No Miami, no Toronto: Damian Lillard finisce a Milwaukee, e si apre la caccia a JRue Holiday.

1 – PESO. Con la trade annunciata si chiarisce meglio perché quella proposta dagli Heat non era adeguata. Tyler Herro ha solo un vantaggio di età su JRue Holiday, per il resto il peso specifico dei due non è nemmeno accostabile. Inoltre ora POR ha un’altra Stella da poter mettere sul mercato, generando valore futuro per la ricostruzione. JRue molto difficilmente resterà in Oregon, praticamente tutta la NBA è un atterraggio potabile per l’ex Cerbiatto e lo scambio avverrà in forma di futuro: lo avrà chi metterà sul piatto scelte interessanti o giocatori al secondo o al massimo terzo anno di NBA. I Blazers infatti si vorranno giovare anche di inserire contratti da rookie non in scadenza immediata beneficiando per 1 o 2 anni di salari bassi da pagare: nella linea temporale della futura trade per Holiday si inserisce anche il discorso sulle scelte che POR ha già ottenuto dalla Lillard-trade.
2 – 2028/2030. Dai Bucks arrivano due scambi di scelta (2028 e 2030) e una prima scelta (2029). Portland comincerà quindi a vedere effetti a partire da 5 stagioni da ora: per come funziona lo sport oggi si tratta di un’eternità. Grande mossa, questa di POR: oggi MIL è una potenza ma i contratti di Giannis e Middleton scadono nel 2026; i due avranno rispettivamente 32 e 35 anni, Lillard 36, quindi chi può dire che i Bucks saranno al vertice anche nel 2028? Non è illusione ipotizzare che le scelte ottenute dai Blazers avranno un valore superiore, non di poco, a quelle del 2025/2027 ad esempio. Per riempire le date prima del 2028 c’è la moneta-JRue.
3 – JRUE. Portland non andrà leggera nel chiedere la ricompensa in cambio di Holiday: in proporzione avrà la mano più pesante che per Lillard. Questo accade anche perché il giocatore ha già un Anello al dito, e combina perfettamente un ideale difensivo con notevoli capacità offensive. Un commentatore USA ha detto che incarna “Il giocatore che Thibodeau costruirebbe”, ma no, non finirà ai Knicks perché non hanno nulla che i Blazers possano volere. Notate che POR non è una squadra da buttare in toto: Simons, Grant, Ayton non sono il nucleo peggiore su cui innestare altri, quindi non hanno l’acqua alla gola per cedere Holiday, possono aspettare l’occasione giusta. E qui arriva una squadra che già ora è la mia favorita per il Titolo 2024, e potrebbe diventare quasi sinonimo di imbattibile. Questa squadra può fornire, a cuore completamente leggero, 2 se non 3 delle 5 prime scelte che detiene da qui al Draft 2030, un certo numero di seconde scelte e due giocatori non stellari ma validi che andrebbero a riempire punti vuoti del roster Blazers attuale. Lo spot di pg è ovviamente abbastanza scoperto senza JRue: Scoot Henderson è un gran prospetto ma rookie, Eric Bledsoe è Eric Bledsoe con un anno in più; un 4 vero (Jerami non lo è) e con tiro da 3 coprirebbe rimbalzi e riga delle triple. I giocatori sono D’Angelo Russell e Rui Hachimura: loro e 3 prime scelte (diciamo 2025-26-30) sarebbero offerta difficile da rifiutare e renderebbero i Lakers, appunto, quasi imbattibili. POR avrebbe 13 prime scelte (6 proprie, 7 dalle trade) nei Draft dal 2025 al 2030. Anche i salari sono favorevoli all’ipotesi: D-Lo e Rui costeranno fino alla fine dei loro presenti contratti (il primo per 2 altri anni, il secondo per 3) 87 MM$$, ingombro e durate accettabilissimi per i Blazers; JRue ne chiama 76 per 2 anni, i Lakers ora sono solo undicesimi per monte salari e possono inglobare tranquillamente l’attuale contratto senza preoccuparsi troppo del futuro. Infatti da un lato possono vincere da subito, dall’altro nel 2025 il giocatore avrà 35 anni: questo significa che avrà un contratto medio, da veterano, oppure che, se discuterà adesso una extension, questa non potrà essere superiore agli attuali guadagni, lasciando LAL sempre dalla parte blindata delle firme. A centrocampo vedreste Holiday, Gabe Vincent, Reaves, Cam Reddish; pitturato per Monociglio, Christian Wood, Jaxson Hayes; in mezzo LeBron, Vanderbilt, Prince; diciamo Pippen Jr e Jalen Hood-Schifino a completare i 12: si deve ammettere che Lakers diventerebbero non solo favoriti, ma davvero scary.
