Quest’anno i Toronto Raptors entrano nel prime-time delle carriere del nucleo principale di questo roster.Compresa quella che domani prende il via, avranno due o tre stagioni in cui dare tutto per arrivare ai massimi traguardi. Purtroppo non credo che attualmente il loro organico abbia la profondtà necessaria per raggiungere almeno la Finale di Conference.
Di certo hanno ben operato durante l’ estate, e il loro GM Ujiri ha dimostrato di essere uno dei più oculati della NBA: in primo luogo è intervenuto migliorando la panchina, che lo scorso anno fu tra le peggiori della NBA. Ancora, però, non basta.
Il percorso virtuoso iniziato dal management con il via libera dato a Bargnani e Gay nelle due passate estati, è continuato in questa con la firma di Lowry a cifre ridicole per la media tenuta ultimamente dai contratti di giocatori di quel valore, e si è cofermata la capacità di conservare i talenti e svilupparli (ricordo perfettamente il primo anno di Amir Johnson e di DeRozan, e non erano come adesso..). Per questo suona meno “esotica” la chiamata al draft (quella notte la scelta fu un po’ presa in giro dai commentatori americani) di Bruno Caboclo, giovanissimo giocatore brasiliano che non doveva poi essere un completo sconosciuto negli USA, dato che tra 2013 e 2014 era stato un paio di volte a perfezionare la meccanica di tiro da coach Franco a Raleigh. La franchigia del Nord è simaptica e ben diretta, ma difficilmente in questa stagione andrà oltre la vittoria della Atlantic Division.