Le Conference Semis sono iniziate, e tre favorite su quattro hanno perso il fattore campo: Hawks, Cavs, Rockets sono già sotto pressione. A parte la gara degli Hawks, nelle altre determinanti le assenze.
EASTERN CONFERENCE
Atlanta Hawks (1) – Washington Bullets (5). Wizards avanti 1-0, per ora hanno rovesciato il fattore campo. Gara incerta di Atlanta, come quasi tutte quelle sin qui giocate nei playoffs. Un buon primo tempo, sulle ali di Millsap e Carrol, non è stato ribadito da una seconda metà sufficiente: i 63 punti della prima metà sono diventati 36 negli ultimi due quarti, e Carroll, per esempio, era a 24 a un paio di minuti dalla fine del terzo quarto, ed è rimasto senza segnare per quasi un quarto d’ora di gioco effettivo. Gli Hawks alla fine hanno spremuto solo 99 punti da 98 tiri. E’ sembrato eccessivo, in alcuni momenti, il ricorso al tiro da 3 dgli uomini di Budenholzer: soprattutto ad inizio dell’ultimo periodo, mentre si stava consumando l’aggangio+sorpasso di Wall&Co, Atlanta ha preso 5 triple consecutive senza mai segnare, e non erano tutte scelte di gioco limpide. Washington è rimasta a galla nei primi due periodi, quando l’attacco degli Hawks macinava canestri. Il principale artefice della W di Capitol City è stato Bradley Beal, che ha rispolverato con profitto un fondamentale ormai poco applicato: l’arresto e tiro da 2 punti. Ovviamente nel successo corsaro c’è anche la sottolineatura di Paul Pierce, che è stato chirurgico nelle sue segnature e sopraffino nell’alternare tiri da 2 e scelte da oltre l’arco. Insolita bella gara di Otto Porter jr: 10+11 per la terza scelta assoluta del Draft 2013. Sia Teague, all’inizio del match, che Beal, alla fine, si sono scavigliati: entrambi dovrebbero essere in campo per gara2. Pronostico incerto al momento, lievemente favorita ancora Atlanta, ma deve darsi una rapida sveglia.
Cleveland Cavs (2) – Chicago Bulls (3). Seconda sorpresa ad Est: Bulls avanti e ora titolari del fattore campo. Cleveland entrava in queste semifinali largamente incompleta: Love fuori per il noto infortunio alla spalla, e JR Smith squalificato per l’altrettanto noto manrovescio al volto di Jae Crowder. Entrambe le assenze si son fatte sentire. Contrariamente alle previsioni del vostro umile cronista, l’assenza di Kevin Love è stata più sensibile di quella della guardia ex-Knicks. Il lavoro di JR è stato ben rimpiazzato da Shumpert, al suo career high nei playoffs con 22 pti. I Bulls sono sempre stati avanti, e anzi sono stati protagonisti di un avvio scioccante per il pubblico della Quicken Loans Arena: +16 (33-17) dopo un paio di minuti di secondo quarto, con Mike Dunleavy sugli scudi. Mike figlio di Mike dopo poco meno di 7 minuti di gioco aveva già segnato 13 dei suoi 14 punti finali, frutto di 3 triple e di due rimbalzi offensivi. Il piano partita di Blatt aveva portato in quintetto Mike Miller e Iman Shumpert, per avere LBJ da 4 e forzare, nelle speranze, Chicago a qualche mis-match sfavorevole. Piano quasi fallito da subito, perchè la velocità di Noah permetteva al Francese di difendere sufficientemente bene su Shumpert, mentre Jimmy Butler si prendeva cura di James. LeBron era insolitamente timido all’inizio, e sarebbe stato impreciso e pasticcione per tutta la gara: 19-11-9 non sono brutte stats, ma bisogna andare a vedere anche il 9/22 al tiro e le 6 perse. Dall’altra parte D-Rose era esiziale: 25-5-5 frutto di un inizio a grandi percentuali, rovinato solo da qualche tiro fallito nel quarto periodo. In ogni caso Rose ha sfornato una prestazione che ha fatto ricordare perchè sia stato il MVP della Associazione nel 2011. Segnalazione anche per il miglior Cavalier, Kyrie Irving a 30, e per un monumentale Gasol: 21-10-4, con 4 stoppate. Nota interessante per il prosieguo della serie: Rose stanotte ha giocato riposato, e le sue stats raddoppiano in efficacia quest’anno quando gli è consentito riposare più di un solo giorno tra una gara e un’altra. Ad esempio: se riposa un giorno ha il 24% da 3, se riposa di più ha il 48%, oppure perde 1,7 palloni invece he 3,2….il fatto che le Semis siano a giorni alternati non è un brutto dato per Chicago. Il pronostico della serie è al puro 50% ora.
