6 gare nella notte NBA: grandi prestazioni, grandi partite, grandi delusioni.

WELLS FARGO CENTER, PHILADELPHIA. NY KNICKS 97 – PHILADELPHIA 76ERS 98
Vi avevamo detto di come New York City tenda a divorare le proprie squadre, e di come i Knicks, dopo un ottimo inizio, abbiano cominciato a imbarcare acqua da tutte le parti. In linea teorica avrebbero tutti i mezzi per poter lottare per posti di rilievo nei PO, e lo hanno dimostrato nel buon inizio, fino alla settimana precedente il Natale. Però raramente quei pezzi lavorano al loro meglio, a cominciare dal management, e gli ultimi 3 giorni sono stati allucinanti. Lunedì D-Rose non va a New Orleans per giocare la partita. Domenica non era andato all’allenamento. Chiamato, non aveva risposto. Lui, non aveva dato notizie, il suo agente nemmeno. Salta fuori Lunedì dopo la gara dicendo di aver avuto affari di famiglia da sistemare a Chicago. Se ci sono state multe, non sono state rese pubbliche. Intanto NY aveva perso contro una squadra di fondo classifica come i Pelicans. In tutto questo, il Melo Piangente (che diceva: se perdiamo è solo colpa mia, se vinciamo è merito di tutti) veniva messo all’indice da stampa e tifosi perché è il secondo peggior tiratore della NBA nei quarti periodi, tra coloro che hanno sganciato almeno 100 tiri (34,5%), il che è un problema per il povero coach Hornacek, dal momento che Melo vuole sempre la palla nel quarto periodo, e l’unico a cui la lascia è Rose (25-2-4 stanotte). Per chiudere la tre giorni, stanotte i Knicks hanno perso a Phila all’ultimo secondo, dopo che a 6’ dalla fine erano sopra di 13, a 2:30 dalla fine erano sopra di 10, e a 1:24 dalla fine erano sopra di 8. Due trasferte ideali per rinascere, abbordabili se non facili per i Knicks prenatalizi, buttate via, e ora NY è lontana 2 gare e mezzo dai PO, e insieme ai Pistons è, tra le squadre ancora in lotta ad Est, quella con più sconfitte (22). Se avessero vinto le due trasferte appena scialacquate, sarebbero a sola mezza gara dagli ottavi, gli Wizards. Stanotte, la rimonta dei Sixers è stata alimentata da tre consecutive azioni da 3 punti: triple di Covington (13-5-4) ed Embiid (di tabella, 21+14), sempre con Melo (28-2-1) a far finta di marcare gli avversari, e un and 1 di Embiid causato da Noah (che, per inciso, sta tirando i liberi peggio di DAJ, in stagione). Che nessuno a Philly, nemmeno i Sixers, pensasse di poterla vincere, e che fosse una gara in totale controllo NY, è testimoniato da due fatti. Primo: a circa 6’ dalla fine appare il premio “turning point of the match” su NBAtv, e si tratta dei 15 pti infilati da Melo nel terzo quarto. Secondo: al momento in cui iniziava la disfatta, con 120 secs circa da giocare, Hornacek aveva ancora ben 5 Time-Outs a disposizione, segno che la gara era stata fino a quel momento tranquillissima. Non fatevi ingannare dalla ultima azione di NY, che poi ha portato al buzzer-beater della pg dei Sixers TJ McCollum (8-6-7 con 2 rec, stellina nascente del playmaking NBA): è vero che Porzingis ha mollato un piccione incapace di ritrovare casa, ma l’attacco era stato, per 19 secs,….Melo che chiede la palla (e non blocca per Rose) – Melo che chiede la palla (e non blocca per Rose) – Melo che chiede la palla (e….

CHESAPEAKE ARENA, OKC. MEMPHIS GRIZZLIES 95 – OKC THUNDER 103
La W contro i Grizzlies è raramente una cosa semplice, sono difficilissimi da battere e sempre pronti a farti rimangiare quel pensiero che loro trovano buffissimo: hai pensato di averla vinta, ormai…e loro ti ridono in faccia. Stanotte sono riemersi 4 volte da svantaggi in doppia cifra e da inerzie sfavorevoli: una tripla di Conley, un fade-away tutto storto di Randolph, un baby-hook di Gasol, un’altra tripla di VinCredible, con la quale Carter è diventato il quinto nella storia NBA per tiri da 3 imbucati, superando Jason Kidd. Però di là c’era Russ (24-13-12), e stanotte nemmeno troppo lasciato solo: Oladipo ha scritto 16 con 4/7 da 3 (le buone % sono una novità stagionale per Victor), Adams+Kanter hanno preso insieme ben 31 tiri, infilandone 14 (combinato di 31+21, ma soprattutto 69’ di tavole, il che vuol dire almeno 21 di una convivenza sempre più possibile), e Jerami Grant ha aggiunto 10 pti a volte di bellezza assoluta.

