Sarà la Virtus Bologna a sfidare Cremona nella prima semifinale della coppa Italia 2019.
La formazione di Pino Sacripanti sgambetta, con un brivido finale, la favoritissima Milano che, per il secondo anno consecutivo, saluta anzitempo la manifestazione.
I meneghini, nonostante i 18 rimbalzi offensivi, hanno pagato la pessima serata dell’attesissimo James (3/18 al tiro con tanti falli subiti ma solo nei minuti finali), surclassato da Taylor e limitato da Cournooh, e uno scriteriato quanto infruttifero ricorso al tiro pesante (9/31).
E dire che l’Olimpia aveva approcciato alla gara decisamente meglio dell’avversaria, rispondendo al canestro iniziale di Bologna con un prepotente 9-0 ispirato da Nunnally. I felsinei però, limitati i danni nel quarto di apertura, mettevano ben presto il naso avanti mostrando una migliore e più ragionata circolazione di palla, che si traduceva spesso in scelte di tiro razionali e ad alta percentuale.
I quarti centrali erano una mattanza per i biancorossi, sommersi dall’atletismo avversario e da un netto 46-32 che metteva le “V nere” sulla strada della semifinale. Taylor e Aradori salivano di giri, Moreira faceva la voce grossa a rimbalzo e Cournooh mandava fuori strada il temuto James; sulla sirena del terzo quarto gli educatissimi polpastrelli di Kuzminskas regalavano un po’ di ossigeno ai meneghini, ma la nuova accelerata bianconera produceva un clamoroso +15 al minuto 32.
Finita? Nemmeno per sogno. Complice un po’ di stanchezza di Punter e soci, l’esplosività di Brooks a rimbalzo e la presenza di spirito di Micov, la banda di Pianigiani tornava sotto la doppia cifra di svantaggio pur non dando mai realmente la sensazione di poter riaprire la partita.
Eppure il finale regalava un piccolo brivido perché prima Jerrells trovava dall’angolo la tripla dell’84-86 a 2 secondi dalla fine e poi, sulla rimessa successiva, Brooks rubava palla insaccando in avvitamento il tiro del pareggio, una conclusione non convalidata dagli arbitri dopo un’analisi eccessivamente lunga delle immagini al monitor dell’istant replay, che confermavano la netta sensazione avuta in campo.