E’ questione di proporzioni. Seguitemi.
In due gare: 13 rebs e 9 palle perse, 41 tiri di cui 20 da 3. Le proporzioni di LeBron James nelle prime due gare sono quanto di peggio per i Lakers: le perse non possono essere trequarti dei rebs totali (fra le altre cose: solo 1/13 off, e solo 2 totali nella seconda partita) e i tiri da 3 non possono essere la metà dei totali. I Lakers lo scorso anno sono stati la seconda difesa della NBA anche (alcuni dicono soprattutto) grazie a un estremo controllo dei possessi offensivi, che raramente hanno generato punti facili per gli avversari. Era inoltre una squadra diversa, molto più attiva nel difendere sul perimetro, sia come pratica che come potenziale, di questa: Caldwell-Pope, Schroeder, Caruso non sono stati rimpiazzati adeguatamente. Siccome LeBron e Monociglio quando tirano non sono mai veloci a tornare in difesa, la rapidità dei compagni è decisiva: l’età media alta non è solo un problema anagrafico, ma profondamente atletico e tattico. Potete riguardare un frame a metà del secondo quarto: LBJ segna un fade-away dal mezzo angolo davvero dolcissimo marcato da Javalone, che salta per provare a impedire il tiro; significa che James e McGee partono alla pari, ma il figlio di Pam arriva mezzora prima di LeBron e ogni altro Laker, inchiodando in transizione.
In 2 gare: 10/28 dal campo (37%), 0/7 da 3, 8 perse e 9 assist (invece che il minimo sindacale di 8 e 16), 8 perse e 2 rec, 8 perse e 11 rebs (solo 3 off). Le proporzioni di Russell Westbrook sono ancora peggiori, da cui il -19 di +/- combinato nelle due partite. Su 35 mins di impiego, non un minutaggio molto inferiore a quello di altre stagioni. Sta emergendo, in questo caso, oltre al discorso delle proporzioni, anche il bluff di Russ: la macchina da triple-doppie? Sparita, senza uno Steven Adams che si scansa lasciandogli prendere i rimbalzi def dai tiri liberi sbagliati dagli avversari; senza la leggerezza di giocare per il nulla come a Washington, quando a gara finita Russ metteva assists a ripetizione per rimpolpare la propria leggenda di carta velina.
Non sono affatto messi bene, questi Lakers, costretti a sperare nel ritorno di Nunn in pg o nel secondo miracolo (dopo quello del 2020) di coach Vogel. Tra le altre, la situazione punti nel pitturato: vs PHO all’intervallo lungo 30 a 6 Suns, a fine terzo periodo era 48 a 6. Perché Davis non entra in area nemmeno sotto minaccia, e, se lo fa, la metà delle volte cade aumentando le già alte probabilità che si infortuni; e LeBron ormai vive per metà oltre l’arco; e Melo idem; e Westbrook se non tira è meglio. Rebus difficilissimo per le umane possibilità: il modo più semplice di risolvere le cose sarebbe di lasciare fare all’istinto vincente e alla capacità di fare gruppo. Ma il solo ad aver vinto qualcosa senza LeBron, in quella squadra, è Rondo.