Nell’edizione odierna del Mattino la disamina della sconfitta subita dalla Juvecaserta nell’ultimo turno di campionato per mano della Viola.
La sconfitta subita al Palacalafiore diventa non solo difficile da spiegare ma toglie tante certezze alla Juvecaserta. Anche perché il derby di domenica prossima contro una Napoli reduce da 11 vittorie consecutive non farà dormire sonni tranquilli ai bianconeri.
A 6 turni dalla fine della stagione regolare alla Decò occorre racimolare altri 3 successi per essere padrona del suo destino. Conquistando 6 punti, infatti, si metterebbe al riparo da sgradite sorprese, grazie al +4 in classifica ed al 2-0 su Palestrina.
Mai come in questo momento a Sergio e compagni occorre il sostegno del pubblico e per questo motivo la società ha riproposto l’iniziativa «Porta un amico al Paladecò», riservata agli abbonati che potranno ricevere un tagliando in omaggio. I biglietti potranno essere ritirati da martedì a venerdì prossimi dalle 17 alle 20 e sabato dalle 10 alle 12. Sarà possibile anche prenotare l’omaggio via e-mail seguendo le indicazioni presenti sul sito www.scjuvecaserta.it.
Tornando alla sconfitta di domenica, a Reggio Calabria era lecito attendersi una reazione veemente degli uomini di Oldoini. Ma il sacro furore bianconero è svanito dopo appena 13’ sul +18. A quel punto in casa Decò si è spenta la luce ed i reggini ne hanno approfittato per ribaltare la situazione. Nel prosieguo della gara Caserta ha avuto un solo ulteriore sussulto all’inizio della 3ª frazione che non è stato sufficiente per vincere. Esaminando la sconfitta, salta agli occhi che la Juvecaserta ha segnato 34 punti nei 13’ iniziali poi altri 33 nei restanti 27’; questo dato già dice tanto sulla prestazione dei bianconeri per lunghi tratti della gara. Sotto la lente d’ingrandimento devono poi essere messi alcuni numeri statistici. I bianconeri hanno perso ben 15 palloni, recuperandone appena 3 e chiudendo con un saldo negativo di 12; la Viola, invece, ha concluso con una differenza di -3 (10 perse e 7 recuperi). La nota più dolente poi viene dalla lotta sotto le plance dove la Decò è stata surclassata. Caserta ha catturato 28 rimbalzi, 26 difensivi e 2 offensivi, Reggio Calabria ben 15 in più, vale a dire 43, con 29 in difesa e 14 in attacco. Incrociando tali numeri il dominio calabrese diventa ancor più nitido, infatti nell’area colorata dei neroarancio su 31 palloni complessivi la Viola ne ha arpionati il 93%, lasciando alla Juvecaserta solo le briciole (7%). Sotto i tabelloni bianconeri Dip e soci hanno tirato giù il 65% dei rimbalzi, concedendo a Fall e compagni ben il 35% che si è tradotto in secondi tiri. Andando, quindi, a fotografare la partita sotto l’aspetto delle conclusioni, al di là delle percentuali, emerge che la Viola ha effettuato 62 tiri (42 da due e 20 da tre) mentre la Juvecaserta 55 (30 da due e 25 da tre); a questo vantaggio reggino va aggiunta la differenza nei liberi, con Reggio Calabria che ne ha tirati quasi il doppio (23 a 12). Tralasciamo poi il 2/8 dalla lunetta di Bottioni (con 2/6 nel convulso e decisivo finale). Infine qualche perplessità l’ha destata la distribuzione dei minutaggi tra i bianconeri perché, contro un’avversaria con rotazioni a dir poco risicate, coach Oldoini avrebbe potuto sfruttare la maggiore profondità del roster. La Viola, infatti, ha dovuto chiedere di raschiare il fondo del barile a soli 6 uomini (impiegati tra i 24’ e i 37’), avendo dal settimo giocatore appena 15’. Alla luce di queste oggettive difficoltà di coach Mecacci ma anche di una prestazione comunque per lunghi tratti sottotono, le alternative del roster bianconero avrebbero potuto essere utili per fare la differenza. Ed invece ben 4 casertani hanno giocato almeno 30’ (Hassan 39’, Ciribeni 35’, Bottioni 32’ e Dip 30’), quindi Petrucci 27’ e poi altri 3 uomini in totale 37’ (Rinaldi 16’, Pasqualin 11’ e Sergio 10’). Magari nulla sarebbe cambiato ma forse qualche rotazione in più avrebbe potuto essere utile per stoppare la rimonta avversaria.