Andiamo alla scoperta di Julien Vigand, nuovo responsabile marketing della Legabasket ma fino a ieri Executive, Global Brand & Sport Marketing dell’Eurolega. L’ingresso di Vigand nel management della Lega è senza dubbio un’ottima notizia per il basket italiano. Online siamo andati a pescare una bellissima intervista pubblicata sul sito del Basket Barcellona e scritta da Cristina Grasso in cui Vigand si confronta con Carlò Sgrò, marketing executive di Barcellona.

Giovani, intraprendenti, ottimi professionisti con la passione per lo sport. Un siciliano e un belga, e non è l’inizio di una barzelletta ma loro amicizia nasce tra i banchi di un importante Master in quel di Treviso che è stato l’inizio della loro carriera lavorativa nel mondo della palla a spicchi.

Oggi mettiamo a confronto Carlo Sgrò Marketing Executive della Sigma Basket Barcellona e Julien Vigand Executive, Global Brand & Sport Marketing dell’Eurolega.Due realtà importanti, apparentemente distanti, ma che hanno in comune molto più di quanto si possa immaginare. Entrambi gli “Executive” svolgono con amore e sacrificio il loro lavoro. Con questa intervista scopriremo i loro due mondi e cosa li lega.

Che ruolo ricopri? E quali sono le tue mansioni?

Julien: Lavoro per l’Euroleague Basketball nel ruolo di “Brand and New Technologies Executive”. Mi occupo principalmente dello sviluppo del marchio “Eurolega”, di nuove tecnologie e di nuovi media: Euroleague TV, app, canale YouTube,etc. Sono anche il Community Manager dell’Eurolega.

Carlo: Il ruolo è Marketing Executive ma le mansioni sono tante, faccio prima a dirti cosa ancora non ho fatto. Scherzi a parte, la mia occupazione principale è la gestione, insieme a te, dell’Area Marketing e di seguire la comunicazione del club su tutti i canali.

Questo comporta tanti lavori diversi in vari campi: sponsoring, web, campagna abbonamenti, ufficio stampa, etc. per fortuna però posso confrontarmi quotidianamente e fare team con una persona come te che rende tutto più semplice.

Come vi siete conosciuti?

Julien: Carlo e io ci siamo conosciuti sui banchi del master SBS, a Treviso. Abbiamo partecipato alla quinta edizione del master, nel 2009-2010. Eravamo alcuni dei pochi “baskettari” della classe.

Carlo: A Treviso, abbiamo frequentato lo stesso Master in strategie per il Business dello Sport. Julien mi ha colpito subito per la sua spontaneità, la sua cultura, la sua voglia di fare gruppo e il suo strano accento romanesco. Ma vi immaginate un belga che parla romano?

Cosa avete in comune?

Julien: Oltre alla passione per lo sport, io credo che abbiamo tutti e due il senso dell’umorismo. Direi anche che siamo persone razionali e aperte, e cosa molto importante, con i piedi per terra… Puoi scherzare e divertirti tanto con Carlo e nello stesso tempo impari anche un sacco di cose perché è veramente una persona molto sveglia, creativa e ingegnosa.

Carlo: Non l’altezza, questo è sicuro. La passione per lo sport, e per la pallacanestro nello specifico, è stata sicuramente la prima cosa che ci ha avvicinato. Ma Julien è anche una persona vera, sincera e disponibile. Mi piace molto confrontarmi con lui su svariati argomenti dallo sport, al marketing a faccende personali. La sua opinione non è mai scontata e il suo punto di vista mi arricchisce sempre.

Perché hai scelto di lavorare nel mondo della pallacanestro?

Julien: Avevo scelto di lavorare nello sport per passione. Poter lavorare in questo ambiente e far parte dell’Eurolega, per me è stata una fortuna visto che questo è lo sport a cui mi ero dedicato come giocatore

CarloHo sempre amato la Pallacanestro e lo Sport in generale. Quello con la lettera maiuscola, quello capace di essere precursore dei tempi e portatore di messaggi di pace. Poter lavorare in questo mondo mi inorgoglisce. Anche se bisogna ammettere che in questo momento in Italia, come per altri settori, anche quello sportivo avrebbe bisogno di rivoluzioni e di un cambio di rotta.

Che consigli daresti all’altro?

Julien: Consigli, io? Guarda che non sono la persona più adatta per dare consigli! Non sarà molto originale però l’unico consiglio che mi viene da dargli è di rimanere se stesso e di rimanere positivo.

