Meno 10 alla ripresa della stagione NBA, è il momento di definire le chances delle squadre in the bubble. Cominciamo con l’Est, dove, per una serie di ragioni, la competizione è quasi segnata.
1 – MILWAUKEE BUCKS. Bucks riposati e fuori da problemi di formazione: nessuno ammalato e nessuna rinuncia per motivi personali. A loro lascio il 100% di arrivare alle Finals, nessuno ad Est può ostacolare il loro cammino. Oltre al Greco, l’uomo chiave sarà il loro MVP stagionale nascosto: Wes figlio di Wes, che non spara da 3 come ai tempi di Portland, ma è diventato un mastinaccio difensivo.
2 – TORONTO RAPTORS. Sono i Campioni, si sono confermati ad alto livello pur perdendo Kawhi, hanno nel roster almeno due giocatori (Gasol e Ibaka) che con ogni probabilità sono all’ultimo giro di giostra in Canada. La solidità, un grande coach, la voglia di fare bene dei partenti e, tra chi resterà, di confermare di non aver un Anello al dito per caso: sono questi gli elementi che li rendono N.2 ad Est, anche se non servirà per andare oltre la Finale di Conference. Anche loro saranno al completo.
3 – BOSTON CELTICS. I Celtics sono i migliori della NBA nei confronti vs Clippers e Bucks. Se non dovessero fare i conti con il maligno infortunio al ginocchio di Kemba, sarebbero i soli ad avere una possibilità di insidiare MIL per l’accesso alle Finals: purtroppo Walker ha un problema subdolo, di quelli non così gravi da tenerti fuori ma abbastanza serio da farti giocare al 60-70%. Quindi BOS sarà al completo ma non in piena efficienza, anche se Tatum e Brown ormai sono delle Star assolute, e attenzione, fuori dai riflettori, a Romeo Langford.
4 – PHILADELPHIA 76ERS. Ormai tradizionale macello gestionale e mediatico, oltre che tattico e di relazioni all’interno del locker. Sono ottimi in casa e, perdonate la parola, marci fuori casa (10-24), ovvero quando si deve viaggiare insieme invece che arrivare al palazzo da casa propria. Inoltre sono sotto al 50% di vittorie contro squadre dal record vincente. Però hanno talento: nella loro follia potrebbero estrarre un paio di sorprese. Se dovessi scegliere un dark horse ad Est, punterei su di loro. Dal loro roster mancherà Zhaire Smith: la panchina dei Sixers è talmente striminzita da far sentire persino la sua assenza.
5 – MIAMI HEAT. Nessuna assenza, se non quella del classico soldino per fare una lira. Ottimo coach, ottimi giocatori, ma forse alcuni di loro avrebbero bisogno di un anno di esperienza in più (Adebayo, Nunn, Herro). Dragic e soprattutto Butler sono certezze, mentre a livello PO non sono così convinto del rendimento del triplista Duncan Robinson (uno dei pezzi tatticamente centrali). Ottime le addizioni degli esperti Iguodala e Crowder (per il mai esploso Winslow).
6 – ORLANDO MAGIC. Pensando alle tristezze del basket italiano: immaginiamo cosa sarebbe accaduto se, giocando in the bubble a Mirabiliandia, una delle formazioni accreditate fosse Ravenna. Quanti geniali presidenti farebbero dichiarazioni venate di sospetto. I Magic sono sesti solo perché quelli dietro son messi male a livello di roster, mentre ORL avrà tutti i suoi uomini a disposizione.
7 – INDIANA PACERS. Cominciano le formazioni pesantemente intaccate dall’emergenza Covid19. Sarà assente Victor Oladipo, che, tra infortunio appena riassorbito e pericoli vari, ha preferito chiamarsi fuori e rimandare tutto al 2020-21. Inoltre Malcolm Brogdon, che pure dovrebbe essere in campo, ha avuto il coronavirus: fatico a pensarlo al massimo.
8 – BROOKLYN NETS. Essere di NY non ha giovato. La metropoli, almeno inizialmente, è stata l’epicentro dell’epidemia in USA, e i Nets sono la squadra con più ammalati. Saranno assenti DeAndre Jordan, Dinwiddie, Prince, Chandler. Oltre alla già nota rinuncia di Kyrie e all’assenza di Durant. Ancora aperta la ricerca per l’allenatore del prossimo anno, non so quanta reale competitività potranno portare i Nets ad Orlando.
9 –WASHINGTON WIZARDS. Potevano anche stare a casa. Wall era fuori da sempre, si sono aggiunti i loro due migliori giocatori in stagione: per ragioni personali, di rinnovo contrattuale e di prudenza, Beal e Bertans non giocheranno.