan di Edwards, che in ogni caso ha potenziale eccellente (ma inferiore a LaMelo). Oltre a lui, i T’Wolves sono andati inizialmente per guardie: l’Argentino Bolmaro (possibile draft and stash al Barca) e Quickley, entrambi buoni talenti, e infine hanno optato per Jaden McDaniel, fratello di Jalen, quasi stesso nome e quasi stesso ruolo di 4 che può giocare sia 5 che 3 nel basket moderno. Sono tutti giocatori, compresa la Prima Assoluta, che avranno bisogno di affinare alcuni aspetti del loro gioco in maniera significativa, garantendo rendimento forse non dal primo momento in campo.

WASHINGTON WIZARDS. Rimanendo instabile la permanenza delle due stelle Wall e Beal, Washington ha tuttavia operato un altro sicuro Steal, con Deni Avdija. L’Israeliano è incomprensibilmente uscito dalle prime 5 scelte, ma è quasi il max cui WAS potesse aspirare. Incerto il centrocampo, Capitol City sta costruendo una front-line d’ottimo livello: Avdija – Hachimura – Bryant da 3 a 5 sono un bel trio.

ORLANDO MAGIC. Date anche le necessità della formazione, ho adorato la loro scelta di Cole Anthony, uno dei miei preferiti al Draft 2020. Pg di gran talento col mestiere nel sangue, ereditato da papà Greg, è giocatore che sa unire ragionamento ad elettricità, cosa che nel ruolo ai Magic manca: Augustine e Watson sono back-ups che fan finta di essere titolari, e iper compassati.