Carlo: Abbiamo ricevuto entrambi gli stessi consigli quindi mi viene difficile dirgli qualcosa che non ha già sentito. Credo molto in lui dal punto di vista professionale, oltre che umano, e non mi stupirebbe vederlo tra qualche anno ricoprire un incarico ancora più importante.

Un aneddoto che vi ricorda insieme?

Julien: Solo uno? Tieni presente che avrò passato più tempo a casa sua a Treviso con lui e con i suoi coinquilini che nella stanza che occupavo alla Ghirada di Treviso. Visto che venivamo entrambi da fuori, passavamo una buona parte dei nostri week-end insieme e poi il master ci ha permesso di viaggiare insieme più volte, incluso Toronto. Carlo è venuto a visitarmi a Barcellona, e ora mi tocca venire un giorno a conoscere la Barcellona Italiana e assistere a una partita.

Carlo: Potremmo scriverne un libro, ce ne sono milioni ben distribuiti tra Italia, Spagna e Canada. Ve ne racconto uno che vi spiega il personaggio, mentre eravamo a Toronto siamo andati a vedere dal vivo il match di NBA tra Toronto Raptors e Cleveland Cavaliers, che nel febbraio 2010 erano ancora i Cavs di Lebron James. Una partita bellissima terminata dopo un overtime. Nell’entusiasmo straripante dell’Air Canada Centre, mi giro e due file dietro di me vedo Julien che mentre urla, incrocia il mio sguardo e mi mima il segno di una lacrima di commozione. Come dicono dalle sue parti, questa è devozione.

Promuovete il vostro lavoro?

Julien: Per questa domanda, rubo una cosa che avevo letto un giorno in un libro di Management dello sport e che riassume il mio lavoro o il lavoro di tanti come noi. La citazione diceva più o meno così: “5 anni di studio all’università più un master in Sports Management: 15.000 €, quantità di ore lavorate in straordinario non pagate: tante e troppe ore, vedere un stadio pieno di fans e sapere che hai fatto parte dell’organizzazione di questo evento: non ha prezzo!” Ecco, io non sono mai così tanto felice come nel momento della Final Four in cui il campione se ne va con il trofeo… Mi rendo conto che ci sono sempre cose da migliorare per l’anno prossimo però nello stesso tempo, sono anche sicuro di aver dato il massimo. E’ un lavoro che ti chiede tanti sacrifici durante la stagione, ma che alla fine ti da anche tante soddisfazioni.

Carlo: Credo che ci sia poco da promuovere. A tutti piacerebbe lavorare nel mondo dello sport e vivere le emozioni che solo questo mestiere è in grado di regalarti. Però dico anche che i sacrifici sono all’ordine del giorno, non credo che molti possano immaginare cosa ci sia dietro perché al momento di quella famosa palla a due tutto sia perfetto. Ma è proprio questo a rendere questo lavoro così affascinante.

Chi vincerà l’Eurolega? Chi vincerà la DNA Adecco Gold?

Julien: Dall’inizio di questa stagione, il Real Madrid sta giocando a un livello pazzesco e stravince quasi ogni partita, però alla fine in Eurolega, tutto dipende di quelle due partite in maggio a Milano! Sarà anche interessante vedere dove finirà il Fenerbahce Ulker con il suo nuovo progetto guidato da coach Zeljko Obradovic. Poi guarda che ci sono anche il FC Barcelona, il CSKA Mosca e Olympiacos Piraeus, campione delle ultime due Final Four. Come outsider, non sarei sorpreso se il Lokomotiv Kuban arrivasse finalmente a raggiungere la Final Four.

Per quanto riguarda la DNA Adecco Gold è ancora più difficile dirlo, anche perché onestamente, non la seguo abbastanza per avere un’opinione molto precisa, però spero la Sigma Barcellona!

Carlo: Beh devo dire che questo Real Madrid mi sembra una macchina da guerra. Ma non darei mai per morte le squadre greche. Se devo esprimere un desiderio dico il CSKA, per il semplice motivo che sono un tifoso sfegatato di Ettore Messina, che ho avuto la fortuna di ascoltare per la prima volta, proprio grazie a Julien, in un seminario a Barcellona in occasione delle Final Four del 2011.

Sulla DNA Adecco Gold non mi sbilancio, aspettiamo maggio…

Salutatevi a modo vostro

Julien: Ciao Carlo, un abbraccio forte dalla Spagna! In bocca al lupo e ovviamente… sdigehete sdaghete!

Carlo: Daje Giuliano, mi raccomando sempre in gamba.

Fonte: Ufficio Stampa Basket Barcellona

Autore: Cristina Grasso