Implacabile e spietato, come e più dei compilatori di tabelloni e calendari, arrivo anche a Pasqua, augurandomi di non rovinarvela, cari aficionados.

1 – EFFETTO PARIGI. Madrid – Parigi: 154 pti fra le due squadre. 77 di media: esattamente i ppg dello Zalgiris, la squadra che ha segnato meno in RS; mediamente i ppg in EL sono stati 83.7 nel 24/25. Si dice: in post-season si abbassano i punteggi, si restringono le rotazioni. PBB ha vinto il Play-In, fuoricasa, segnando 2.7 meno della media EL, 5.4 meno della propria, tenendo il Real 11.1 pti sottomedia. In senso lato ha anche ristretto le rotazioni: sempre seduto Cavaliere, che ha giocato tutte le gare di RS a 11 mins di media, mentre è stato in campo Kratzer (centro vero: effetto Tavares) che ha giocato solo due/terzi di RS. Questa squadra ha svegliato il panorama di EL. Ha dimostrato tutto e sconfessato ogni luogo comune e nel momento più verità di tutti quelli che già ha superato, ha sconfessato sé stessa obbedendo alle regole dei benpensanti dei cesti. A fine di ogni periodo sempre in testa, un solo quarto perso, in tilt completo l’ego del Real. PBB non è una squadra facile da allenare, richiede sensibilità e attenzione. Rifugge dai cambi pre-datati e dal pilota automatico. Quel che veniva additato come grossolano e folcloristico, per esempio i frequentissimi cambi 3 x 3 o 4 x 4, è studio e allenamento e conoscenza. Ora Parigi è una squadra top-8 in EL, significa élite quindi chissà se è così sicuro che Splitter, TJ, Ward, Jantunen andranno via. Certo il denaro conta, ma sono già in una grande squadra: sono loro stessi la grande squadra.

2 – REAL. Lasciamo da parte tecnica, tattica, esito del P-In. Consideriamo il bilancio 24/25: 45 MM, 20.5 gli stipendi netti; rappresentano rispettivamente un anno e mezzo di lordo o un anno e 4 mesi di netto del costo del solo Mbappé della sezione fùtbolista. Se anche le cifre del basket dovessero essere di totale perdita, sarebbe sgradevole ma sostenibile per la casa madre. Tuttavia, Florentino potrebbe farsi venire qualche domanda circa il comportamento del management del baloncesto. Lo storico DS (dal 2010) Juan Carlos Sanchez Lazaro è stato affiancato da figure potenti come Felipe Reyes e Rodriguez. Il Chacho è più mirato a occuparsi di NBA, ma da fissare, ovunque il Real giocherà, sono lo scouting, la cantera, le trade. Dopo Doncic non sono più arrivate guardie di livello (Alocen e Spagnolo sono inadeguati), ma solo ali e lunghi (Garuba, Ndiaye, Gonzalez). Anche per questo, la forbice arrivi/partenze è negativa negli ultimi 3 anni. Rudy e Chacho out, Yabusele andato, Poirier andato, Causeur andato, le trattative fallite in estate per Osman e Bertans, gli arrivi inutilissimi di Finney-Smith e Fernando. Inutili in sé o per scelta. Vs PBB il centro è rimasto fuori per scelta del coach. Probabile Chus avesse in mente la prova di Ibaka nella W di 1 contro Parigi a fine RS (11 pti, 5 rebs di cui 4 off, 15 di valutazione, +20 di plus/minus) quando Fernando era out scavigliato. Forse non aveva guardato bene, il coach, che il 26 di valutazione di Tavares era accompagnato a un bel -16 di +/-. Perdurando il minutaggio in picchiata di Gonzalez (6, 5, 0, 0, 0), poteva avere senso dotarsi di un lungo in più vs PBB. Invece l’investimento di mid-season si sta rivelando completamente fallimentare e/o ignorato.

3 – TAVARES. Due giorni prima del Play-In era uscita la classifica dei falli tecnici. Ataman il più sanzionato (12). Ma se poi si fa la somma dei falli tecnici allenatore + panchina, il Real recupera: Pana 16, Blancos 13. Il fallo tecnico fischiato a Tavares nei primi minuti della gara è davvero del tutto svincolato da questi dati? Ovviamente i refs e gli uffici dei refs non hanno bisogno della pubblicazione, conoscono già tutto: ma la rapidità con cui il giocatore è stato sanzionato, per un comportamento che tiene praticamente sempre (quasi identica nel 2’Q vs BAY), è stata davvero singolare.

