Lo scorso 7 agosto il cosiddetto Decreto Dignità, primo atto legislativo del Governo del Cambiamento (come ribattezzato dalle parti protagoniste), è stato ufficialmente convertito in legge, stabilendo l’entrata in vigore di una serie di iniziative relative al mondo del lavoro e non solo.
Tra i settori toccati dal provvedimento spicca quello del gioco d’azzardo, un’industria che nel Bel Paese nel 2016 era giunta ad una raccolta pari a 96 miliardi di euro, un fatturato pari a circa 10 miliardi ed entrate per le casse dell’erario non inferiori ai 9 (secondo dati del Ministero dell’Economia).
Il Decreto Dignità sancisce lo stop di tutte le iniziative di marketing rivolte al settore del gioco, attraverso qualunque media tradizionale o digitale, fatta eccezione solo per le lotterie nazionali. Obiettivo del provvedimento è quello di porre un freno al dilagare dei DGA, ovvero dei Disturbi da gioco d’azzardo, una piaga sempre più diffusa e causa di pesanti costi sociali ed economici.
Pro e contro del Decreto Dignità
I pareri sull’efficacia del provvedimento sono stati sin da subito contrastanti. Da un lato, la correlazione tra pubblicità dell’azzardo e crescita del numero dei giocatori appare innegabile, dall’altro, come sottolineato da gestori e associazioni di categoria, il rischio concreto è quello di porre tutta l’offerta (legale ed illegale) sul medesimo piano, lasciando al giocatore l’onere di distinguere tra operatori affidabili e non.
Di certo, tra gli effetti immediati c’è stato il blocco di molti contratti di sponsorizzazione, con danni non indifferenti persino per alcune grandi società sportive, costrette a rinunciare alle entrate legate agli accordi presi con i gestori del settore del betting.
Tra le critiche mosse all’operato del Governo ci sono anche quelle di chi giudica il provvedimento inadeguato, sottolineando come l’obiettivo sarebbe dovuto essere quello di maggiori garanzie a tutela dei giocatori, ad esempio attraverso l’introduzione di limiti più stringenti circa numero e posizione degli esercizi legati all’azzardo.
Tra gli obiettivi auspicabili, c’è quello dell’introduzione di migliori strumenti di autotutela del giocatore, ovvero di meccanismi a supporto di un approccio consapevole ed equilibrato al gioco, sulla falsariga di quanto già oggi avviene sui dedicati al betting sportivo oppure nei casinò online.
Le garanzie e i vantaggi del comparto online
Scommesse sportive e giochi da casinò in versione digitale hanno visto il loro successo crescere in maniera costante, fino ad arrivare ad una raccolta pari a 1,38 miliardi di euro lo scorso anno, in aumento, rispetto al 2016, addirittura di 34 punti percentuali.
Se il gioco online conquista gli italiani il merito va soprattutto alla comodità di sistemi che consentono di confrontare le quote e mettere a segno scommesse sull’esito della giornata di campionato, come pure di sedersi ad un tavolo da poker, senza doversi muovere da casa e davvero in qualsiasi momento.
All’offerta sempre più ricca messa a punto dai gestori (basti pensare alle innumerevoli modalità di scommessa proposte per ciascuno degli eventi sportivi in calendario), si affianca poi la versatilità delle app, grazie alle quali il gioco è sempre a portata di tap e disponibile in qualsiasi piccolo ritaglio di tempo.
A dettare un ruolo decisivo è stato anche l’intervento dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM) che ha seguito da vicino e guidato lo sviluppo del settore, imponendo il rispetto di standard qualitativi e requisiti relativi alla sicurezza e tutela dei giocatori molto stringenti.
La chiarezza dell’offerta di gioco
Le piattaforme dedicate a betting e/o gambling online devono tassativamente aver ottenuto la licenza rilasciata dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli per operare legalmente in Italia.
