Conference Semis in full display.
BKN 2 MIL 0. Per ora i Bucks hanno subito 120/gara, segnandone 95. L’idea di limitare e stancare i Nets con la difesa è naufragata. Molti demeriti di MIL, grossi meriti di BKN perché in difesa, inaspettatamente, sta lavorando benissimo. Al contrario di quel che avviene nella norma odierna, lascia poca pressione sulle triple e nega tutto il possibile in avvicinamento. I tiratori più affidabili dei Bucks hanno un problema: Middleton, Lopez, Forbes (che pure si sta battendo bene) non sono top players, all’esame per le Conference Finals mostrano i loro limiti. In #2 sia Giannis che Middleton scoreless nel primo quarto (0/11 dal campo insieme, KM 13/43 nelle 2 partite), Durant+Irving battono 22-19 l’intera formazione dei Bucks, nei primi 4 mins di gioco KD già 4 falli subiti (2 Tucker, 1 Giannis, 1 Lopez). Ancora un quarto scioccante per MIL: dopo il 35-23 del terzo in #1, subito il 36-19 di #2. Con circa 5 mins da giocare nel primo periodo, mossa già della disperazione di coach Bud: in campo il fratello di Antetokounmpo, uno che sarebbe un decatleta fenomenale, ma col basket dialoga poco. Confusione totale per i Bucks, campo e panchina, mentre Nash di certo ha scelto assistenti di valore ma non è lo sprovveduto che tanti avevano lamentato quando fu ingaggiato senza gavetta.
PHO 1 DEN 0. Inizia male PHO, la front-line con cui DEN è solita partire (Gordon-Porter Jr-Jokic) ha 1 km di apertura alare: rende difficile la circolazione dei Suns, che faticano a rifornire adeguatamente Booker. CP3 all’inizio distratto su Campazzo: regala all’Argentino una tripla e un and-1, ma l’ex Real finisce qui in pratica. Per tutto il primo tempo è un piacere osservare il fluido talento del Joker e il più bel jumper, come gesto, della NBA (Porter Jr): le attese erano per un secondo tempo positivo dei Nuggets, mentre PHO aveva solo 7 tiri da Booker, 0 pti da Paul. Anche 1 solo reboff, quasi mai maglie col sole a lottare nel pitturato: di certo un ordine dal pino, ma il talento di Ayton pareva troppo sacrificato a impedire il gioco in transizione di Jokic. Nel secondo tempo, DEN arriva a +10. Poi basta. Jokic sbaglierà 9 degli ultimi 11 tiri; dopo 34 mins aveva 19 tiri, solo 4 nei 14’ seguenti; i Nuggets avevano realizzato 70 pti in 28’, dopo ne realizzeranno solo la metà; dal 55% dal campo at the half piomberanno al 46. DEN completamente OFF. La prima scossa per i Suns arriva da Mikal Bridges, poi pian piano si aggiungono tutti quelli del quintetto e Torrey Craig consuma la vendetta nei confronti della ex squadra: un 3 and D preziosissimo che i Nuggets han lasciato partire con leggerezza post-Bubble. Detto che la partenza lenta di Book e Paul ha agevolato una ripartizione dei tiri più diffusa, bisogna rendere merito a Monty Williams nel momento esatto in cui stava perdendo la corsa a Coach of the Year (Thibodeau). Quando una squadra finisce con i dati seguenti una gara (in casa, gara 1 delle Conf Semis, pressione a mille) in cui ha avuto non poche difficoltà, è segno che è allenata benissimo. Tutto il quintetto in doppia cifra, 4 con 20+; nessuno meno di 31 mins, nessuno più di 38; 12-12-13-13-14: la ripartizione dei loro tiri. DEN avrebbe bisogno di una cosa impossibile: il ritorno di Jamal Murray, perché il giochetto front-line vs back-court ha funzionato vs i Blazers, ma pare difficile vs i Suns. Le tre guardie di coach Malone hanno tirato 8/26, plus/minus negativo a 42 e 5 perse: le 3 di Phoenix ne han perse 7 su un volume superiore di possessi ed efficacia, 19/34 dal campo, +35.
