Durante una chiacchierata con Sam Amick, redattore del seguitissimo sito sportivo americano The Athletic, anche Damian Lillard si è espresso sulla dibattuta questione del titolo MVP 2021 della NBA. E’ ormai un fatto noto che i principali candidati all’ambito premio sono due “centri” di talento: Nikola Jokić (Denver Nuggets) e Joel Embiid (Philadelphia 76ers), e val la pena di ricordare che l’ultimo “centro” a ricevere il premio MVP è stato Shaquille O’Neal (Los Angeles Lakers) nel lontano 2000.
Lillard, star dei Portland Trail Blazers, riferendosi a Nikola Jokić ha dichiarato: “Ha dominato sin dall’inizio della stagione ed è avvantaggiato su Embiid poiché quest’ultimo ha saltato numerose partite (21, ndr) e la cosa potrebbe danneggiarlo non poco. Jokić è stato più continuo sotto questo aspetto (72 presenze, ndr), mostrando peraltro un rendimento costante. Inoltre, Jamal Murray si è infortunato, Will Barton si è fermato a sua volta, eppure i Nuggets hanno continuato a vincere. Il serbo quindi merita maggiormente il titolo di MVP.”
C’è però un terzo incomodo in questa contesa ed è rappresentato da nientemeno che Stephen Curry (Golden State Warriors). Steph, indipendentemente dall’essere un player fenomenale, è soprattutto “statunitense” al contrario dei due antagonisti. E questo non costituisce un particolare trascurabile in termini di puro campanilismo se consideriamo che in caso di terzo posto per il play/guardia dei Warriors, si verificherebbe, per la prima volta nella storia della NBA, il caso che i due contendenti non siano di nazionalità americana. Del resto, non molte settimane fa, Predrag “Saša” Danilović, nella sua veste di Presidente della Federazione cestistica serba, ha espresso forti dubbi sul fatto che un giocatore non statunitense possa aggiudicarsi un titolo così prestigioso, anche se assolutamente meritato. Dovremo pazientare ancora un po’ per conoscere la fine della storia.