Difficile non rimanere affascinati. Sarà il luogo, e le leggende che lì, proprio lì al 620 di Atlantic Ave, riposano.Sarà che parquet a parte (è il numero 2 dopo quello dei Celtics) il campo dei Nets per l’ equilibrio tra i colori del campo e le calibrature della illuminazione è il più bello della NBA.
Ci sono un sacco di storie in questa sola squadra di basket, e la storia N.1 dell’anno scorso (Shaun Livingston e la sua resurrezione) l’hanno lasciata andare, ma ovviamente non verso un luogo qualunque, bensì vicino al secondo ponte più famoso degli USA dopo quello di Brooklyn. Poi: i soldi palesemente in nero (o in altro..) con cui viene pagato AK, il tasso elevatissimo di slavitudine, quello non piccolo di latineria, Kevin Garnett che sta studiando da Highlander, e alla fine onore a lui che ha deciso di provare fino in fondo e vedere se si spezza o no – invece che ritirarsi. C’ è la coppia di guardie forse più irrazionalmente pagata della NBA: JJ e Deron Williams, e il giocatore che viene pagato, con tutta evidenza, non per rendimento o talento o bravura dell’ agente, ma per cm cubo di cristallo (oh….ma dai, Brooke Lopez si è fatto male?).
C’ è coach Hollins, uno che ha vinto un Titolo a Portland nei gloriosi 70’s avendo come compagno di squadra Bill Walton e come allenatore Jack Ramsey,..Hollins che, a detta di Giordani Aldo e Peterson Dan, ai tempi in cui giocava era il miglior passatore della lega, se mai un passaggio lo avesse fatto: ed ora predica move the ball move the ball… Ci sono due che han giocato a Bologna: Alan Anderson deve quasi tutto al suo passaggio in Europa, e Jerome Jordan,..beh prima di lui uno che si muoveva in quel modo lo avevo visto solo in qualche video in bianco e nero dalle profondità dell’ Unione Sovietica, eppure….qualcosa fa. Insomma, tutto rende evidente che il risultato sul campo è fondamentale, ma a Brooklyn, finchè dura, non è certo la sola cosa che conti. Per me, numero 7 ad Est, con Teague il giovane da tenere particolarmente d’occhio.