Week 34 quasi completata e tempo di dare i voti alla stagione delle squadre per la EL 21/22.

10 – BARCELLONA. Non solo per il primo posto, ma per la qualità generale del roster e la capacità di trovare giocatori su cui scommettere un po’. Exum, talento superlativo spezzato da un infortunio all’anno, è uno di questi. Non comune, grazie a profondità e qualità, poter fare a meno di Abrines, potenzialmente uno dei più prolifici scorers europei perso in chissà che meandri psico-fisici. Continuo a pensare si giochi per arrivare in finale, non per batterli.

9 – OLYMPIACOS. Pireo possiede una pepita misconosciuta: coach Giorgios Bartzokas. Un finale da 8-2, dopo una fase centrale complicata, ha portato i Greci al secondo posto: un capolavoro. Roster da 11 con i posti di coda occupati dai Greci al tramonto o carneadi (Papa, Printezis, Larentzakis) e la testa affidata al secondo miglior giocatore greco del momento, Sloukas. La differenza è nel modo in cui vengono gestiti: Bartzokas non umilia le Stelle cadenti ma le guida al tramonto facendole rendere; non mutila i minuti del Baldasso/Moraschini del caso, ma lo fa rendere; non si infila in modalità overcoaching nel cervello del suo faro, ma lo fa brillare.

8 – BAYERN. Se scommettessi avrei perso molti soldi contro i Bavaresi. Due soli centri in partenza: Radosevic ha giocato solo 14 gare e Othello Hunter, pensavo, non può continuare ad avere 28 anni dopo 28 anni che è in Europa; Zipser, l’indigeno di maggior nome, ha giocato 3 gare; nel roster sono passate (per infortuni e tamponi) ben 10 guardie (!!!). Trinchieri ha guidato alla grande la stagione 21/22, agguantando un posto nelle Élite8. Ha avuto un grande Lucic (pure lui fuori per infortunio), ha trasformato la carriera di due onesti esterni come Jaramaz e Sisko e ha dato forma a una delle novità più interessanti della stagione inventandosi Augustine Rubit go-to-guy: una serie di 4 gare in doppia cifra e due serie da 3 gare, più altre sparse e un 20+ per lui. Anche un aiuto dall’esclusione dei Russi, ma la “fortuna” ha aiutato i capaci.

7 – AX ARMANI EXCHANGE MILANO e ASV MONACO. Stagione quantomeno perfettibile e bifronte per l’Olimpia, ma guardiamo al risultato finale: terzi, ovvero secondi tra quelli che giocano per arrivare secondi. Però, per i sospetti miracoli della classifica, è probabile tocchi lo stesso l’Efes, e non sarà bello né semplice. Squadra di eccellenza difensiva, ma orribile in attacco. Squadra di grande talento, ma non più giovane. Malasorte in sede infortuni, ma falle di gestione off-court evidenziate dai due casi di doping. Potenziale non grande come cantato in giro da tanti, ma frenata da un coach-Gorgone che paralizza e deprime; ho capito il posto dato a Pozzecco. A danno dell’Olimpia anche la politica dei media, quasi tutti mirati a esaltare a prescindere, senza curarsi della realtà; sconta anche la presenza di una pietra al collo ormai comica come Tarczewsky, che si traduce in assenza di alternative interne se Melli o Hines hanno qualsiasi problema. A rimbalzo, tra le 8 della post-season, l’Olimpia precede solo il Bayern quasi senza centri. Montecarlo è una gran sorpresa, i meriti vanno anche al Grande Limitante, Mike James. Poi viene il cambio di coach: tra Sasha Obradovic e l’ex Radonijc non c’è paragone anche per capacità di tenere buoni i bizzosi. I Monegaschi annoverano sia il Volto Nuovo principale, sia il principale Resuscitato: Donta Hall, centro da 9+6 in appena 18 mins/gara e il 76% dal campo + Donatas Motiejunas: (se avesse avuto una schiena!) ha sfruttato l’unico biennio libero da sfiga per dire 10+5 giocando prevalentemente da centro.

