I previsti decimi classificati del Power Ranking di Baskettiamo.com
EASTERN CONFERENCE #10: CHICAGO BULLS. La stagione successiva ad una rivoluzione non è mai in discesa, ammesso che la rivoluzione sia completa. Facendo un paragone col roster della scorsa stagione, ci si accorge immediatamente di come il nono posto del 2016 sia stato un fallimento, e di come anche un leggerissimo miglioramento nel 2017, che porterebbe i Bulls all’interno della Playoff Picture, rappresenterebbe invece un grande successo. Non sarà Chicago a dare l’ultima occasione a Rose, che partito per New York, viene rimpiazzato da un altro figlio della città del vento, più esperto ma anche più anziano dell’MVP del 2011: Dwyane Wade. La leadership, che partito DR sarebbe dovuta spettare a Jimmy Butler, sarà ancora contesa tra lo stesso e l’ultimo arrivato Flash. Sebbene sulla carta rimpiazzare Rose con Wade e Rondo sia un discreto affare, per il front-office e per i tifosi tutto ciò rappresenta una resa. Una resa al fatto che il mostruoso giocatore visto qualche anno fa potrebbe non tornare più. Altra partenza eccellente è stata quella di Pau Gasol, andato a caccia di altri anelli a San Antonio. Inutile dire che uno come Pau lascia sempre un buco, qualunque squadra lasci e qualunque possa essere il suo sostituto. Passiamo dunque all’analisi del roster attuale. Lo spot di PG sarà occupato inequivocabilmente da Rajon Rondo, che viaggia ad un ritmo tutto suo e che può portare con identica semplicità una squadra alle stelle o alle stalle. Wade e Butler dovranno convivere, con Jimmy che giocherà da ala piccola. Nessuno dei due è temibile oltre l’arco, e Butler tende ad aver bisogno di tanti palloni a disposizione per incidere davvero. Gli unici ad essere dotati di un tiro apprezzabile sono Mirotic e McDermott, che potrebbero anche convivere se ci fosse solo una guardia da mandare in campo. Inoltre anche Taj Gibson, che un po’ di acqua al mulino la tira sempre, dovrà avere i suoi meritati minuti. Sotto i tabelloni Gemellone Robin Lopez potrebbe anche impressionare più dell’ultimo Noah, che con una mentalità anche lievemente più offensiva di quella di coach Thibodeau fatica. Lopez è più mobile e più agile, ovviamente con meno potenziale difensivo, ma nel complesso un buon rimpiazzo. Uno che potrebbe aggiungere tecnica e tiro alle rotazioni dei Bulls può essere Denzel Valentine. Il rookie da Michigan State però, potrebbe non solo soffrire dello stesso complesso di Buddy Hield e degli altri grandi realizzatori NCAA, ma anche di una scarsità di spazio, ingombrantemente occupato dai già menzionati Wade e Butler. C’è dunque un durissimo lavoro ad attendere Fred Hoiberg, che oltre a dover far girare una squadra composta in maniera atipica, dovrà anche riuscire a dimostrare di poter fare il definitivo salto dal college basketball alla NBA.
PAYROLL: milioni 95,4$. Monte ingaggi medio-basso, con Wade in player option a fine stagione e tante team option (Mirotic su tutti) da esercitare. Dal punto di vista finanziario una situazione ancora abbastanza manovrabile e passibile di cambiamenti, con anche un discreto spazio in vista dei nuovi aumenti di salary cap. Da qui affermiamo infatti che la rivoluzione potrebbe essere solo agli inizi.
WESTERN CONFERENCE #10: DALLAS MAVERICKS. Altra squadra più che parzialmente rifondata. L’addio di Chandler Parsons, rimpiazzato da Harrison Barnes sicuramente dà qualche possibilità di cambiamento in più. Parsons infatti sembra essere un giocatore ormai completamente formato, il Falco Nero invece ha ancora ampi margini di miglioramento. L’ex Warriors infatti ha grande potenziale e giovane età, prendendo per un caso isolato gli ultimi playoff (giocati ai limiti della dignità), potrebbe candidarsi a diventare una certezza in Texas. WunderDirk Nowitzki ha un altro anno di contratto con team option per un altro. Non avendo informazioni certe su quale potrà essere l’ultima stagione del tedesco non ci sbilanciamo, ma sappiamo che molto dipenderà proprio dagli sviluppi della prossima. Insieme a Barnes, sempre da Golden State, arriva Andrew Bogut, che non è esattamente uno per cui si riempiono le arene, ma uno che può dare un più che consistente apporto a qualsiasi difesa sì. Il backcourt resta invece sostanzialmente invariato, con Deron Williams che dovrebbe aver abbandonato ogni sogno di dominio, ed il poco costante Wes Matthews, in grado di essere una fantastica macchina da punti e difesa quando si infiamma, ma come detto privo di una buona continuità di rendimento. Il problema fondamentale dei Mavs è che la squadra termina sostanzialmente qui. Gli stalloni sono un altro esempio di buon quintetto supportato da una panchina tutt’altro che degna. Guardando ai giocatori di rotazione di Dallas non troviamo nessuno in grado di poter essere decisivo dal pino. I primi tre ad avere minuti uscendo dallo starting 5 dovrebbero essere Devin Harris, non più giovanissimo anche se con qualche punto nelle mani, Quincy Acy, incapace di incidere neanche nel nulla dei Knicks senza Melo, e Dwight Powell, che forse è il migliore rincalzo della squadra. Per il resto Seth Curry difficilmente si trasformerà nel fratello, JJ Barea ancor più difficilmente replicherà le eroiche prestazioni dell’anno del titolo e Salah Mejri non illuminerà se non per grande voglia e tenacia.
PAYROLL: milioni 108,4$. Il settimo più alto della lega, con la sempre pendente situazione Dirk, che sposterà sicuramente ogni obiettivo e strategia finanziaria del futuro. Oltre ai 25 dobloni di DIrkone, c’è da pagare il pesante contratto di Harrison Barnes, la cui scelta di non fermarsi a trattare con nessuno prima dell’aumento del cap alla fine ha ampiamente pagato (quadriennale da 100 milioni). Mark Cuban non ha mai avuto problemi a spendere soldi, a buttarli però decisamente sì, dunque una volta definito il futuro di Nowitzki ci sarà molto da decidere in casa Mavs.