Quali Blazers saranno? Quelli partiti a razzo nella scorsa stagione o quelli che han finito talmente lenti da perdere il fattore campo?Quelli bellissimi che hanno eliminato Houston o quelli miseramente sweeppati da San Antonio nei playoffs?
Franchigia con un titolo nei 70’s, con Finals nei 90’s, e in generale di grande tradizione. Parte della tradizione riguarda però anche particolari non proprio positivi, a cominciare dalla semplice, deleteria sfortuna. Da Walton (almeno sano a sufficienza per vincere l’unico Anello) a Jim Paxson, per continuare con Sam Bowie, Brandon Roy, Greg Oden: sono 5 prime scelte costrette a prematuri ritiri e a infernali soste ai box, che poi avrebbero condotto al ritiro o a stop talmente lunghi che qualche frutto lo avrebbero raccolto altrove.
Non sono neppure vincentissimi, perché The Glyde dovette andare a Houston per guadagnarsi il titolo. Molti fanno risalire questa poco allegra consuetudine di perdere le Finali alla rilassatezza che si respira nella città e nello Stato, e forse non è un discorso folle.
Quindi, anche contando che, a parte Damian Lillard, nessuno dei giocatori di maggior talento è un cuor di leone, li metto dietro Memphis (dove gioca un altro illustre emigrato dall’ Oregon, Randolph) e Golden State, ma le ragioni del pronostico sono essenzialmente ambientali e psicologiche, perchè tecnicamente i Blazers sono una grandissima squadra, e hanno cercato di puntellare con l’innesto di Kaman il loro punto più debole, ossia lo spot di 5.
Li allena uno che giocava a Cantù in tempi che definire eroici è poco, uno che, di 10 anni da pro, 7 li ha spesi tra Italia, Francia e Spagna e dunque conosce il nostro continente: con Batum ha visto strabenissimo, con Freeland un po’ meno, con Claver, invece, siamo davanti ad un altro caso-Datome, giocatore fortissimo che non riesce a incidere o a convincere il coach nella NBA. Hanno anche tre ragazzi attesi in rampa di lancio: se fossero contemporanee, l’ esplosione di McCallum (Summer League da urlo!) + Leonard, e la conferma dei miglioramenti di Robinson (fantastici playoffs lo scorso anno) sarebbero il quid necessario per poter ambire a mete molto, molto elevate.