6 – STELLA ROSSA, REAL MADRID, MACCABI. Tre sufficienze diverse. Belgrado ha venduto carissima la pelle, non ha nulla da rimpiangere: una stagione non vincente ma di grande orgoglio giocata al massimo di possibilità non infinite; hanno, numeri decimali a parte, la miglior difesa dell’EuroLega in rapporto al talento. Peccato Kalinic sia offensivamente discontinuo e ogni tanto perda la brocca con gli arbitri. Il Real ha chiuso 2-8 (W solo vs Milano e ASVEL), in coincidenza con la moria del centrocampo; coach Laso in discussione, ma a inizio anno, con le pg tutte disponibili, il Real giocava coi centri come non si vedeva da tempo, in Europa. Il Maccabi, allontanato coach Sfairopoulos, ha ripreso a macinare: 5 W in fila per rischiare di finire quinto (favorito anche dalla classifica de-russificata); Wilbekin è grande talento ma limitante, alla Mike James più che alla Larkin.

5 – EFES, ALBA. Voto di parziale demerito per i Turchi dalle tante, troppe pause e dai tanti, troppi litigi. Il rapporto Larkin-Micic ha toccato in alcuni momenti i minimi storici, la concentrazione di coach Ataman non è sempre stata perfetta. Però sono dentro, i PO potrebbero fare loro quel che il sentore del sangue fa agli squali. I Berliner, invece, sono il mio eterno dubbio/imbarazzo: che ci fanno in EL? Tradizione ben consolidata di non difendere (solo il Khimki li batte in questo, ma con ben altra classe), tradizionale assenza di figure mitiche, tradizionale assenza di tentativi tattici di rilievo: fino al 1998 si diceva “potenza del Marco”. Il posto 11 “riformato” è valso la speranzuccia di entrare nei PO fino a 3 giornate dalla fine, quindi insuff ma lieve.

4 – ASVEL, PANA. Partenza a razzo per i Francesi di Tony Parker, poi calo costante che a fine stagione rasenta l’imbarazzo. Si tratta per ora di società/team che fa da palestra per la NBA: presentazione al mondo di Elie Okobo e Victor Wembenyama, meno progressi di quanto atteso da Strazel e dal terzo Antetokounmpo. Il Pana in ristrutturazione societaria non poteva fare meglio, ma fa impressione vederlo così in fondo alla classifica, escluso da ogni nota elevata della stagione, Macon Jr a parte.

3 – ZALGIRIS. Scelte di stranieri errate (Mudiay), sfortunate (lungo infortunio di Lauvergne) o deludenti (da Cavanaugh si attendeva di più, da Giffey molto di più), unitamente al mancato bis del coach-rivelazione del 2020/21, Schiller: tutto questo si è intersecato al mancato ricambio vecchi/giovani lituani. Un solo indigeno efficace per tutto l’anno: Lekavicius. Sotto coach Zdovc si sono registrati miglioramenti, ma a meno di particolari ingaggi stranieri anche il prossimo anno sarà simile.

2 – FENERBAHCE. Tantissimi infortuni, vero. 3 o 4 gare un po’ ladrate e sconfitte di misurissima soprattutto all’inizio, vero. Sono stati i più svantaggiati dalla classifica senza Russe, vero. Ma con un roster simile la stagione di Djordjevic è un fallimento clamoroso. Ci sono punti 10.3 tra punti/partita (74.4) e valutazione/partita (84.7): il Barcellona ne ha 10.8, il Pireo 13.1, Milano 5.4; significa che la produzione c’è stata, ma è stata gestita malamente: coach Sale non ne esce bene.

1 – BASKONIA. So che non sono ultimi in classifica, ma raramente ho osservato una squadra tanto orribile in campo. Sia prima che dopo l’allontanamento di Nosferatu Ivanovic. Peccato che tanta tristezza e inerzia abbia messo in secondo piano la stagione fenomenale di Simone Fontecchio.