4 – KARCHENKOV. I primi minuti di Bayern – StellaRossa facevano sembrare i Bavaresi spacciati. Quello che combinavano in difesa era oltre l’orrore. Herbert è un grande coach: è campione del mondo e bronzo europeo. Sa sviluppare e dare fiducia ai giocatori. Carsen Edwards è sbocciato sotto di lui, non al Fener; Dennis Schroeder nella NBA non gioca come riesce a fare in Nazionale; il Devin Booker sbagliato è stato molto meno sbagliato in questa stagione; nessuno sa usare Voigtmann come lui. E aveva capito benissimo la china che la prima gara del Play-In aveva preso, con i Bavaresi dominati soprattutto nel confronto tra ali e mezzi-lunghi, dove Kalinic e Petrusev stavano affettando Booker, Giffey e Lucic. Non ha esitato: ha messo dentro la sola wing che gli restava, il 19enne Karchenkov (22 gare in RS, 6:36 mpg, 44 tiri in tutto). Risultato: Larry Bird. 4/4 da 2, 1/1 da 3, scelte sempre esatte, difesa, rimbalzi. Esempio per i compagni, rimonta tedesca, malumori serbi che iniziano a serpeggiare. Alla prima persa, un 1 vs 1 un po’ troppo fiducioso, richiamato in panca ma la scossa era arrivata, e se vai a vedere i suoi minuti trovi 6:26, quel che era abituato a giocare: l’allenamento non è mai un caso e Karchenkov stava uscendo da quella che al momento è la sua zona. Così si allena, e si cura anche la personalità di un giocatore in fieri. Ask Caruso?

5 – WEILER-BABB. In RAI noto come Uàllabob o Uollabèbb. In un Decalogo recente ho parlato di come sia abbastanza facile trovare un altro Carsen Edwards, molto meno facile un altro NWB. Per dare l’idea di come funzioni mediamente lo scouting in Italia (i picchi sono eccezioni, ma esistono), serve considerare anche quel che si dice / si spaccia sui media, a proposito dei giocatori, da parte di esperti (…). NWB è in procinto di cambiare squadra (ASM), al Bayern arriverà un buy-out di 700mila euro. Questo fatto è stato commentato come esempio di mercato sciocco e spendaccione per “la quarta guardia del Bayern”. Puoi anche pensare che il leader dei recuperi di EL, appena nominato Best Defensive Player, sia un brocco: significa che non guardi le gare (o non le capisci), ma la posizione “brocco” rientra ancora nel novero delle opinioni, quindi, bene o male, è accettabile. Però ha il secondo minutaggio tra le guardie bavaresi. Quarta guardia con il secondo minutaggio (basta guardare il sito di EL per scoprirlo) e due trofei stagionali? Sinceramente: col cavolo. Come funzionano i buffi telecronisti RAI, come funziona il sedicente esperto di turno, così, ahimé, funziona il sistema di scouting. Male, malissimo.

6 – BOLOMBOY. Il 20 dicembre 2024 diceva: mi è mancato tantissimo il basket. Purtroppo si è infortunato ancora, lo sappiamo tutti. I due seri intoppi che gli sono capitati in stagione gli impediscono di figurare per quello che è: se non il migliore centro dell’anno, almeno il dominatore dei rimbalzi. Ha una sola gara meno di Lauvergne, che in classifica può entrare: ma le regole sono regole. Meglio quindi ricordare che ha raccolto 8.3 rimbalzi/gara, 1.4 in più di Tavares, che sarebbe il secondo ma figurerà come capo dei raccoglitori di stagione. Lo scenario migliore del suo recupero avrebbe toccato la metà di maggio, quindi non avrebbe potuto aiutare lo stesso i suoi compagni nei PO, se si fossero qualificati.

7 – ZVEZDA. Sfairopoulos e i dirigenti serbi hanno avuto molto da eccepire sull’arbitraggio, ma, al di là della solita pesantissima inadeguatezza, i refs non hanno compiuto nefandezze ai danni di Belgrado. Infatti le proteste si sono immediatamente appellate ai soldi (“paghiamo ECA per farci prendere in giro”), allo storico stagionale (“siamo stanchi di subire ingiustizie, mai siamo stati trattati come quest’anno”… il che ammette che ci si aspetti “trattamento” e che in altri momenti sia stato “migliore”), alle minibugie (Sfai: “è la prima volta che parlo di arbitri, e lo faccio per dire che sono stati ingiusti”, ovviamente non è la prima volta, pur essendo lui un coach sul serio misurato). Mi interessa anche fare notare una cosa sull’episodio, definito scandaloso dai Serbi, che ha visto coinvolti Kalinic e coach Herbert a fine gara. In uno dei primi Decaloghi di stagione avevo dedicato un punto a Branko Lazic, solo 10 gare con 5 mins di media in EL ma 3 volte Miglior Difensore di ABA League negli ultimi 5 anni (per dare una dimensione di quel cha accade in quella lega). Il Toro di Loznica (per dare una dimensione del personaggio), 14 anni alla Zvezda, è a fine carriera, ma rimane un validissimo provocatore e difensore delle ragioni serbe, soprattutto quando le cause, come vs il Bayern, sono perse. Vi allego la foto di una cosa che i giocatori non devono fare mai: confrontare così dappresso il coach avversario, e Kalinic si avvicina. Qualsiasi cosa possano dire i dirigenti della StellaRossa: Herbert ha solo reagito.

