La domanda, da tre stagioni, scalpita per uscire dalla penna e riesce ad emergere sempre: sarà , per Cantù, l’anno buono per prendere l’ascensore verso quella LBA che le compete per blasone? A domandarselo sono soprattutto i tifosi che proprio non digeriscono di vedere il loro sodalizio giocarsela nel secondo gradino della gerarchia cestistica tricolore. E pare praticamente impossibile dare loro torto visto che si sta parlando di una squadra la cui bacheca è ricolma di tre scudetti, due Supercoppe Italiane e altrettante Coppe Intercontinentali, due Euroleghe, quattro Coppe delle Coppe e quattro Coppe Korac.  Un bilancio che ha trasformato una laboriosa cittadina della Brianza in un mito della palla a spicchi.

E quindi ecco il sogno servito di fresco e condensato in tre lettere: LBA. Provò a far compiere il gran salto Marco Sodini, e non vi riuscì. Steccarono anche Romeo Sacchetti e Devis Cagnardi. Allenatori non proprio di seconda fascia ma professori ordinari inamovibili di baskettologia applicata. E si arriva alla presente stagione. Tutto resettato. A partire dal tecnico, quel Nicola Brienza che, canturino doc, conosce profondamente l’ambiente ma non si vedeva da queste parti, cestisticamente parlando, dalla stagione 2015-2016. Nuova aria nella conduzione tecnica, nuova aria nella rosa, quasi completamente rinnovata. Della scorsa stagione i soli superstiti della rosa sono Filippo Baldi Rossi e Riccardo Moraschini.  Hanno invece preso come nuova famiglia il sodalizio canturino Tyrus McGee che, sentendo la nostalgia del passato e del bel paese da cui mancava dalla stagione 2019 in cui militava nella Dinamo Sassari, vi è risbarcato con bellicose intenzioni. Fabio Valentini, capace di lasciare un bel segno sia a Casale Monferrato sia a Forlì, Andrea De Nicolao che, dopo le 188 presenze condite da 914 punti con la Reyer Venezia, ha accettato la sfida di scendere di un gradino per cercare di risalirvi con Cantù.  Si aggiungono Grant Basile, tre volte innamorato del basket italiano con Pistoia , Tortona e Orzinuovi e alla quarta storia d’amore con la palla a spicchi tinta di tricolore, Christian Burns, anch’egli sceso dalla massima serie dove militava con Brescia (in precedenza con Napoli) accettando la sfida, Joonas Riismaa che ha sedotto abbondantemente, sul piano cestistico si intende, Brienza quando lavoravano insieme nel capoluogo toscano e  Luca Possamai, grande esperienza in A2 con Chiusi e nell’orbita di Venezia. Dal novero non resta naturalmente estraneo Matteo Piccoli il cui cognome non rende servizio alla verità perché è alto 195 cm e proveniente dalla Vanoli Cremona.

Un mix ben assemblato da Brienza che, dopo l’incidente iniziale di Orzinuovi appartenente ormai alla preistoria, ha fatto volare Cantù per tutte le successive sei uscite facendole intascare altrettante vittorie e proiettandola in testa a dividersi il trono con Rieti e Rimini. E il pubblico canturino può sognare. Certo,  il primato del miglior attacco non abita in terra brianzola perché il roster summenzionato ha messo insieme 545 punti al di sotto dei 600 di Rimini. In compenso, però, delle tre capoliste, Cantù è quella che si è vista profanare il cesto con minore frequenza, “solo” con 492 punti. E qui il discorso , rispetto a Rimini, si rovescia perché i romagnoli sono invece delle tre capolista i peggio messi in questo senso con un meno 544.  Una lotta a tre serrata, comunque, dalla quale Cantù non ha alcuna intenzione di uscire soccombente. L’ostacolo Rieti è già stato superato, e per giunta in terra laziale, con un 74-68 nel quale brillarono soprattutto le stelle di Basile con 24 punti e McGee con 22. La disfida con Rimini, invece, sarà in calendario il prossimo 15 dicembre alle 18 al Pala Flaminio. E qui la gioiosa macchina da punti e canestri di coach Brienza conta di farsi un regalo di Natale anticipato che possa dare ulteriore linfa vitale al suo sogno di rimettere piede in LBA. Dove, con quella di un’altra senatrice del basket italiano, la biscudettata Fortitudo Bologna,  la sua mancanza indubbiamente si avverte.

E, dal momento che taluni esponenti del roster vanno in doppia cifra con la facilità con cui si toglie la carta a un cioccolatino e che il parco realizzatori in forma smagliante è vasto, Brienza può al momento coltivare pensieri stupendi. Basile è stato top scorer tre volte, De Nicolao, Mcgee, Valentini e Moraschini una a testa. Si segna bene, si segna tutti insieme. E la classifica va su. Con l’entusiasmo dei tifosi. E di una città che al basket ha dato molto e molto vuole continuare a dare, ma al piano che le compete.