E’ stata una partita tutt’altro che facile per gli uomini di Bucchi, costretti a produrre uno sforzo enorme per strappare i due punti in palio. I siciliani, come preventivabile alla vigilia, hanno venduto cara la pelle, seguendo un piano partita fatto di aggressività e fisicità per tentare di sopperire alla differenza di stazza con gli avversari, bravi a rispondere senza mai arretrare di un passo. Ne è venuta fuori una partita spigolosa ma gradevole, anche se la terna arbitrale ha provato a rovinarla costantemente, spezzettando il ritmo con fischi talvolta incomprensibili.
Agrigento, al secondo stop casalingo del campionato, si è arresa solo nel finale mostrando comunque una componente che potrà portarla lontano nell’arco di questa stagione,quel carattere che coach Ciani riesce a trasmettere ogni anno alla propria squadra. Roma esce da questo confronto col morale alto sia per il ritorno alla vittoria che per la reazione avuta dopo le ultime due sconfitte, una dimostrazione di forza in risposta a chi già intonava il “de profundis”.
LA GARA Roma, animata dal desiderio di cancellare immediatamente le ultime due opache prestazioni, iniziava la partita con il piede pigiato sull’acceleratore. Con Landi reduce dall’operazione al setto nasale di venerdì mattina e partito quindi dalla panchina con una vistosa maschera sul volto, è stato Moore a vestire i panni del protagonista con punti, rimbalzi e assist. Il primo allungo degli ospiti nasceva sull’asse americana con il play a servire a Sims un comodo pallone da recapitare nel cesto avversario (14 – 20 dopo 8’).
Agrigento, con Evangelisti entrato solo nel secondo periodo ma praticamente fuori combattimento, trovava nelle conclusioni di Sousa un’arma con cui provare a sorprendere la Virtus; il brasiliano, probabilmente alla sua miglior partita in biancoblu, era una spina nel fianco degli ospiti che, toccato il +11 con l’unica tripla di Saccaggi, si lasciavano risucchiare in appena 2 minuti dal ritmo forsennato degli avversari.
Nonostante il break subito, però, Roma aveva il pregio di non sbandare, ricominciando a trovare la via del canestro e chiudendo il primo tempo con una magia di Moore dall’arco per il +6 del 20’ (43 – 49).
Al ritorno in campo, trascorrevano oltre 3 minuti prima che la Virtus, ancora con Moore,trovasse il primo bersaglio e la difficoltà offensiva dei capitolini faceva da contraltare al miglior momento dei padroni di casa. Trascinata dagli italiani Ambrosin, Fontana e Pepe, la Fortitudo metteva anche il naso avanti al 25’, un sorpasso tanto meritato quanto effimero perché i romani rispondevano con una concretezza degna della grande squadra. Qualche ingenuità difensiva, prontamente rilevata dalla mediocre terna arbitrale, consentiva a Cannon e soci di restare a contatto sul tramonto del terzo periodo, ma la Virtus, dominante a rimbalzo, dava un’altra spallata nei primi 200 secondi dell’ultimo quarto, canestro di Alibegovic e due triple griffate Landi e Moore, riallungando in maniera decisiva. Solo l’orgoglio teneva in vita i biancoblu, capaci di risalire ancora una volta dal –11, ma la tripla di Bell arrivava troppo tardi per togliere il sorriso alla Virtus.
M Rinnovabili Agrigento – Virtus Roma 83 – 87 (16-24; 43-49; 62-65)
AGRIGENTO: Sousa 20, Cannon 19, Pepe 15, Ambrosin 13, Bell 11, Fontana 5, Zilli, Guariglia, Evangelisti, Cuffarone, Nicoloso ne, Trupia ne. All. Ciani
VIRTUS ROMA: Chessa 1, Saccaggi 3, Sandri 9, Santiangeli 4, Alibegovic 4, Sims 17, Baldasso 12, Landi 3, Moore 34, Lucarelli ne. All. Bucchi
ARBITRI: Boscolo, Rudellat e Mottola.
NOTE: TIRI DA 2: Agrigento 18/30, Roma 20/33; TIRI DA 3: Agrigento 10/31, Roma 9/24; TIRI LIBERI: Agrigento 17/28, Roma 20/21. RIMBALZI: Agrigento 20 (18d 2o – Bell 5), Roma 34 (28d 6o – Sims 15). USCITI PER 5 FALLI: Landi. SPETTATORI: 1.100 circa.