4 – BUCKS. Milwaukee conferma, anche sotto coach Adrian Griffin, la vocazione a essere BIG. Sono a posto con i corpaccioni: hanno entrambi i Lopez, Portis, Giannis, il fratello maggiore di Giannis, Timme e Jae Crowder. Su 12, ben 7 figurano da sf in su, ben 6 da pf in su. Solo Crowder di collegamento: Jae diventerà importante quest’anno per i Bucks, dopo le polemiche con coach Budenholzer e la fila di DNP lunga una stagione. Anche tiratori e realizzatori sono a posto: Middleton, Connaughton e Beasley danno sicurezza realizzativa e anche una certa difesa. Dove MIL soffrirà, Lillard a parte, è nel trattamento di palla. Nessuno dei citati è un violinista, manca un vero back-up per Dame e anche una sg classica, forte dal palleggio; a dire la verità mancava anche nella passata configurazione, il partito Allen e l’arrivato Beasley sono quasi lo stesso tipo di giocatore. I Bucks, almeno per ora, continuano con la strada alternativa che li ha portati all’Anello: privilegiare il pitturato, sia in difesa con la protezione data da Gemello Brook e dagli altri lunghi, sia in attacco grazie alla strapotenza di Giannis e alle riaperture sul perimetro. Non è una brutta ricetta, ha anche il fascino di essere in controtendenza rispetto al resto della NBA. Non dimentichiamo, però, che il Titolo di MIL è arrivato anche da episodi / eventi molto particolari: un alluce troppo lungo di KD per segnare 2 invece di 3, un naufragio di PHO quando comandava 2-0 le Finals, due 40+ e un 50 di Giannis guarito in 40 ore da un infortunio che di norma richiede 5 giorni. Il compito di Lillard in questo contesto è rendere meno episodica l’eccellenza dei Bucks. Offrire alternative allo Pterodattilo Greco, creare spazio per i lunghi triplisti, tirare da 3 sopra al 40% grazie al fatto di poter selezionare meglio gli spari.
5 – AYTON / NURKIC. Da leggere anche retrocessione / promozione, in ragione della semplice attitudine. Il caraibico è più forte, più talentuoso, più veloce e atletico: ma non arriva al 10% della voglia agonistica e concentrazione di The Nurk, a sua volta non sprovvisto di talento e tecnica. Nel vuoto pneumatico Ayton sarebbe il centro n.1 della NBA, nel mondo reale, dopo la trade e al di là dell’ingaggio principesco, è finito sotto al posto 15. L’intelligenza di Nurkic è uno degli elementi più importanti per il tentativo di KD e PHO verso l’Anello. I Suns hanno tolto di mezzo tutte le cose troppo soft: via Ayton, via coach Williams, via la starlette CP3: ora hanno un paio di stagioni per provarci, non di più, ma sono più pericolosi di sempre.
6 – PAUL. A proposito: nel mix di pretendenti a JRue sono anche gli Warriors. Ufficialmente. Il che significa che Paul non è poi così sicuro di restare nella Baia.
7 – TREND. Dall’addio di Parker (l’anno a Charlotte non si conta nemmeno), passando per gli scambi che negli ultimi 4 anni hanno allontanato anche Dejounte Murray, Derrick White, Paddy Mills (e in misura minore Bryn Forbes), gli Spurs si sono privati di / hanno visto partire alcune pg di notevole talento. San Antonio è scarsa ora, ha scelte quindi preziose e, contemporaneamente, se ne può privare senza condannarsi, avendo già selezionato il suo Unicorno con Wenbanyama. Ecco perché JRue Holiday sarebbe un innesto fruttuoso. Darebbe agli Spurs una guida di primo livello per fare un immediato salto in avanti e sarebbe ottima anche per il giocatore grazie alla possibilità di giocare per lo staff di SAS e con il miglior prospetto della NBA prossima futura.