PHI 1 ATL 1. La W era obbligatoria per i Sixers, è arrivata aprendo e chiudendo. Gli Hawks non sono mai stati avanti, ma nei quarti centrali le due squadre sono sempre state a contatto. Molto merito di Gallinari e Huerter, gli unici Falchi ad avere buone % di tiro: combinati 41 con 15/25 dal campo (8/14 da 3). Tolti loro due gli altri Hawks 3/16 da 3 e poco meglio da 2. Anche un po’ di stanchezza per ATL, reduce da una serie molto fisica vs NY. Per i Sixers ormai Embiid è stabile attorno ai 40, e non si può fare a meno di pensare dove sarebbe questo giocatore senza tutti gli infortuni e in un ambiente pienamente costruttivo. Ben Simmons continua ad essere l’uomo più enigmatico della NBA: 35 mins, grande difesa, buona leadership, ma solo 3 tiri dal campo. Magic Johnson diceva che la sua idea di gara perfetta era 1/1 da 2, 1/1 da 3, 10/10 dalla lunetta e 20 assist: è vero che non è necessario sparare come pazzi per dominare le gare, ma BS è in ogni caso sotto ai criteri imposti da Magic. Si va ad ATL con la serie ancora viva e una certezza: Trae è uno dei volti principali della nuova NBA, raramente visto un giocatore ai suoi primi PO dominare l’arena nemica anche nella sconfitta come fa lui.
UTAH 1 LAC 0. I campioni hanno questo: possono perdersi, infortunarsi, avere un carattere di merda e concentrazione rivedibile, ma rimangono baciati dal dono. Sfido (quasi) chiunque a sapere che DeMarcus Cousins avesse giocato quest’anno 41 gare. Bene, in una stagione che il 90% delle persone nemmeno sapeva che lui avesse disputato, le sue stats sono state 8.5 + 6: tanti che si allenano con costanza, in piena salute e senza mai menare la compagna non riescono a totalizzarli (stanotte 6+3 in 4 mins, ma anche 3 falli). Intro che serve a dire che Lue ha giocato la carta della profondità max in una notte in cui quella dei suoi avversari era ammaccata: Conley out (risentimento muscolare), Joe Ingles riportato in quintetto. Molto delle difficoltà di Utah nasce dalla differenza tra Conley e Ingles, gran passatore ma non una vera pg, non dotato dei ritmi che MC possiede. Il resto sono state le %, aka difesa dei Clippers (Utah ha mancato 15 triple di fila tra min 2 e min 11 della gara). Contro una squadra alta e dotata di Gobert, Lue ha rigiocato microball con Gemello Marcus da centro, traendo benefici. Però le mancanze “di palestra” del coach sono emerse: come in prima divisione una squadra attentamente allenata si nota per esempio dalle rimesse quando pressata. I Clippers hanno commesso 3 volte lo stesso errore su rimessa in momenti in cui avrebbero potuto andare +15/+17, uno di questi ha generato il terzo fallo di Kawhi a fine primo tempo. Appena le % sono calate (Morris+George 8/31 dal campo), i Clippers hanno di nuovo perso una testa che non hanno in quanto mancano del coach. Che ha un gran record attorno al 67% di W/L nei PO: significa in realtà che ha perso un terzo delle partite avendo sempre in squadra LeBron o Kawhi, Kyrie o PG13, Love o Jackson. Perdendo di 3 in casa del miglior record NBA, vs una squadra che gioca basket modello EuroLega, sono importanti quei dettagli: LAC solo 8 perse, ma i Jazz solo 7, e alla fine la differenza è esattamente 1 possesso. Grande secondo tempo di Donovan Mitchell (45, 16/30 dal campo) per i Jazz, solito Kawhi e ottimo Kennard (18 con 4/6 da 3) per ClipperTown.