Giornata intensa, 4 partite al PalaGetur di Lignano Sabbiadoro.
Prima delle partite, però, un piccolo commento alla gara dell’Italia. Il match di ieri sera è stato dominato da un giocatore, ben al di là delle pur ottime sue statistiche: Leconte. La pg belga, in procinto di spostarsi dai Miami U. Hurricanes all’ateneo di Baylor, ha dominato le guardie italiane e coinvolto i compagni nell’aggirare ogni difesa azzurra. Il rush di Laquintana nel secondo quarto è avvenuto in assenza del belga, e quando sono stati in campo nello stesso momento Leconte ha dominato. Il belga è un ottimo giocatore, forse un paio di pollici troppo basso per il livello NBA, ma ha un futuro certo in Europa. Una squadra come quella italiana, per caratteristiche e per indole del coach, non può prescindere dalla difesa, perché, anche se dotata di buoni attaccanti, l’Italia non ha rimbalzisti offensivi, e deve rubare in difesa i palloni che non riesce a recuperare sotto i vetri, quando le % non la assistono. Alla fine i giocatori, e un po’ anche Sacripanti, sono andati in confusione, non riuscendo a segnare mai quando la gara è rimasta ferma per qualche era geologica sul 60-58 belga. E’ mancata lucidità, e anche quel talento nettamente svettante che doveva essere Fontecchio: il tiro del virtussino, però, a questi Europei non è venuto e anche se Simone ha dato una mano in tutti gli altri reparti statistici non è prescindibile una sua presenza offensiva almeno da doppia cifra. Ora la qualificazione è largamente compromessa: dobbiamo vincere contro la Francia e sperare che la Croazia vinca entrambe le sue gare.
Serbia – Israele 100-74. Israele conferma la leadership che la guardia Naor Sharon ha su tutto il gruppo, e anche la buona tecnica del centro Zalmanson. La Serbia è meno alta del solito, ma presenta comunque un 2.04 con mano e mobilità, capace di segnare da tre e schiacciare dopo un movimento spalle a canestro in post basso, Marko Tejic. Una caratteristica di Israele, mostrata anche contro la Grecia, è la capacità di aggredire subito, fin dal primo secondo degli incontri. I Greci ne son rimasti sorpresi per ben 25 minuti. I Serbi hanno impiegato 10 minuti meno ad adattare la propria aggressività a quella israeliana: dopo esser stati sotto costantemente di 7, riuscivano a rientrare a -2 a metà del 2′ quarto, obbligando al TO il coach a cinque punte. Dal momento del sorpasso serbo, con una tripla di Zagorac, pg con possibilità di palcoscenici più alti, Israele perderà grip sulla partita, realizzando solo 3 pti in 4 minuti, terminando a -9 il primo tempo (45-36) e lasciando l’impressione che la Serbia possa accedere a punteggi inaccessibili agli Israeliani. Come goccia su roccia, infatti, la costanza del gioco serbo prendeva possesso dei meno talentuosi avversari, seppellendoli alla fine sotto 26 pti di scarto, segnando nel secondo tempo un parziale di 55-38. La Serbia termina la gara con il 53,5% totale al tiro (62 da 2, 38 da 3), segno di una gara in cui, da un certo momento in poi, l’organizzazione e l’aggressività di Israele sono state travolte, semplicemente, dal maggior talento cestististico dei Serbi. Da segnalare: Tejic (13-6), Guduric (17-3-4 con +25 di plus/minus), Jaramaz (16-4-5).
