Continuano i PO 2022, eccone alcuni spunti di analisi.
I Golden State Warriors, lo M.I.T. del Gioco, hanno forzato la serie di primo round West vs DEN al vantaggio 3-0, da cui nessuno mai è riemerso. Lo hanno fatto mettendo in opera un altro dei loro progetti di ricerca vincenti, schierando un quintetto con Draymond Green centro e 4 piccoli che nella vulgata del tifoso appaiono come tiratori/realizzatori, come “solo triple/solo attacco”, come (uno di essi) “colui che ha rovinato il basket”. La realtà è differente.
Steph, Klay, Jordan Poole, Andrew Wiggins, Dray-G: il quintetto. In epoca (ultima dozzina di anni) di gente che migra + accetta paycuts + si circonda solo di chi dice lui, gli Warriors hanno sempre vinto, e continuano a farlo, con gente da loro scelta, da loro costruita, da loro ri-costruita. (Fra parentesi: il loro basket ha più dai-e-vai di un allenamento di minibasket, altro che solo triple). Questo quintetto ha tenuto i Nuggets a 2 canestri negli ultimi 3 mins di Gara3 stanotte, altro che solo attacco. È un quintetto di apporto “esterno” nullo: tutti giocatori da loro scelti o voluti sul mercato, o, meglio dire, sul marciapiede. Non è un caso siano qui i tre più seri candidati al Most Improved 2022: Guantino, Wiggins e Poole. Poole, in particolare, stanotte ha segnato il punto 86 nelle prime 3 gare di PO in carriera: solo uno lo precede nella Storia NBA, indovinando chi sia troverete che JP è in realtà primo tra gli esseri umani. Quando ce n’era bisogno (ultimi 3 mins): Poole ha inventato un effetto reverso su un lay-up rovesciato RIFIUTANDO una tripla, Klay ha preso il primo rimbalzo della sua gara, Steph ha preso lo sfondamento di Gordon, Wiggins ha imbucato la tripla-pugnale dopo averne fallita una identica 15 secs prima, Draymond ha rubato la palla dell’ultima speranza al palleggio di Jokic. Buonanotte.
In assenza di Luka, i Mavs hanno scoperto che lo Sloveno ha reso Luka-ish il già valido Jalen Brunson. Il figlio di Rick ha gran merito nelle due W di DAL (una in trasferta): #2 e 3 lo hanno visto scrivere 41 e 31, 27/47 dal campo e un rapporto positivo tendente a infinito tra ass (10) e perse (0). In realtà anche coach Kidd sta facendo il suo dovere per riparare alla c….ata fatta dando troppo campo a Luka nell’ultima di RS in cui è accaduto l’infortunio: sta vincendo la sfida con coach Snyder sul campo della tattica e del tempismo dei cambi. Utah, infatti, è parzialmente tradita dai suoi lunghi: l’ombrello atomico alternato Gobert/Whiteside non funziona quando gli avversari giocano “5 fuori” e quando il lungo avversario tira 12/16 da 3 (Kleber) nelle due W; i due centri, Whiteside soprattutto, sono stati però spesso pigri nel bloccare le non frequenti incursioni nel pitturato. È anche vero, però, che alcune scelte di Snyder, lungo la stagione e nella serie, stanno danneggiando Utah. Mi riferisco al non aver voluto tenere né Niang né Ingles, che contro i lunghi di DAL farebbero molto comodo: si ritrova a dover dare campo fin dal primo quarto a gente come Danuel House e Juancho Hernangomez; penso all’assurdità di dare spazio a quei due invece che a Paschall (che tra l’altro conosce bene Brunson: campioni NCAA 2018, Villanova), e al non mandare sempre uno dei suoi in post alto per fronteggiare i cambi di difesa uomo/zona all’interno del medesimo possesso ordinati da Kidd.
INFORTUNI e RITORNI. Non solo Luka. Pesa, nonostante tutto, l’assenza di Robert Williams per i Celtics, peserà il ritorno in campo di Ben Simmons, pesa lo stop lungo (fino a 3 settimane) per Devin Booker. Senza lui nel quarto conclusivo PHO ha perso incredibilmente da NOLA: 3 cose da dire al proposito. L’importanza di Booker: aveva 31 in 25 mins prima di farsi male. La forma di Brandon Ingram (buttato nel cesso da LeBron): contando il Play-In 30/56 a 27.3 di media. “Playoffs Paul”: nome o cognome che sia, è un soprannome che eviterei di dare per regolamento….
La situazione delle serie:
BOS-BKN 2-0
PHI-TOR 3-0
MIL-CHI 1-1
MIA-ATL 2-0
MEM-MIN 2-1
GS-DEN 3-0
PHO-NOP 1-1
DAL-UTA 2-1