Quattro gare nella notte per un totale di tre overtime. I King hanno trascinato oltre il dovuto e vinto una gara che avrebbero dovuto perdere. In questo periodo la corsa alla first pick è di moda quasi quanto quella ai playoff. Il prossimo draft sembra piuttosto ricco: tra i primi 10 ci sono diversi pezzi pregiati, pronti a caricarsi sulle spalle le tante squadre che da anni aspettano un messia che le salvi. Sacramento, per come ha gestito più di una situazione, era una delle più quotate nella corsa alla sconfitta, ma stanotte gli è andata male. De’Aaron Fox, l’ultimo eletto della California, è arrivato di prepotenza ad appoggiare al vetro per forzare il tempo supplementare. De’Aaron con quel canestro ha ridotto sensibilmente le sue possibilità di giocare di fianco ad un DeAndrè l’anno prossimo. Nei minuti aggiuntivi Zach Randolph ha steso Miami con una bomba in apertura, portando i Kings a vincere quando non avrebbero mai dovuto né voluto. Non una tragedia per Miami, che ha ancora un discreto vantaggio su chi aspira all’ottava posizione.
Le squadre mutilate da infortuni e precauzioni sono qualcosa a cui la NBA ci ha abituato in questo periodo. Un esempio perfetto sono i Boston Celtics, privi di Brown, anche se per pochissimo rispetto alle aspettative, e con Kyrie che potrebbe rimanere in freezer fino alla post-season. L’obiettivo dei biancoverdi somiglia sempre più ad una finale di Conference da protagonista, con vista su una possibile rapina alla gioielleria della Baia. Stanotte però, nonostante un ottimo Tatum ed un Marcus Morris in versione lotta fratricida, non è arrivata la W per Boston. Dopo due overtime è Bradley Beal (34) a esultare. Senza Wall ci sono ovviamente più palloni per il numero 3. Forse troppi. In più di un’occasione se Beal non riesce ad uscire da un blocco non c’è nient’altro capace di muoversi nell’attacco degli Wizards. La rimonta gagliarda è comunque da onorare, specie dopo un primo quarto in cui i Celtics hanno segnato 37 punti dando l’impressione che la faccenda si sarebbe chiusa molto presto.
Le altre due gare della notte hanno visto i Bucks sconfitti dai Magic nonostante uno Pterodattilo da 38-10-7. Nessuno in doppia cifra a parte Giannis ed i ventelli di Bledsoe e Middleton, Parker è ancora a mezzo servizio, e la difesa ha fatto sembrare J-Thon Simmons (35) uno scorer di primissimo livello. L’ex Spurs si sta costruendo un buon futuro da role player, ma non esattamente da inceneritore di retine. In California invece i campioni hanno banchettato allla Oracle Arena contro i Lakers. Warriors stanotte mutilati quasi quanto i Celtics: assenti Curry, Thompson e Green. Gardando i numeri si potrebbe pensare a dei gialloviola capaci di tenere il campo contro Durant e i “numbers” della Baia, così non è stato. Il punteggio lievita in maniera fisiologica quando giocano gli Warriors, e anche se la forbice è stata di soli 11 punti LA non è mai stata davvero in partita. KD (26) non ha tirato benissimo, ma alla fine è riuscito comunque a spuntarla.