WESTERN CONFERENCE
Golden State Warriors (1) – Memphis Grizzlies (4). Golden State non fatica nemmeno troppo per aver ragione dei resti dei Grizzlies e portarsi 1-0. Molto, anzi: quasi tutto, in questa serie, dipende dal rientro o meno di Mike Conley. Mike figlio di Mike, operato allo zigomo, ha rilasciato una dichiarazione in cui si dice fiducioso di giocare gara2 stanotte, ma la sua dichiarazione non è stata confermata nè dalla franchigia, nè dallo staff sanitario. La presenza della pg titolare è troppo importante, perchè chiunque giochi contro GS sa di affrontare la coppia di guardie più forte della NBA, e se vi dicessero di doverlo fare con Calathes o Udrih come pg partente non sareste contenti. Netta l’impressione che i ragazzi di Kerr abbiano giocato il minimo necessario. Aggiungete che la panchina di Memphis ha sì donato 21 punti alla causa, ma tirando 9/24. Pronostico tutto su Golden State, a meno di miracoli di Joerger.
Houston Rockets (2) – Los Angeles Clippers (3). Clippers avanti 1-0, con fattore campo ora dalla loro. Quelli che pagano l’affitto ai Lakers confermano di essere squadra votata alle W i trasferta. Se sapranno essere meno votati alla L in casa, passeranno loro. L’inizio era stato favorevole ai Rockets, perchè l’assenza di CP3 aveva trascinato in quintetto Rivers Jr. e poi aveva trasformato in pg improvvisate sia Redick che Jamal Crawford (3 perse consecutive nel periodo peggiore dei Clippers tra fine primo e inizio secondo quarto), ed infine aveva trascinato in campo anche il carneade Lester Hudson. MA, i Clippers hanno Blake Griffin, uno che in un paio di partite ha fatto la storia. In gara 7 vs gli Spurs la sua tripla doppia era stata la prima nei Playoffs NBA da parte di una non-guardia dal 1992 (Scottie Pippen). In gara 1 vs i Rockets la sua tripla doppia (26-14-13) è stata la prima back-to-back dal 2002 (Jason Kidd) e solo la terza back-to-back ogni tempo per una non-guardia: gli altri due?…Wilt Chamberlain 1967 e John Havlicek 1968. LA ha vinto soprattutto con l’esplosione del suo attacco nel secondo tempo: 71-51 il parziale. Gran partita anche per Matt Barnes, che ha messo triple importanti e silenziato per quanto possibile Harden. Houston perde una bella occasione: è vero che manca di due quinti dello starting five, Beverley e Motieiunas, ma ha ribadito un difetto cronico, ossia l’incapacità di Harden e Howard di giocare benissimo nello stesso momento. Stavolta a fare acuti è stato il centrone, e a balbettare, invece, La Barba. Pronostico decisamente spostato verso i Clippers. PS: vorremmo CP3 in campo non solo per amore dello sport, ma anche per non vedergli mai più indossare a bordo campo quella orribile giacca. I suoi tempi di recupero oscillano a seconda di chi parla: secondo Doc Rivers potrebbe tornare per una eventuale gara7 di questa serie, per altre fonti molto prima, mentre la franchigia si limita a informarci che le condizioni del giocatore verranno riesaminate ogni giorno.