Golden State è già alle Finals. Boston no, ancora distante. Ma sono loro le due squadre migliori.
Dopo la W, maturata anche per fattori purtroppo extra-basket, di DAL in #4, ci sono personaggi divertenti che provano a frazionare/parcellizzare la legge di natura delle 148/148 (presto 149) volte in cui la squadra che è andata sotto 3-0 in una serie di 7 è stata eliminata: dicono “Now Dallas is down 3-1” (N. Wright) e fanno morire dal ridere. Per arrivare all’Anello NBA si dovrà battere gli Warriors, anche se non necessariamente vincere al Chase Center. Sia MIA che BOS infatti avrebbero fattore campo favorevole nei confronti dei Californiani: per come sta procedendo la Finale dell’Est, ne avranno bisogno. Riuscite a trovare più di un titolare non infortunato nelle due squadre? Io no. È vero che, come diceva Ty Lue (e un po’ anche i REM), a questo punto della stagione “Everybosy’s hurt, and everybody plays hard”, ma il livello elevatissimo di scontro fisico che contrassegna la serie rischia di trasformarsi in un gran vantaggio per Steph, Klay e tutti i nuovi Splashini che sono emersi quest’anno nella Baia. Riprendiamo il conto dei minuti, 5 gare per 240 mins: Boston ne ha giocati 96 senza Smart, 48 senza Horford, 48 senza White, 48 senza Rob-Lob; gli Heat 96 senza Lowry, 96 senza Herro, 24 senza Tucker. In 5 gare che li vedono in testa 3-2 con la prossima al TD Garden, i Celtics hanno vinto 12 periodi, 3 li hanno pareggiati e solo 5 persi: 1 di essi l’inutile ultimo di #4, 2 di essi i primi 2 di #5 poi capovolta e vinta; in pratica, MIA ha costruito le proprie chances di accedere alle Finals su due soli periodi (il terzo di #1, il primo di #3) in cui ha talmente tramortito i Celtics da rendere inutili le rimonte. Non si basa sul nulla la teoria secondo cui BOS è migliore, ma gli Heat sono ancora in corsa grazie a quella che viene chiamata “culture”, e di cui coach Spo e Pat Riley sono primi costruttori. Tornando agli infortuni, le assenze più gravi sono, rispettivamente e a mio parere, quella di Herro per gli Heat, di Rob Williams per BOS. Privano infatti le squadre di due dimensioni che il roster non può rimpiazzare, per effettiva mancanza di giocatore analogo (Celtics) o per mancato rendimento dei rimpiazzi (Duncan Robinson è ombra di sé stesso, Oladipo è incostante). Bisogna anche sottolineare come il ritorno di Lowry non abbia fatto bene finora alla squadra. Il Subcomandante è 1-2 da quando è apparso alle ECF in #3, e nelle 3 gare è 5/23 dal campo (0 panieri in #5), 8 ass (0 in #5), 4 rec, 7 perse, meno 24 di plus/minus, 1 flop vergognoso sgamato dalla TV; il suo rapporto assist/perse è quasi 1:1, e da #3 in poi gli Heat hanno tirato il 37% dal campo (28% da 3), riuscendo a vincere la gara in cui hanno messo insieme 19 recuperi sulle distrazioni dei Celtics. MIA è una formazione con una somma di talento offensivo assai bassa: ha bisogno che Jimmy Butler sia continuo in attacco, ma la continuità è proprio ciò che separa Jimmy-B dall’empireo della NBA e per questo l’assenza di Herro è quasi fatale. Nelle ultime 3 gare MIA ha tirato 14 liberi periodico: ne ha tirati di più solo nelle prime due, quindi solo nelle migliori prestazioni offensive di Butler, e togliendo le sue lunette dai totali di quelle due gare sapete che si ottiene?…16 e 14. Possono essere a volte i refs, ma quando una formazione denota simili costanti significa che è costruita così, e al momento gli Heat sono alla corda offensivamente, non solo per l’infortunio di Herro. Infatti, da #3 in poi, Butler ha messo insieme solo 40 tiri: la metà almeno a gara morta, portando a 7 spari/gara (a prescindere dalle %) il contributo offensivo del giocatore quando la partita era da decidere. Considerando alcune situazioni davvero da ultima spiaggia provate da Spoelstra, come escludere Dedmon dalle rotazioni per fare agire PJ Tucker da 5 nei riposi (troppo frequenti, invero) di Adebayo, la luce verde a Caleb Martin per sparare (33 tiri in 80 mins, nemmeno Tatum ha questa frequenza di fuoco…) o l’estremo tentativo, per ora non efficace, di ritrovare il “vecchio” Duncan Robinson, emerge come gli Heat stessi stiano cercando di venire a capo di una situazione che comincia a farsi molto difficile. Forse la soluzione potrebbe essere dimenticare gradi e mostrine e tornare quelli della RS lasciando Lowry da sesto uomo e ordinando a Butler di non provare nemmeno a passare la palla, ma tiraretiraretirare.