Il campione brasiliano, miglior realizzatore di tutti i tempi con quasi 50mila punti, nel pomeriggio di ieri, al termine della festa per «l’Oscar is back», ha spaziato a 360 gradi su Caserta, la Juvecaserta, il basket ed altro ancora, duettando con Boscia Tanjevic, il coach che lo portò all’ombra della Reggia. Dalle colonne del Mattino di oggi riportiamo l’intervista ad Oscar.

Per l’Oscar day il basket giocato ha ceduto il passo al «personaggio dei personaggi», a quell’Oscar capace di far innamorare una città. Il come back a Caserta di O’ Rey «ha avuto un effetto straordinario, sin da quando mio figlio Felipe l’ha annunciato su Facebook, che mai avrei immaginato» afferma Mao Santa che ieri ha giocato una sorta di, amichevole e divertente, uno contro tutti con i giornalisti, incontrati alle 17. «Questo ritorno mi ha regalato giornate incredibili, è stato tutto bellissimo. Sono arrivato brasiliano e me ne andrò casertano» dice Oscar scoppiando poi in una fragorosa risata. «Ma cittadino di questa città lo sono stato sempre, ora c’è anche una carta con un timbro ad attestarlo. Tornerò spesso qui. È stato emozionante anche ricevere l’Italia Ali of fame». E detto da chi è entrato anche nella Naismith Memorial Basketball Hall of Fame fa un certo effetto. Parla del basket di ieri e di oggi. «Attualmente è più veloce e fisico, ma giocano anche atleti senza troppa qualità. Avrei potuto giocare anche con questo basket». Sulla Juvecaserta nessun giudizio, la sconfitta brucia anche a lui.

Oscar sembra in trance agonistica, proprio come quando sul parquet si scatenava e mandava a bersaglio triple a raffica. «Il tempo è galantuomo, mette a posto tutto. Con il Sirio ho vinto tutto, con Caserta solo la Coppa Italia, troppo poco» prosegue incupendosi. «La cosa più brutta della mia vita è che mi hanno mandato via da Caserta. Hanno detto che con me non potevano vincere ma cosa hanno conquistato dopo? Lo scudetto e poi?», chiede rivelando l’amarezza per quell’addio che mai avrebbe immaginato. «Il più grande dolore, mi sono sentito tradito, so chi e come è stato. Non sento quello scudetto mio, non l’ho vinto. Sono apparso come la parte negativa della squadra! Se il cavaliere non fosse morto con il cavolo che mi mandavano via. Eppure volevo tanto quello scudetto». Poi Oscar affonda una slam dunk: «Sono andato senza clamori sulla tomba di Giovanni Maggiò con Chicào (Francisco Bandeira, ndr) per dirgli che il presidente era stato il più grande uomo conosciuto. Gli altri l’hanno fatto con le telecamere». Non riesce a trattenersi Oscar e chiude così il capitolo del suo addio: «Nando ed Enzo erano giovani e facevano errori da inesperti, la Juve non contava niente e ci hanno rubato almeno uno scudetto e una Coppa Italia. Nella finale di Coppa delle Coppe dovevo stare dall’altra parte, con il Real Madrid, e forse Caserta non sarebbe neanche arrivata a quel punto. Hanno vinto lo scudetto perché Nando ha segnato 3 canestri, altrimenti avrebbero perso. Dopo il tricolore sono stato il primo a mandare il messaggio di auguri». L’arrivo inaspettato di Tanjevic ha dato poi il via ad altri aneddoti e curiosità, per un viaggio a ritroso con due icone bianconere. «Con il Bosna avevo vissuto la mia miglior stagione, vincendo tutto, poi andai ad affrontare il Sirio di Oscar e persi ma scoprii questo uomo che segnava e piangeva» afferma Boscia, con Oscar che ribatte con una grande risata: «In quella squadra gli Usa facevano blocchi e passavano palla». Poi sempre il brasiliano sottolinea che «la vittoria con la mia nazionale ai Panamericani di Indianapolis ha cambiato regole e storia del basket. La più bella della mia vita, tutti i giornali americani parlavano del Brasile». Oscar racconta divertito che «adoravo far arrabbiare Boscia» e poi sul suo arrivo nel 1982 a Caserta ricorda che «avevo una mano ingessata per un pugno dato ad un avversario. Da quel momento mi ripromisi di non farlo mai più. Quando rimediai un pugno e un calcio da Sylvester ero intervenuto solo per dividere, altrimenti gli avrei fatto male». Ancora Boscia rammenta che «con Delibasic avremmo vinto 3 scudetti» mentre Oscar chiede: «Sapete bene chi è Delibasic?» per sottolineare quanto fosse forte lo sfortunato campione jugoslavo che, colpito da un ictus, interruppe la sua esperienza casertana prima ancora di iniziarla. Poco spazio, infine, sulla Juvecaserta di oggi, con Tanjevic a commentare così la sconfitta con la Vuelle: «Caserta ha disputato un’ottima gara, poteva finire diversamente ma questa è la pallacanestro».

(fonte: Il Mattino – Salvatore Cavallo)