Ci sono momenti che indirizzano una partita e vittorie che orientano una stagione. Quella della Virtus Roma potrebbe aver imboccato la strada giusta in terra piemontese, grazie ad un successo tanto bello quanto sofferto, colto sullo stridulo suono della sirena.
Il settimo squillo “on the road” della truppa di coach Bucchi è arrivato grazie ad una vera e propria impresa. Privi di una pedina mentalmente e tecnicamente importante come Sandri, i capitolini non hanno deragliato davanti al travolgente avvio dei padroni di casa, pur mostrando ancora ingenuità tecnico-tattiche e lacune mentali non consone ad una prima della classe. Fra i diversi aspetti da rivedere, spicca sicuramente l’inspiegabile e reiterato nervosismo di Moore, colpevole di aver lasciato ancora una volta anzitempo la contesa per raggiunto limite di falli.
Casale può mangiarsi le mani per aver incredibilmente gettato alle ortiche una vittoria che sembrava ormai blindata in cassaforte, costruita con pazienza e un pizzico di fortuna, difesa con le unghie fino alla follia conclusiva del duo Italiano-Tinsley, che ha regalato agli ospiti la possibilità di riaprire i giochi a 30″ dalla fine. Il terzo stop casalingo del campionato relega attualmente i rossoblu fuori dai confini dei playoff, un fallimento se si pensa che l’anno scorso la Junior chiuse la stagione regolare al primo posto.
I romani mantengono il primato in classifica e pur non staccando Rieti, vincente all’ultimo tuffo dell’overtime contro Tortona, allungano su Bergamo, quarta sconfitta nelle ultime cinque uscite, battuta a domicilio e scavalcata proprio da Capo d’Orlando.
LA GARA Casale partiva con molta più energia, Martinoni dava il benvenuto ai romani con tre triple in 5 minuti e con Denegri confezionava il primo vantaggio importante dei padroni di casa (18-8 al 7′). Con un Moore ad intermittenza, il motore giallorosso appariva ingolfato, ma Roma riusciva a rientrare in partita grazie alla straordinaria intensità di Landi e Sims sotto i tabelloni (cattureranno 27 dei 45 rimbalzi totali della squadra). Mancava però sempre il classico centesimo per fare l’euro, ed i guizzi di Valentini e Battistini tenevano a distanza la Virtus, tenutasi a galla con diversi viaggi in lunetta, una specialità in cui Sims confezionerà uno splendido 10/10 in una partita chiusa con 26 punti, 15 rimbalzi, 3 assist e ben 11 falli subiti ma anche 5 palle perse, unica nota negativa di una prestazione stratosferica.
Saccaggi insaccava una tripla sulla sirena di metà gara, le prove generali del capolavoro con cui ribalterà le sorti del match negli ultimi 30″, e Roma tornava negli spogliatoi sotto di appena 6 lunghezze, una nullità per quanto seminato dai piemontesi nei primi 20 minuti. Nel terzo periodo, con le squadre di nuovo incollate, Moore si faceva fischiare il quarto fallo e la successiva, consueta, protesta portava al fallo tecnico con cui gli arbitri lo spedivano in panchina già al 26′.
Nonostante l’ingenuità del proprio playmaker, la squadra capitolina metteva addirittura il naso avanti due minuti più tardi, ma era in apertura di ultimo quarto che i rossoblu producevano il massimo sforzo, sospinti da Tinsley e Denegri e aiutati da un’incredibile incomprensione fra Landi e Baldasso, con Musso lesto a rubar palla per il canestro del 69-64 con fallo aggiuntivo, poi non convertito in punti dalla lunetta.
Quell’errore così macroscopico a meno di 3 minuti dal termine lasciava coach Bucchi di sasso ma, paradossalmente, era l’episodio che scuoteva la capolista, in svantaggio 75-70 a 37″ dal termine ma clamorosamente reattiva nel mettere a segno 4 punti in un solo secondo grazie alla penetrazione di Santiangeli e ai tiri liberi guadagnati da Saccaggi con una palla rubata sulla rimessa avversaria.
L’incubo della beffa paralizzava le mani di Martinoni, spedito saggiamente in lunetta da Chessa con soli 7 secondi sul cronometro, e il sanguinoso 1/2 dell’ala pivot piemontese consentiva proprio al capitano romano di volare dall’altra parte del campo e servire a Baldasso la palla con cui il playmaker confezionava l’assist per la tripla della vittoria scagliata da Saccaggi.