I giocatori scelti al Secondo Giro del Draft sono quelli che più sono stati aiutati dalle politiche NBA degli ultimi 3 anni in materia di G-League e two-way contracts.
In parole povere è molto più semplice per un second-rounder poter perseguire il “sogno NBA” e rimanere nell’orbita della Associazione per 3 o 4 anni. Per gli stessi motivi è diventato meno drammatico non venire scelti: le storie di undafted di successo non sono più così rare, anche se i siti spesso banchettano con le storie strappalacrime / paramotivazionali (in Italia purtroppo siamo pieni di roba strappa-like speculando su giorni passati a mangiare solo cibo spazzatura, giorni passati lontano dai figli, notti passate dormendo in macchina, scarpe regalate da un amico del fratello della nonna della moglie…). Questa situazione ha avuto riverberi non positivi in Europa, facendo ovviamente salire il prezzo di certi giocatori che, solo 5 anni fa, sarebbero approdati con gioia anche in squadre di medio calibro; ora sono alla portata solo dei club più facoltosi, oppure arrivano in Europa dopo 6 anni invece che 3, senza contare l’influenza sempre più presente delle ricche leghe asiatiche: non solo la CBA, anche la lega giapponese sta alzando il livello.
Dei 30 del secondo giro vi segnalo solo i più particolari, non necessariamente i più forti, e quelli che farebbero benissimo in Europa. E poi qualche undrafted interessante.
Il primo non può che essere Mr. Basketball LUKA GARZA, centro di Iowa U. pick 52 dei Pistons. I dubbi nei suoi riguardi son atletici: è grossissimo e ha mano sublime, ma la mobilità pura e la velocità sono un problema grande; immaginarlo difendere sul pick and roll cambiando su una qualsiasi guardia NBA oppure contenere Jaxson Hayes sulla linea di fondo è arduo. Questo giocatore è costruito per l’Europa, per dominare in Europa: le sue pecche avrebbero impronta minore e sarebbe il classico rebus non risolvibile per le difese, farebbe a fette sia gli Zizic che i Jalen Reynolds.
Dopo di lui un undrafted che ritengo validissimo: DAISHEN NIX, proveniente dal Professional Path della NBA e quindi forse anche per quello non scelto…è sempre a disposizione. Si tratta di una pg pass-first, grande uomo squadra e difensore: il suo simile famoso è Marcus Smart, cui si accoppia anche per complessione fisica. Siamo in tema Boston, quindi ecco la loro pick 45, il francese JUHANN BAGARIN. Combo con spiccati passing-skills, gioca a Parigi quindi nella Serie B francese: le potenzialità sono evidenti in entrambe le metà del Gioco, quel che ha frenato 44 volte dal chiamarlo è il fatto che negli ultimi 3 anni ha sempre dominato (ed è eufemismo) nei confronti dei suoi pari ai vari Adidas Next Generation, Basketball Without Borders, Nike Hoops, ma nel campionato dei grandi ha faticato un po’ anche se non si trattava di una prima serie. E’ evidente che i problemi sono di convinzione nei propri mezzi: trovandosi nella lega d’eccellenza mondiale potrebbe lasciarli da parte.
Un altro centro, che metterà in difficoltà lo spazio per scrivere il nome sulla maglia: SANDRO MAMUKELASHVILI. Scelta 54 di Indiana girato ai Bucks, rinverdirà i fasti georgiani nella NBA: lo aspettiamo in Europa perché non è tanto diverso da Garza. Mamu è più mobile e veloce, meno tecnico, è molto a suo agio sulla riga delle triple; una specie di Jared Sullinger senza la doppia cifra di hamburger a mezzanotte e senza tutti gli altri problemi dell’ex Ohio State. Non era considerato da molti mock ISAIAH LIVERS, la sfortunata Stella di Juwan Howard a Michigan: fuori dal torneo per infortunio, e infortunio è una parola associata spesso a lui. Dal mio punto di vista, e con tutte le proporzioni del caso, un piccolo Grant Hill, soprattutto per l’intelligenza e la capacità di fare tutto sul campo anche scordandosi delle proprie stats; non ha la classe e i picchi di GH e forse, oltre agli infortuni, proprio il saper fare tutto ma senza acuti ha tenuto molti lontano da lui: non i Pistons, che hanno ignorato i problemi fisici puntando anche sul richiamo di un ragazzo che in Michigan è nato e ha sempre giocato. E’ sul crinale, se non dovesse farcela nella NBA in Europa lo aspettano in molti. Uno che era in pochi mock ma nel mio sì: DALANO BANTON. Già il nome è di quelli giusti, talmente giusto da essere da NFL. Posto 46, Raptors, pg. O meglio: pg, se volete; se volte altro, potrete schierarlo dove vi pare. Canadese come ormai molti (date un vero coach e la formazione “full” al Canada e abbiamo smesso di chiederci chi vince Olimpiadi e Mondiali per 10 anni) grandi giocatori NBA, Banton potrebbe essere uno dei più clamorosi steal di sempre. Le qualità che più lo identificano sono le visioni e la capacità di passarla, già ora vale Kyle Anderson con in più velocità e mobilità. Tornando più sulla terra è interessante la mossa degli Spurs al N.41, JOE WIESKAMP. In breve: se gioca Kaminsky, gioca tranquillamente anche lui, che ha più tiro e molta più durezza del giocatore dei Suns. A dispetto di qualità fisiche non eccelse, Wieskamp è giocatore che può giocare 15 anni nella NBA contando su un paio di qualità, un role player che di certo potrà far vincere qualche gara in più a Pop, da subito.
Le famiglie si formano, si sfasciano, si riformano separatamente e insomma: Michael Carter-Williams (ex NBA ROY 2014) è il fratello maggiore di MARCUS ZAGAROWSKY, pg di Creighton U. scelto al 49 dai Nets, che al Draft han fatto bella scorta di guardie, forse influenzati dai tanti infortuni e dall’impossibilità quasi garantita di tenere sia Kyrie che Dinwiddie. Zagarowsky è grintoso, pg abbastanza classica con difesa e tiro, ma ama anche forzare il pitturato: se penso a uno che fa strada nella NBA grazie alla cocciutaggine penso a lui; modello di riferimento Fred VanVleet.