TD GARDEN, BOSTON. WASHINGTON WIZARDS 108 – BOSTON CELTICS 117
Materia prima abbondante per avere una partita dura: per entrambe le squadre era la seconda di un back-to-back; era il redde-rationem tra Isaiah Thomas e John Wall, vincitore (a scapito di IT4) con parecchie polemiche e punti interrogativi del titolo di Giocatore del Mese ad Est per Dicembre; a dirigere c’erano due tra i tre peggiori arbitri della NBA: Tony Brothers e Leon Wood….mancava allo sciagurato appello solo la gentile Lauren Holtkamp. Gara dura è stata, con strascico polemico anche nel post-partita. I Celtics hanno affrontato la gara ancora privi di Avery Bradley, cui si sono aggiunti Amir Johnson e Jaylen Brown: lungodegenti Young e Zeller, solo 10 erano i corpi in salute a disposizione di Brad Stevens. Lasciando fuori dalla descrizione le (scontate) nefandezze dei grigi, diremo che si è trattato di un progressivo, e lentissimo, riappropriarsi della gara da parte di Boston. I Wizards, secondo noi, hanno una classifica molto superiore al loro reale valore, e anche se al momento sono ottavi e dunque dentro la PO Picture dell’Est, è in primo luogo demerito degli avversari: le crisi tecniche e manageriali di Bulls e Knicks e l’assenza di progressi dei Magic sono i principali motivi della discreta classifica di Capitol City. Boston parte con 8/11 da 3 nel primo quarto, ma anche con 8 perse: il 36-35 del primo periodo fa pensare ad uno shootout imminente, invece gli attacchi si bloccano. Boston riduce le perse (5 globali nei due quarti centrali, solo una nel quarto periodo), ma la difesa non è esattamente ermetica, e Washington prende frequenti piccoli vantaggi (3-5 pti) senza che nessuna squadra riesca ad invertire il trend della gara. Però, ormai lo sanno tutti, c’è un momento che tutti aspettano, quando giocano i Celtics. E’ il momento in cui un nanerottolo chiede: che ora è? E’ lo stesso nanerottolo a rispondere: è IT4 time. Infatti Thomas, per l’ennesima volta, letteralmente esplode nel quarto periodo, segnado 20 punti e tramortendo i Wizards (che peraltro fanno un vanto di non difendere, in particolare con Gortat e Gemello Markieff). Alla fine Thomas 38-6-5 e Wall 9-7-10 con 4/21 dal campo: ferita sanata da parte del nanerottolo. Per Washington inutili i 35 di Beal e la bella prova di Porter jr (20-6-5 con 3 rec e 9/12 al tiro). Oltre a Thomas, limpida prova da game-changer per Terry Rozier: 11-4-1, ma i numeri non dicono abbastanza sui meriti del vice nanerottolo allievo di Pitino.

MODA CENTER, PORTLAND. CLEVELAND CAVS 86 – PORTLAND TRAILBLAZERS 102
Brutta scoppola per i Cavs, che hanno avuto un second half disastroso, di totale resa. Seconda sconfitta in fila dopo il ko nello Utah di ieri. LeBron James, dopo la sconfitta vs i Jazz, aveva ribadito due concetti che gli sono piuttosto cari: uno da sempre, l’altro dall’inizio della stagione. I grigi sono cattivi con lui (…..) e i Cavs hanno bisogno di una pg. Sulla seconda gli si può dare certo ragione. Nel frattempo il nuovo acquisto Korver ha infilato la seconda (su due) brutta prova col wine and gold adosso: 1/5 (0/3 da 3) in ben 25’ di gioco. LeBron è stato risparimiato nel quarto periodo, ma chiude lo stesso a 20-11-4: uno di quegli assists gli è valsa l’entrata tra i primi 15 assist-men della storia NBA, scavalcato Timmy Hardaway. Per i Blazers segnaliamo le prove delle due sg: McCollum 27, Crabbe 24, per un 20/31 al tiro combinato tra i due, ma vorremmo anche mettere uno spot ad illuminare la gara da intenditori (lampi di difesa su James compresi) di Evan Turner, che non sta brillando come a Boston ma ogni tanto mostra la sapienza del suo gioco: 2-8-11 con 2 rec è score prezioso in un regno di guardie sparatutto come l’Oregon.

TARGET CENTER, MINNEAPOLIS. HOUSTON ROCKETS 105 – MINNESOTA T’WOLVES 119
Negli ultimi 7 giorni le prime 3 squadre della Eastern Conference e le prime 2 squadre della Western avevano pensato bene di perdere (almeno) una gara: i Rockets hanno creduto giusto comportarsi anche loro da somari e sono andati a sbattere contro i T’Wolves, cedendo nel finale nonostante il 33-6-12 di Harden. Houston ha concluso tirando col 41% contro il 54% di Minnesota, impossibile colmare il divario percentuale solo con le triple, dal momento che anche i rimbalzi sono stati proprietà dei Lupacchiotti. Nella pazza corsa al ribasso per l’ottavo posto della Western Conference, nemmeno Minnesota è tagliata fuori: ora al posto 8 ci sono i Blazers, ma Minnie ha solo 3 sconfitte in più di Portland. Per celebrare la prestazione dei T’wolves vi citiamo una tripla doppia: 28 pti di Wiggins, 18 rimbalzi di KAT, 17 assists di Rubio, pareggiando il proprio record e record di franchigia.

Nella restante gara della notte, Clippertown prende un brodino ma è ancora limitata dall’infortunio di Griffin. 22 pti di JJ Redick e 20 rimbalzi di DAJ.