
Quest’anno il Draft NBA si svolge su due serate, stanotte il primo round di scelte. E intanto i Celtics…
IL DRAFT. Nessuna vera sorpresa, se non la notevole avanzata (avvenuta in breve tempo) di Yang Hansen, il centro cinese arrivato fino a metà del primo giro (16); scelto da MEM, mossa interessante perché forma una coppia da m. 4,40 con Zach Edey. Essendo già pro a non pochissimi soldi nella lega cinese, era effettivamente pensabile che sapesse di potere venire chiamato in buona posizione: una posizione che gli permetta, nelle griglie degli stipendi NBA per un rookie, di guadagnare in maniera simile a quanto già percepisce. Missione compiuta, e sarà interessante vedere come si alterneranno lui e Edey agli ordini di Iisalo. Ace Bayley è sceso, ma meno di quanto avevo previsto: 5 e non 7. Kaman Maluach è scso di qualche posto: numero 10 subito tradato ai Suns. Io rimango molto alto su questo giocatore: preferisco concentrarmi sul dato fisico invece che sui numeri. Molti fanno riferimento al fatto che stoppi molto poco (rating inferiore a 7), mentre secondo me un 2.18 di 18 anni che si muove sul parquet in quel modo ha, fisicamente e per età, non più di 20 simili al mondo, e un buon 80% dei simili non vedrà mai un campo da basket: significa pochissimi rivali per il ragazzo da Duke. Infine Brooklyn. Scelta 8, 19, 26, 27 più la 22 ricevuta da ATL. Si sono tradotte in Demin (all-around di 206 cm, più forte cestista russo dai tempi di Kirilenko), Traoré (G), Powell (G), Saraf (PG), Wolf (PF-C). Manca ancora il secondo giro, in cui hanno la 36: significa che i Nets hanno messo insieme solo in questo Draft un terzo del roster esteso.
MIRACOLO A BOSTON. Come passare dal mento dentro le sabbie mobili a vacanza marittima con tanti progetti sul futuro, in una settimana. Il 19 giugno BOS era una franchigia un pieno secondo apron, con un roster quindi costosissimo e non esattamente giovane, e con uno dei due giocatori decisivi all’inizio di 9 mesi minimo prima di tornare da un tendine d’Achille. Il contro complessivo di quello che i Celtics avrebbero pagato, tra stipendi e tasse, nel 2025/26 era 540 MM$$; ora è di 280, in sostanza dimezzato. Hanno risparmiato con la trade di JRue e quella di Porzingis 63 MM quest’anno e 105 nello span per arrivare al 2027/28. Hanno incamerato poco? Se si guarda al talento e si pensa che la NBA funzioni con il cuore, certamente sì. Ma non si deve essere ingenui. Queste trade, e prima quella di Doncic, sono autentici capolavori, successi epocali perché raggiungono in pieno l’obiettivo, che è puramente finanziario. I giocatori arrivati, Simons e Niang, hanno insieme poco meno di 45 MM di stipendio rimasti e nel peggiore dei casi (Niang) il contratto scade a fine 26/27. Inoltre hanno incamerato un paio di seconde scelte e, soprattutto, non hanno dato via nessuna delle loro attuali picks. I Celtics detengono ancora le loro prime scelte (2026, 27, 29, 30, 31), le stesse che avevano PRIMA di compiere il capolavoro di liberarsi d contratti zavorra per giocatori spesso infortunati o ormai 35enni. JRue e Porzingis hanno portato a BOS l’Anello 18, e sono stati ripagati da campioni, con riferimento soprattutto al contratto di Holiday. Ora, con le vicissitudini derivate da cambio di proprietà, infortuni, arbitraggi troppo tolleranti nei PO, l’obiettivo era: scremare. Pienamente raggiunto.