La Coppa Italia bianconera è mestamente scivolata via ed è andata come, in realtà, era logico aspettarsi.Contro un avversario in grande forma e martoriata dagli infortuni la Virtus poteva opporre ben poca resistenza agli uomini di coach Diana, ma quello che si è visto in campo deve necessariamente portare ad una riflessione in casa Vunere.
Le mancanze di Aradori e Gentile, per quanto pesanti, non possono e non devono creare l’ennesimo alibi dietro cui nascondersi; la Virtus non ha capito nulla del match dal 1′ al 40′, non riuscendo a venire a capo della zona lombarda, non trovando contromosse puntuali al massiccio uso del pick ‘n’ roll Germani e non costruendo mai un gioco per un tiro pulito dei suoi tiratori Umeh e Lafayette.
Siamo ormai a metà febbraio ed il protrarsi di questi difetti innati della squadra deve far suonare un grosso campanello d’allarme. Soprattutto alla vigilia di un girone di ritorno che vedrà i bianconeri impegnati sui campi di Venezia, Brescia, Cremona, Torino e Reggio Emilia, oltre a difficili match interni contro Milano, Cantù ed Avellino. La Virtus sarà quindi obbligata ad estrarre dal cilindro il classico coniglio, fatto di un gioco finalmente chiaro e ben oliato, oltre che della capacità mentale e tecnica di reagire tempestivamente alle variazioni tattiche dell’avversario di turno.
In particolare si dovrà trovare una soluzione (mercato?) in cabina di regia, dove sia Lafayette che Stefano Gentile non riescono a garantire continuità di rendimento. Anche dalla panchina dovrà però arrivare una svolta: se la squadra fatica ad adattarsi alle situazioni di gioco é il coach a dover studiare soluzioni alternative (Slaughter e Lawson insieme in campo ad esempio) ed a dettare i tempi con un uso “chirurgico” dei time out, cosa che al momento non sembra avvenire.
Il cammino della Virtus da qui a fine anno decreterà in modo inequivocabile e definitivo se il progetto pensato in estate possa essere realmente futuribile o se sia destinato a drastiche variazioni in vista della prossima stagione.
Quel che è certo è che sia coach Ramagli che la dirigenza bianconera dovranno fare parecchi straordinari.