Tra i requisiti imprescindibili per il riconoscimento della concessione spiccano accorgimenti lato hardware e software volti alla protezione dei database e, di conseguenza, a quella di tutti i dati e le informazioni fornite dagli utenti, come pure l’adozione di politiche mirate alla trasparenza e alla promozione del gioco legale e responsabile.
Così, siti di scommesse e casinò virtuali sono tenuti a riportare spiegazioni dettagliate dei giochi e del loro funzionamento (persino per ogni singola slot machine online come avviene su snai.it), ad esporre in modo chiaro le probabilità di vincita, a fornire un servizio di assistenza raggiungibile in maniera agevole e, naturalmente, a proporre esclusivamente giochi equi, ovvero che garantiscano a tutti i partecipanti le stesse possibilità di vittoria.
I limiti di accesso per i minori
Tra i problemi maggiori relativi al mondo dell’azzardo tricolore c’è l’elevata incidenza dei giovani appassionati di scommesse e giochi. Nonostante formalmente vietato ai minori, il gioco attrae schiere sempre più folte di appassionati, anche tra gli under 18. Lo scorso anno, erano ben 580mila i ragazzi ad aver scommesso o comunque partecipato ad un gioco di fortuna nell’arco dei 12 mesi, e di questi solo 1 ogni 10 dichiarava di non essere a conoscenza del divieto di accesso all’azzardo per i minorenni. Allo stesso modo, solo 1 ragazzo su 4 raccontava di essersi visto negare la possibilità di scommettere per via della propria età.
Il mondo del gioco online ha, almeno in parte, posto un argine a questo problema ricorrendo a procedure di registrazione scrupolose, che comportano l’identificazione di ciascun nuovo iscritto.
Contestualmente con l’apertura di un account su una piattaforma di gioco online autorizzata dall’ADM avviene anche quello di un corrispondente conto gioco, sul quale l’utente effettua versamenti e dal quale, eventualmente, preleverà le vincite.
Per completare la creazione del conto gioco (massimo uno ad utente per gestore) è necessario fornire prova della propria identità con l’invio di una copia o scannerizzazione di un documento di identità. Accertata la maggiore età e la corrispondenza con quanto dichiarato dall’utente in fase di registrazione, l’account viene reso ufficialmente attivo.
Il rispetto dei budget di gioco
Una delle difficoltà maggiori che vivono i giocatori, specie quelli che presentano una tendenza all’azzardo patologico, è quella di sapersi controllare e di rispettare il budget inizialmente stabilito.
Portali di betting e casinò online, sempre nel corso della fase di registrazione, richiedono di stabilire un tetto di spesa massimo settimanale. Al raggiungimento di tale limite, l’utente vede bloccata la possibilità di realizzare ulteriori puntate fino alle settimana seguente: in questo modo, spendere più di quanto inizialmente preventivato diventa di fatto impossibile.
Il blocco dell’accesso al gioco online
Quando diventa palese l’esistenza di un problema nel rapporto con il gioco, scegliere di allontanarsi dalla tentazione di scommesse sportive, slot machine, tavoli da poker e casinò game vari diventa l’unica soluzione (meglio se con il supporto dell’assistenza anonima e gratuita offerta su giocoresponsabile.it).
Se riuscire a resistere all’impulso del gioco può risultare particolarmente arduo a causa della capillare diffusione di ricevitorie, sale giochi e affini, nel caso del betting e del gambling online l’utente, in ogni momento, ha facoltà di chiedere l’autoesclusione temporanea o definitiva, ovvero la sospensione o chiusura del proprio conto gioco. L’efficacia di questo strumento è stata ulteriormente rinforzata ad inizio anno: con l’istituzione del Registro Unico degli Autoesclusi (RUA) quando un giocatore sospende il conto gioco presso un gestore, automaticamente la richiesta è estesa a tutti i suoi conti gioco, eliminando la possibilità che dopo aver bloccato un’utenza il soggetto passi semplicemente ad usarne un’altra.