Russia – Polonia 81 – 56. Una delle ghiottonerie offerte dal poker di match del PalaGetur era data dal fatto di poter assistere consecutivamente alle gare di Russia e Serbia, e di valutare, sia pure contro avversari non di primo livello, lo stato dei talenti di due delle università assolute del basket europeo. Il +10 russo è stato rapido, 30 pti nel primo quarto, pur lasciandone 20 ai Polacchi. Dopo un lungo blackout elettrico si riprende a giocare senza aria condizionata, ma il risultato non è cambiato: la Russia continua a tenere in panchina il suo uomo migliore, Martynov, guardia di 196cm, ma il divario si mantiene sui 10-12 pti. L’intervallo lungo giunge sul -15 per i Russi, sono confermate le previsioni che volevano la Polonia nelle vesti di agnello sacrificale, su cui la formazione della Grande Madre cerca di non infierire troppo. La Russia svuota la panchina, ma non può fare a meno di dominare e aumentare il vantaggio a 18 a fine terzo periodo: la superiorità degli avversari porta i Polacchi a qualche gesto di frustrazione, come una gomitata di Witinsky (centro di 207 cm, il migliore dei suoi) a Popov. Fine terzo quarto: 72 – 54 Russia. L’ultimo quarto è stato di rapidità impressionante, e alla fine il punteggio dice +25 Russia. Da segnalare: il citato Witinsky (17+7), potenziale giocatore di livello Europeo anche tra k seniores, soprattutto se, agevolato da un buon tiro, riuscirà a compiere la trasformazione in pf, e un interessante 3 russo, Gankevich, che forse non ha eccessivo upside, ma può partecipare a banchetti più prestigiosi (23+6).
Spagna – Ucraina 80 – 72. Questo incontro ha avuto un momento particolare all’esecuzione degli Inni Nazionali: mentre suonava il loro Anthem, gli Ucraini hanno tenuto le spalle rivolte ai loro avversari, per protestare contro la scarsa attenzione che la comunità internazionale riserva alla situazione politica del paese. Per il vostro cronista era anche l’occasione per vedere all’opera uno dei miei pallini, il naturalizzato spagnolo Ilimane Diop, che, per altro, mi è stato ampiamente bocciato dal mio compagno di press desk, Nico van den Bogaert, che fa lavoro di scouting europeo per i Miami Heat. Inutile dire che, a prescindere dalle mie simpatie, la stella della Nazionale di Spagna e del match sia Juan Hernangomez. L’Ucraina resta avanti per tutto il primo quarto, valendosi di una buona difesa e di una serie di falli ingenui degli spagnoli, che costano 3 and1 in 3 minuti; solo una tripla di Alonso che batte il primo buzzer consente alle Furie Rosse di andare a sedersi per 2 minuti con il minimo svantaggio. Il migliore in campo nel primo quarto è il centro ucraino Orlov, autore di due degli and1 e di una schiacciata in contropiede dopo un recupero da lui stesso perfezionato piegandosi e anticipando con movenze da guardia. Al coach spagnolo non è piaciuto l’approccio del suo quintetto base: solo Hernangomez è sopra ai 5 minuti di impiego e dopo 3 minuti del secondo quarto nessuno dello starting 5 è ritornato a calpestar le tavole. Con l’Ucraina avanti 6 però il ritorno dei primi 5 è stato necessario, e subito Diop si è fatto notare con 2 reboff, una stoppata e un paniere: purtroppo però le percentuali spagnole non accennano a migliorare rispetto al 45% del primo quarto, anzi: peggiorano. E’, questa, la partita più dura di tutte quelle viste finora: l’Ucraina non lascia correre la Spagna e spesso sono stati davvero pesanti, con le mani bene addosso, i falli “tattici”. Appena la Spagna mette insieme due consecutivi possessi positivi, and1 di Hernangomez e una tripla di Abalde, raggiunge la parità: 31-31, e sono ben chiari i binari di difesa e control-game che deve seguire l’Ucraina per vincere. At the Half: Spagna 33 – Ucraina 31, con la sensazione che quel minimo sorpasso fosse per gli Spagnoli l’inizio di qualcosa di più grosso. Infatti: Hernangomez, Diop, Martin, canestro-canestro-tripla e il vantaggio spagnolo diventa subito di 8, con Ucraina scoreless. Il break della Spagna non si ampliava a causa di una serie davvero eccessiva di palloni persi, ma il vantaggio rimaneva costante tra i 5 e gli 8 pti, fino a che la tattica del “faccio fallo, vediamo se metti i liberi” ha riportato i gialloblu a -1, 49-48, per un 53-51 Spagna a fine 3′. In un minuto di 4′ periodo la Spagna vola a +9, con i nipotini di Mike Fratello di nuovo in piena siccità: 60 – 51. A peggiorare le cose a 5:38 dal termine arriva un antisportivo contro gli Ucraini che regala il -14 (ancora Abalde) agli Iberici. Il finale riserva ancora qualche lampo di Hernangomez e una bomba da 8 metri dell’ucraino Dziuba che fissa il finale. Da segnalare: non è un grande sforzo citare H-Gomez, ma non sarebbe giusto passare sotto silenzio una gara da 11-14; il gioiellino Marc Garcia ha scritto 17, e il mio amato Diop 8+8, mentre tra gli Ucraini gran gara di Antypov, centro un po’ sottodimensionato (2.04) ma tostissimo, che ha chiuso con 21+6.
