La coppia Embiid+Harden è 3/3 dall’arrivo della Barba, e i segnali positivi sono molto più numerosi e squillanti di quelli negativi: i 76ers dovrebbero cominciare a preoccupare la Eastern Conference.
Pochissimi hanno parlato della caratteristica più evidente generata dal nuovo DinamicoDuo: costituiscono la più micidiale macchina, attualmente pensabile, per accumulare lunette. Ottantadue (82) liberi lucrati in 3 partite dai due (media 14 ciascuno), su 113 della formazione intera, sono un’enormità, con Embiid gratificato di 27 viaggi in casa dei Knicks, la gara centrale delle tre. Non si tratta solo di un dato a cui gli avversari dovranno “prestare attenzione”, ma di un vero problema tattico: le gare, con quei due in campo, si stirano, si allungano fino a deformarsi, perdono qualsiasi fluidità, diventano eterne, sfiorano le 3 ore in campo. Una frammentazione così accentuata diminuisce anche la portata degli errori del vecchio Doc, un coach che punta molto sulla motivazione e poco sulla tattica perché non è un genio del parquet.
Una delle critiche più presenti tra i commentatori è che Embiid e Harden sono due giocatori da iso-ball, e non è probabile che metterli insieme dia veri frutti. Vero solo in parte: i 9 assists di media di Harden nelle gare finora giocate coi Sixers, i suoi felici trascorsi nell’attivare Capela (centro molto più limitato di Embiid) e il contorno tutto insieme fanno pensare il contrario. La sua storia dimostra che Harden non ha problemi a dividere il palcoscenico (come con CP3), mentre diventa insopportabile se deve tripartirlo (come con KD e Westbrook o Irving). Ai Sixers trova un terzo di talento ma Beta-Male come Tobias Harris, e una serie di giocatori efficaci ma fondamentalmente di ruolo che richiamano molto da vicino la composizione dei Rockets 2018, quelli che andarono davvero vicinissimi a battere GS e approdare alle Finals. Thybulle = PJ Tucker, Maxey = Gordon, Danny Green (con caratteristiche diverse) richiama l’omonimo Gerald, Niang provvede meglio di Ariza a certe necessità, e così via: avendo Embiid migliore di Capela e un asso nella manica sia in qualità che quantità come Harris, per quanto Beta. Il pack a disposizione di coach Rivers è valido, e per ora di grande chimica: la prospettiva di un Anello rende sopportabili gli innesti alla Harden, ovvero giocatori che nel medio-lungo periodo possono venire a noia di alcuni compagni. Per ora ci rimette il Turco: Korkmaz a 16 mins poi 13 poi 5 dall’arrivo di JH. Per avere la Barba Daryl Morey ha dato via Drummond, il migliore back-up che Embiid abbia mai avuto. Nella mancanza attuale di un cambio risiede la grande lacuna di PHI: per ora è stato spostato di una tacca Niang, ma l’ingaggio decadale di Cauley-Stein fa capire come il buco sia noto al management e allo staff. Altro punto debole: manca una vera pg; avrebbe vita un po’ difficile, stretta fra l’esplosione di Maxey, i tanti minuti di Harden, e la presenza di Shake Milton, però un giocatore non-Star ma efficace, come i già Sixers McConnell o Neto, mancherà nei PO.