Seconda partita del campionato under 8 tra Polisportiva Bibbianese e Jolly Reggio Emilia.
Domenica 22 Novembre ore 9,30.
Non scorderò questa data per tutta la vita.
In questi anni ho avuto la fortuna e il piacere di assistere a tantissime partite di Basket, dal vivo, in televisione e in molti paesi in particolare in Messico e in America dove ho vissuto per un periodo prolungato.
Domenica ho visto per la prima volta una partita di minibasket tra la Polisportiva Bibbianese e la Jolly squadra dove milita mio figlio Luca di 7 anni.
Vedendolo uscire dagli spogliatoi in uniforme con il numero 26 è stata un’emozione unica, indescrivibile.
Ho subito cercato di individuare un campione tra i miei favoriti che indossava lo stesso numero ma a memoria non mi è venuto in mente nessuno.
Alla fine però è meglio cosi il 26 è il numero di Luky e basta.
Mia figlia più grande Valentina, anche lei giocatrice di basket per l’Asd Basket 2000 ha voluto presenziare al debutto del fratellino e si è svegliata di buon ora con grande entusiasmo pronta a fare il tifo e motivarlo.
La partita ha inizio con Luca in panchina ma poco importa e non conta nemmeno a questi livelli il risultato. Grande partecipazione sugli spalti dei genitori ma è un tifo sano corretto. A un certo punto a un tiro sbagliato da un piccolino un papà esclama “ mi sa che dovrò lavorare ancora qualche anno…..”.
Quello che conta però e vedere bimbi sorridenti, ascoltare diligentemente i consigli tecnici degli allenatori, appassionarsi e applicare quello che viene spiegato.
E soprattutto lottare su ogni pallone. Mi piacerebbe tra le varie statistiche annoverare una che non è menzionata nei tabellini importanti e che riguarda le numerose palle a due necessarie per redimere le varie contese con bimbi a lottare sulle sfere vaganti buttandosi a terra.
Ovviamente quando nel secondo quarto di gioco è entrato in campo Luca, l’emozione è stata irripetibile per non parlare del suo primo canestro segnato, il primo rimbalzo convertito e i primi tiri liberi.
Il basket a differenza del calcio è uno sport che ha saputo mantenere una certa originalità, spontaneità, genuinità.
Lo dico perché la semplicità con la quale campionissimi del calibro di Lavrinovic, Kaukenas e gli azzurri che giocano nella Pallacanestro Reggiana, per citarne alcuni, approcciano la stampa, i tifosi etc. e disarmante soprattutto se paragonata all’atteggiamento da superstar di alcuni semidei del calcio, campionissimi o presunti tali che pur giocando in categorie che non iniziano con le prime lettere dell’alfabeto sembrano quasi inavvicinabili ai comuni mortali.
Mi auspico che questi bimbi cosi gioiosi cosi pieni di allegria e passione continuino a mantenere questa allegria anche nella crescita e ai prossimi livelli di categoria.
Nello sport per trionfare bisogna divertirsi.
Recentemente ho chiesto a Della Valle quale il segreto della sfrontatezza con cui affronta le partite, dei tiri ignoranti che segna ripetutamente in transizione quanto altri giocatori, si accontenterebbero di un facile appoggio non rischiando la brutta figura.
Amedeo mi ha risposto che lui si diverte a giocare a basket, ama lo sport della palla a spicchi e per tale motivo non sente nessun tipo di pressione.
Noi reggiani siamo fortunati ad avere a disposizione tutto questo movimento cestistico e vivere in una città che nonostante i suoi scarsi 200.000 abitanti possiede una squadra che ci ha fatto vivere emozioni di primo livello da oltre trent’anni, una società che non ha paura di schierare giovani in palcoscenici importanti e che serve da traino e da richiamo a tantissimi bimbi e adolescenti che si avvicinano sempre più numerosi verso questo sport in tutta la provincia.
Allora non deve stupire avere un reggiano come allenatore della prima squadra e un altro reggianissimo ragazzo di 19 anni primeggiare già dalla prime partite in un prestigioso college americano risultando in varie occasioni il miglior marcatore dell’incontro.
Non ci resta che applaudire questi bambini e augurarci che il basket sia portatore di valori positivi, sani e possa continuare a regalare emozioni nei piccoli come nei grandi soprattutto in questi periodi di forti tensioni, crisi e pessimismo.
E’ bello ogni tanto ritornare fanciulli e farsi trasportare dalle emozioni e dai puri sentimenti.
Per la cronaca la partita è stata vinta dalla squadra ospite con il punteggio di 41 a 7 ma come potete osservare dalle immagini tutti hanno partecipato al divertimento collettivo.