Turchia – Slovenia 61-67. Gara da guardare con curiosità, soprattutto per la squadra turca che presenta a roster tanti dei suoi campioncini U18, e poi il lungo Kosut, 2.12 già nei files degli scout NBA. Il primo vantaggio è turco, e a mettersi in evidenza sono altri due gioiellini del Bosforo: il primo è Birsen, che è una sf alta e potente (204 cm per 100 kg abbondanti) che ha un notevole controllo della propria fisicità e potrebbe ricordare Ale Gentile, l’altro è la pg titolare, Ozmirak, che conduce il proprio basket da almeno 3 cm sotto il metro e novanta, ma ha gambe dinamitose e notevole QI cestistico. Dopo 5 minuti non esaltanti il punteggio e 12-5 Turchia. Il cambio di regia da Ozmirak a Ugurlu (anche questo piccoletto è da tenere d’occhio) porta altro vantaggio alla Turchia che chiude a +13 il primo quarto. Piccola differenza nella capacità offensiva delle due squadre: 11 tiri col 36% la Slovenia (che ha 0/5 dal campo da Mesicek, il quale dovrebbe essere uno dei leaders offensivi), 14 col 71% la Turchia. Il secondo quarto vede gli Sloveni migliorare molto su entrambe le metà campo e, infilando un paio di tiri oltre l’arco, si riporta a -7 quando mancano due minuti all’intervallo lungo. At the half il tabellone dice 36-30 Turchia. Se fossi meno crudele potrei risparmiarvi qualsiasi dettaglio sul terzo periodo, invece ecco qui: 12 a 11 Slovenia; 5 canestri dal campo sul Bosforo e 2 sull’Adriatico, una fase di 7 possessi consecutivi terminati con una palla persa e due sfuriate da antologia dell’allenatore sloveno, una a Kosi l’altra a Kokol, colpevole di tre finte di tiro e un passaggio per far scadere i 24 secondi dopo una rimessa a -3 secondi sull’orologio dell’azione: 47-42 Turchia ma Slovenia mai morta, anche grazie ai 22 liberi guadagnati (15 a segno). Sentire l’odore della W dopo esser stati sotto tutta la partita è sempre una grande addizione motivazionale, ed è quel che capita alla Slovenia, con tre recuperi consecutivi e un altro generato dal forzare gli avversati a violare l’orologio: a 3 dalla fine i verdi si portano al primo vantaggio della gara: 56-55. Il trascinatore sloveno in questa fase è Ritlop, sf di 2.05: una schiacciata, una schiacciata and1, una tripla: 61-57 e manca un minuto. a meno 49 secondi la Turchia pesca il secondo fallo in attacco consecutivo per vedere Ozmirak fouled out: i due liberi danno alla Slovenia un +6 che suona miracoloso e confortevole insieme, mancando così poco e avendo per tutto il match mostrato discreta mano dalla linea. Sbaglia Ugurlu, sbaglia Birsen, sulla palla vagante Mesicek falleggia Ozdemiroglu (che aveva appena cambiato Ozmirak): il Turco infila entrambi i liberi. La gestione della guerra dei falli premia la Slovenia, mentre dall’arena del PalaTenghil giunge la notizia della vittoria della Croazia che tiene in vita qualche minima speranza di qualificazione per l’Italia.