8 – SARR. Diversa vita ed esposizione avrà, in NCAA, Dame Sarr. Che ha fatto benissimo a volare in USA e giocare nella vetrina patrocinata da Nike e troverà posto in un college di primissimo livello (Kentucky, Miami, BYU, Illinois che è piena di non USA) con un contratto che non chiamerà, per un prospetto che si è regalato un 17+4 agli Hoops, meno di 1MM$$. Farà bene, anche se potrebbe, a non dichiararsi per il Draft NBA quest’anno: la parata in NCAA con quel tipo di contratto e visibilità gli frutterà almeno 5 MM$$ complessivi in più sui 4 anni del rookie-contract quando sarà scelto nel 2026. E mettiamoci l’anima in pace, dovesse andare in franchigia costantemente nei PO, sulle sue apparizioni in Nazionale.

9 –BOLOGNA, la MACRON, ST.BONAVENTURE. Nei primi anni ’80, a Bologna, il primo shop Macron era a un paio di centinaio di metri da dove abitavo, 7 mins a piedi da Piazza Azzarita. Per un dodicenne era un angolo di America, ci andavo anche solo per annusare i palloni, trovavi basket, baseball, football americano. Commessi tolleranti. In vetrina una scarpa, Converse bianca con fregio verde, firmata da Bob Lanier: il piede più lungo della NBA (58) fino all’arrivo di Shaq (62). Lanier (1948-2022), centro di Pistons e Bucks, multiplo All-Star, hall-of-famer, uomo di bontà quasi unica, ambasciatore NBA e pioniere dei programmi in Africa, è il più forte giocatore mai uscito da St.Bonaventure. Ora questo college è diventato famoso perché ne è Athletic Director l’ex celeberrimo giornalista Adrian Wojnarosky. Meno noto è che il terzo più celebre prodotto di quel college è JR Bremer, giocatore dell’Olimpia nel 2012 e 2013, ora coach di high school in Ohio e sempre in contatto con la propria alma mater: chissà che non abbia contato un suo suggerimento nell’interessare Woj su Lonati. Gioca nella Atlantic10 Conference, piena di college di impronta gesuita: alto valore accademico, medio-basso con episodici picchi nel basket (eccezione ad alto livello costante: UMass). Ci milita anche Davidson, il college di Steph. Insomma: presentimenti buoni per Lonati.

10 – PLAYOFFS! Ne condivido la necessità, ma non mi piace il Play-In: finalmente ce lo siamo levati di torno. Ovviamente ho sbagliato due pronostici su 3: PBB è passata, il Real tocca al Pireo. Non credo esistano vere chances per un Real così farraginoso e privo di riferimenti costanti (Campazzo a parte, il che è un minus). Ma in teoria dove può fare male all’OLY? Il roster del Pireo ha 17 elementi: 10 sono guardie. Dei 7 che restano, uno si chiama Spartalis e non gioca mai. Togliamo anche Vezenkov, il Papa e Peters che sono più perimetrali. Siamo a 3 lunghi di cui uno è Mo Wright, tornato da poco anche se ha minutaggio crescente (5, 9, 13, 24 dal Rd 31), uno è Fall che è simile a Tavares ma molto meno mobile, l’ultimo è Milutinov di cui conosciamo restrizioni del minutaggio (non obbligatorie, ma caldamente consigliate). Il Real al completo può mettere in campo 4 centri e sta usando uno starting-5 con Abalde da 2, Deck da 3 più Garuba e Tavares. Possono provare ad aggredire fisicamente l’OLY reduce da una pausetta (il P-In) non sempre gradita. Oltre al fatto che fare uscire Musa e Marione dalla panchina potrebbe mettere qualche granello nelle rotazioni/accoppiamenti del Pireo. Però Bartzokas vale 983 Chus, e forse la carta della sorpresa arriverà dai Greci, con Keenan Evans.