Oggi negli USA si volta il Mid-Term, e la NBA non giocherà. Motivo per cui ieri si sono giocate tutte le 15 gare disponibili.
Potevi scegliere di guardare come gli Hawks hanno ben sopportato il primo tempo di MIL per poi travolgerla infliggendo ai Bucks il secondo (solo) KO di stagione; oppure ammirare la solidità di POR e NY che giocano in maniera poco gradevole ma hanno raggiunto un livello di consapevolezza notevole; chi ama il sado o il maso (a seconda se tifi o meno per i gialloviola) ha potuto guardare i Lakers prenderne 139 (come i prezzi di Benetton: 29,90 non è 30, 139 non è 140) dai Jazz; avresti puntato facile contro i Nets nel quarto periodo e infatti hanno perso di 2 vs DAL perdendo di 3 l’ultimo quarto. OPPURE. Potevi ricordarti che, se non BOS vs GS, lo scorso anno le Finals sarebbero state BOS vs MEM, e guardare la migliore partita dell’anno finora.
SMART e JA. Il primo quarto dei Celtics è stato particolarmente difficile, sono stati tenuti a galla dalla loro pg: è il DPoY in carica, ma ieri era in versione offense. 10 pti e 3 assists (16 pti totali) nei primi 18 dei Celtics, per lui alla fine del primo quarto 22 di produzione offensiva tra pti e ass, il quarto miglior periodo in carriera per lui, il numero uno in trasferta. Nel secondo quarto, dall’inizio fino a 7:15 alla fine, la riscossa e il parzialone di BOS: 18 a 0 ottenuto in assenza di Ja, diventato 24 a 4 una volta che coach Jenkins non ha potuto fare a meno del suo leader. Lo scorso anno il MVP dato a Jokic ha derubato uno tra Morant e Embiid del premio; a proposito di Morant, una delle motivazioni è stata la rilevazione che, in sua assenza, i Grizzlies avevano vinto il 95% delle 22 gare in cui lui era rimasto a sedere: un appiglio per chi lo vedeva come non fondamentale. Nulla di più sbagliato: vediamo perché.
TAGLI. A differenza della maggioranza quasi assoluta delle squadre (non solo NBA), Grizzlies e Celtics usano sì il campo in larghezza (aka: triple dagli scarichi e anche in contropiede), ma non dimenticano l’interno. In ogni loro attacco, schierato o transizione che sia, esiste sempre (almeno) un uomo che taglia verso il pitturato con l’intenzione di ricevere. Ripeto: taglia, si muove, NON si piazza in post e funge da perno del ribaltamento. Questo accade perché sono formazioni ben allenate e composte da uomini che hanno grande propensione (SuperStar comprese) a passarsi / passare la boccia. Dalla qual cosa deriva che, in assenza di uno dei Jays o di Morant, siano capaci di vincere, vincere tanto. Ecco perché Ja è stato derubato: era o lui o Embiid. Ovviamente vale anche il discorso difensivo: l’anno scorso BOS difesa n.1, MEM n. 3.
NO HARDEN. A proposito di Joelone e dei Sixers, l’nfortunio di Harden sta confermando la mala-costruzione della squadra. Senza La Barba, anche Doc Rivers pare un allenatore e Embiid (33-10-5, 1 stoppata, 37 mins), pur in serata orrenda al tiro, ha modo di fare vedere la differenza tra sé e Ayton (14+7, 1 stoppata, nessun assist, 31 mins), col Nuovo Caraibico uscito distrutto dal confronto.
TIRI LIBERI. Utile panoramica in un giorno in cui non c’erano molti scontri diretti tra grandi, ma tutti hanno giocato. Embiid: 16 lunette. Booker 14, Giannis 8 (ma su solo 16 di squadra), Lillard 9 (anche in questo caso quasi la metà dei totali di POR), Tatum 16, Doncic 12; pur ammirando il giocatore lascerei da parte i 12 di De’Aaron Fox, non il top per continuità. Il discorso delle lunette concesse ai grandi giocatori, alcuni dei quali (Embiid, Doncic, Antetokounmpo) sono posizionati tra 10 e 12 liberi/gara, apre già il dibattito su come siano interpretati i contatti a seconda di chi li subisce.