Un abisso finora tra le due “giornate” che si alternano nei PO NBA.
La coppia BOS vs MIL e MEM vs GS è nettamente più interessante, e anche più divertente. Il round in casa di Celtics e Grizzlies si è risolto 1-1 in entrambi i casi. Vediamo come, seguendo il motto degli Warriors: Strenght in Numbers.
BOS-MIL 1-1. Gara1 ha costituito una sconfitta incoraggiante, per i ragazzi di Udoka. I Bucks, privi di Middleton, hanno avuto bisogno di un mostruoso Giannis (tripla-doppia, ma non solo) per avere ragione di una formazione in serata di tiro vergognosa, con le mani insaponate (18 perse) e inferiore a rimbalzo (6 in meno). Boston ha avuto 12 possessi in meno di MIL contando il differenziale di rimbalzi+recuperi+stoppate. Gli 84 tiri dei Celtics sono stati ripartiti assai malamente: 50 da 3, 34 da 2. Uno dei motivi: il loro 10/34 (28%) da 2pti; simile contro-prestazione ha reso inutile la gran mole di triple tentate, e realizzate con un 36% non disprezzabile. La grande gara di Antetokounmpo non si vede da tutte le cifre (per esempio i 24 pti sono arrivati da ben 25 tiri, 9/25 dal campo) ma si è dispiegata soprattutto in difesa, dove Giannis ha negato di fatto il tiro da 2 agli avversari. È stata anche una W di personalità: i 4 migliori uomini di Boston hanno tirato 17/52, i 4 migliori dei Bucks 25/62. I 12 pti di differenza finali sono lo stesso numero dei possessi in più, ma si annidano anche nei 10 tiri in più presi dai migliori Cerbiatti. Al contrario, Gara2 ha visto BOS emergere prima di tutto di personalità, e poi anche di tecnica, spezzando da subito i Bucks con 8 minuti iniziali praticamente perfetti. Jaylen Brown aveva 20 pti a fine primo quarto, Giannis ne aveva 6 a fine primo half: tanto abissale la differenza. Boston ha anche potuto farsi appioppare uno 0-10 nel terzo quarto: era sopra di 26, non ha mai rischiato una rimonta di MIL. Era chiaro a tutti che il gioco scelto nel secondo tempo da coach Bud, ovvero dare la palla sempre a Giannis, era solo un modo per contenere il passivo, Boston ha potuto gestire tranquillamente. Uno degli effetti del “tutto a Giannis” è stato far sparire gli assist dallo score dei Bucks: ne avranno ben 12 in meno alla fine, un abisso nel basket moderno. In Gara2, inoltre, le assenze hanno colpito anche i Celtics, scesi in campo senza il DPoY, Smart: la notizia è che, con terapie, avrebbe potuto giocare; decisione contraria presa da coach Udoka, segno di fiducia totale in tutti i suoi: grande mossa da grande coach. A mio parere, serie che si basa soprattutto sul momento psicologico delel due
MEM-GS 1-1. Gara1 decisa da 1 pto, Gara2 da 5. Dray-G espulso nella prima, Brooks nella seconda; uno zigomo sanguinante (Green) e un gomito rotto (Guantino): è una serie di fisicità notevole, e cattiveria (a volte pura, non agonistica) ancora maggiore. L’equilibrio, spesso l’assoluta coincidenza di certe stats tra le due gare, ci dice anche, però, che è sopraffina la sapienza tattica, la preparazione delle gare. Osserviamo. GS è in vantaggio a rimbalzo: +10 sulle due partite, sempre finite 52-47. I tiri totali: MEM 95+95, 91+93 GS. In #1 differenza fatta essenzialmente dall’esperienza degli Warriors, capaci di gestire il finale; #2, esatto opposto: MEM capace di recuperare un -4 negli ultimi 120 secs, grazie a Ja Morant (47 da solo 31 tiri, con 8 rebs e 8 ass: abbiamo la nuova faccia della NBA), ma portati avanti da un gioco difensivo (stoppata su Steph in penetrazione) di De’Anthony Melton, primo cambio delle guardie. Giocatore estremamente sottovaluto, a volte segna (14 nella prima) a volte no (3 nella seconda), ma sempre si applica al meglio: in due gare 15 rebs (5 off), 5 rec, 4 stoppate, ricordando che è 188 cm e 85 kg. La sua stoppata ha interrotto, nel momento topico, l’unico flusso che aveva funzionato per GS in #2: il tiro da 2 (33/47, 71%). Le triple hanno toccato il minimo nei PO per la gestione Kerr e per la Steph-era: 7/38, 18% e, tornando alla precisione tattica, per gli Warriors erano stati 38 spari da 3 anche in #1. A questo punto non vi stupirete notando come 18 perse Warriors sono arrivate in entrambe le partite, ribadendo la capacità di Memphis di prevalere nei cosiddetti intangibles: recuperi, reboff, punti da recuperi e reboff sono stati il punto forte dei Grizzlies in RS. Con punteggi tanto serrati, anche i liberi diventano un fattore: non tanto perchè MEM ne abbia 7 totali in più, ma perché il 27/38 di GS (71%) risulta fattore estremamente negativo contro il buon 85% dei Grizzlies.