Torna il Decalogo completo dopo la guerra e le sue conseguenze: Milano non soddisfa, ma la colpa è anche dei commentatori proni.
1 – PICCOLI REAL. Forse gli Indiani di Agatha Christie erano piccoli nel senso di pg e sg blancos. Ne stanno continuando a sparire senza soluzione di continuità, obbligando Laso a far giocare pg Hanga o Rudy o peggio. Nonostante ciò: 2 KO in settimana, vero, ma di 4 pti totali.
2 – PLEASE. La rimonta del secondo tempo vs Efes (senza Singleton) è stata fruttuosa perché i Turchi hanno segnato in due quarti quel che Milano ha segnato nel solo terzo periodo, 26. I 21 del quarto periodo sono dunque tutto guadagno. Si vince con la Offense, solo che l’Olimpia, mediamente, è molto più simile alla desolazione del vs Maccabi che alla fioritura del secondo half vs l’Efes. Quindi, please, tenere bassi i peana, e anzi…
3 – MIO CARRELLINO CARO. Cominciamo con una risata. Di divertito disprezzo verso chi ora, ORA, sale sul carrellino de “l’Olimpia non ha attacco”. Carrellino: siamo stati sempre in pochissimi a lanciare l’avvertimento che tutta l’epica della e sulla difesa non era che la foglia a mascherare le mancanze offensive dell’Armani. Tutti i sapientoni profetoni, invece di andare a chiedere l’ovvio plauso di Gamba e Bianchini per raccogliere apprezzamenti grazie alla gloria altrui (gloria passata, tuttavia, e ben troppo ormai), avrebbero dovuto guardare davvero le partite, non solo quelle di Milano o di EL, per conoscere e sapere dove sta andando il Gioco. Non nella direzione di Milano, anche dovesse riuscire a vincere il Trofeo. Fate ridere, davvero.
4 – BUONE NEWS. La migliore notizia giunta dalla rimonta in Turchia: è iniziata dopo l’intervallo. Ovvero qualcuno ha parlato, qualcun altro ha ascoltato/reagito, qualcun altro ancora si è scrollato di dosso faccette mossette atteggiamenti. Non chiaro quale delle tre situazioni appartenga Messina, lascio a voi la decisione.
5 – FUORI. La EL tiene la classifica solo per W, quindi non del tutto precisa rimanendo pendenti alcuni recuperi. Fuori dalla post-season sono soltanto queste squadre: Kaunas, Pana, ASVEL, Baskonia. Incredibilmente, potendo arrivare ancora a 13 e 14 W rispettivamente, Fener e Alba sono in corsa, vincendo sempre. Avendo solo 13 W, anche il Maccabi ora sesto può finire fuori, perdendo sempre.
6 – EFES. I Campioni 2021 sono la mina vagante dei PO. Milano è ancora terza, lasciando al Pireo l’incombenza di affrontare l’Efes: farà bene a difendere la posizione. I Turchi, infatti, sono umorali (e l’Armani ne ha approfittato), ma dopo l’inizio da 4 KO in fila (3 di essi rimasti in classifica) sono 14-8: come Milano e Real. Oltre al duo Micic-Larkin hanno lunghi capaci di mettere insieme prestazioni come quella vs il Real, subito prima di affrontare Milano: Moerman, Pleiss, Dunston hanno messo insieme 26+15 con 14/17 dal campo.
7 – DECK. Nell’emergenza-infortuni, Gabriel Deck del Real si è sparato due superbi losing efforts nelle ultime due gare. 73 mins, a Istanbul senza un solo secondo di panchina. In totale 33+16, 12/20 da 2, 2/4 da 3.
8 – ITALIANI. Polonara 5: brutta settimana per lui e il Fener, 5+6, 25% da 3, poco più di 15 mins di media in campo. Fontecchio 6: 18+8, 26 di media in un Baskonia che ha danneggiato più che aiutato la bellissima stagione dell’Azzurro. Melli 7: nella W come nella L, sempre quello che trova più campo e più raccolto. Datome 7: irrilevante contro il Maccabi, determinante vs l’Efes, privilegio la seconda prestazione. Pipporicci NG: in picchiata libera nella considerazione di Messina, non è giudicabile da 8 mins di impiego in entrambe le gare settimanali.
9 – ZO. Lorenzo Brown è leader degli assists di EL, anche brillante ladro di palloni (1.5), con ass/to ratio superiore a 2 come vuole la Bibbia del Gioco, e infine (oibò, non sarà questo il difetto?…………..) gran giocatore anche nella metà campo offensiva. Eppure i santoni profetoni pigiano altri tasti per il successore di Delaney.
10 – BARCELLONA. Sono talmente superiori a tutti che ci si dimentica di loro, a volte. I Catalani di Jasikevicius hanno 14 giocatori da quintetto più Abrines, che a forza di farsi male è ormai un oggetto misterioso, ma basket nelle vene ne ha. Si gioca per arrivare in Finale, non per vincerla.