Una pentalogia può essere: una malattia cardiaca, un componimento in 5 parti di norma riservato alla lirica o alla tragedia, una sorta di numerologia motivazionale basata su filosofia e matematica pitagoriche. Ora è anche la metà del Decalogo di Eurolega, visto che non si giocano tante gare ultimamente.

1 – QUALITA’ (?). Ve lo propongo come puro dato, personalmente fatico a trarne conseguenze, soprattutto conseguenze positive. Vero, Milano ha vinto 2 volte contro Barcellona e ha battuto, nell’unico confronto finora, sia CSKA che Efes: è 4-0 contro le altre F4 dell’anno scorso. Però il Barca è sempre primo e abbastanza tranquillo, mentre l’Olimpia ha perso, con un -53 totale nelle 4 gare, contro le squadre che la separano dalla vetta: Real, Kazan, Pireo, Zenit. Mancano ancora tutti i ritorni e in generale un sacco di partite, ma quei confronti sono da ribaltare assolutamente per avere un percorso di playoffs abbordabile.

2 – OTTO. Saltata del tutto la Wk19, sono 8/18 al momento le gare giocate di Wk 20 + 21. Ne risulta l’incapacità del Bayern di mettere insieme serie positive: in casa W con il povero Zalgiris ma immediato KO vs Montecarlo. Poi il naufragio sempre più evidente di Lituani e Pana: se le due squadre in verde continuassero a imbarcare passivi e sconfitte, ci sarebbe il rischio di vedere un po’ falsata la corsa alla post-season di quelli forti. La relativa tranquillità del Barcellona (con Calathes fuori, notare), che viene tenuto sempre bello sveglio da coach Jasikevicius, il quale ha capito l’indole un po’ pigra dei suoi e usa le maniere vispe. Le difficoltà in attacco del Baskonia, la offense più inguardabile del torneo, anche se ci sono squadre che segnano meno.

3 – CSKA. Per quest’anno forse Itoudis deve mettersi il cuore in pace e cercare di vincere con l’attacco. Anche nella W vs l’ASVEL si è avuta conferma che tra i Russi e la difesa non c’è scintilla. Subiscono 79/gara e hanno una differenza canestri positiva di soli 35 pti, molto pochi in 19 giornate per una squadra di vertice: sono meno di 3 punti di margine medi per ogni W.

4 – ITALIANI. FONTECCHIO 5: poco tempo e poco rendimento nel KO vs il Real, ma finora era stato il migliore, l’unico capace di usare continuità, nel derelitto Baskonia. POLONARA 8: gran gara da 15+7 col 66% dal campo nella W del Fener sul Pireo. PIPPORICCI 5.5: solito impegno, discreta difesa, ma metà campo offensiva ignorata. MELLI 6.5: un paio di errori, tra lunetta e sviste difensive, che potevano costare negli ultimi 3 mins vs il Barca.

5 – OLIMPIA. La W a Barcellona ha stimolato una mimica facciale che si potrebbe anche definire sorriso sul volto di coach Messina. E’ stata una W fondamentale, in effetti, per mettere fine all’emorragia di risultati in EL e per rigenerare entusiasmo. Non va dimenticato che senza la precisione nei clutch-moments di Rodriguez e soprattutto Delaney, ora parleremmo di altro. Si conferma, insomma, che difendere è obbligatorio, ma in EL si vince con l’attacco. E da questo punto di vista sono molti i passi da compiere. Ancora una volta gli 80 pti sono un miraggio, e non si tratta di qualità dell’avversario. Milano ha segnato 80+ solo due volte, entrambe entro le prime 3 giornate; dalla Wk4 in poi (quindi dal 14 Ottobre) i ragazzi hanno media di 73.5/gara. Davvero sono fotografati da quella cifra: nelle 14 gare per 11 volte hanno segnato tra 73 e 79, vittorie o sconfitte indifferentemente. Significa che sono battibili dal tirassegno di chi riesca a imbucarne 82/85: nella giornata giusta può accadere davvero a chiunque (vedi Alba). Resta da considerare che Bentil pare un’ottima aggiunta su entrambe le metà campo e non confligge con l’impiego di Melli.