Partita spigolosa, di grinta e carattere tra due squadre con obiettivi differenti ma in entrambi i casi ancora in bilico.
La Virtus mostra per l’ennesima volta tanto carattere ma poco fosforo, portando con la sola grinta un avversario più dotato fisicamente e tecnicamente sino agli ultimissimi possessi, ma perdendo poi banalmente la bussola e consegnando di fatto i 2 punti agli avversari. Il PalaDozza si sta ormai trasformando in terra di conquista un po’per tutti coloro che cercano punti in chiave Playoff, mentre proprio i bianconeri si troveranno obbligati al colpaccio lontano dalle mura amiche per poter dare un prosieguo alla Regular Season. Di sicuro non si è vista la Sidigas migliore dell’anno ma, aggrappandosi al solito duo Filloy – Fesenko e soffrendo qualcosa più del preventivato, è stato blindato il 4° posto.
Segafredo Virtus Bologna 64
Scandone Sidigas Avellino 70
Parziali: (15-18 13-15 13-13 23-24)
La Gara
Primi possessi del match a salve fino a quando Ale Gentile, entrato troppo morbidamente, viene stoppato da Fesenko dando il via al contropiede di Avellino che sblocca il match. L’impressione quasi scontata dei primi minuti, è che la Sidigas faccia molta meno fatica della Segafredo a stare in partita e possa vivere di rendita sulla stazza dei suoi lunghi. L’accoppiata Rich /Fesenko è indigesta per i bianconeri che trovano solo parziale antidoto inserendo Wilson sul n° 25 biancoverde. La Virtus, incapace di reggere l’urto nel colorato, prova quindi a pressare da subito sul portatore, restando a contatto sino al gioco da 4 punti di Rich, che spinge nuovamente i suoi all’allungo (per lui 11 punti sui 18 di squadra). Nonostante le evidenti difficoltà i bianconeri riescono a chiudere sul 15-18 il primo quarto, rimpiangendo anche il misero 1/5 dalla lunetta.
Nel secondo periodo entrano Lawal per Fesenko, Scrubb e Filloy ma l’aria non cambia, anzi: il numero 12 irpino ispira, scartando autentici cioccolatini per i compagni. Poco male poi se qualcuno sbaglia, Lawal o Fesenko giocano una infinità di secondi tiri. La Segafredo dovrebbe cercare giochi offensivi per bucare la retina almeno dalla media distanza e tentare di caricare di qualche fallo le torri irpine, ma la confusione in cabina di regia non lo permette. Ad Avellino basta quindi l’uso del più banale dei pick and roll per controllare in scioltezza e volare sino al 20-29. Si blocca ancora qualcosa però nell’attacco dei lupi e la Virtus ricuce, rosicchiando briciola su briciola, sino ad un insperato 28-33 di fine periodo.
Il terzo quarto parte con una Virtus indemoniata: tripla di Aradori, gran difesa e Slaughter in formato deluxe per firmare l’aggancio. Avellino sbaglia tanto ma trova linfa vitale ancora dai rimbalzi, specie offensivi. La partita diventa ancor più fisica e intensa, con Slaughter e Wilson che prendono le misure a Leunen e Fesenko e portano la compagine di Ramagli al primo vantaggiodi serata sul 38-35. Bologna non sfrutta però una Scandone da soli 6 punti in 7′ abbondanti (e con ben 12 palle perse all’attivo), sparacchiando da 3 e gli uomini di Sacripanti ringraziano col contro-sorpasso al 28′. Rientra Ale Gentile, ancora evidentemente fuori condizione, per permettere ai compagni di rifiatare ma, dopo aver mandato sul ferro 2 forzature difficilmente comprensibili, deve rientrare in panchina. Sul fronte opposto Filloy ne infila 5 consecutivi che fanno malissimo alla Segafredo; basti dire che il parziale del quarto passa dal 10-2 Virtus all’11-13 Avellino. Prova allora capitan Ndoja a sbloccare i suoi, col canestro del -5 sulla sirena.
Ultimo periodo e la difesa Virtus torna ad annebbiare il gioco degli irpini, permettendo ai ragazzi di Ramagli di mantenersi a contatto nonostante cifre decisamente rivedibili. Sacripanti corre ai ripari col time out, ma senza Filloy e Fesenko (in panchina a rifiatare) i suoi faticano e devono aggrapparsi alle triple di Fitipaldo e Rich per respirare. Ancora un mini break Virtus ed ancora una tripla, stavolta di Leunen a ricacciare indietro i padroni di casa. Si entra comunque negli ultimi 5’sul 55-55, oro per i padroni di casa, situazione difficilmente spiegabile invece per la Scandone che per ampi tratti ha dimostrato una netta superiorità fisica. L’equilibrio viene rotto dalla tripla di Wilson per l’ennesimo inaspettato vantaggio casalingo, ma la gioia dei padroni di casa dura appenalo spazio della risposta del solito Filloy; tripla ad 1’01” dal termine che taglia le gambe. La Segafredo ha davvero dato tutto e la persa con conseguente canestro e fallo concessi a Fesenko dimostrano come il serbatoio sia ampiamente in riserva. Altra banale persa dei bianconeri ed a 33” dal termine cominciano a scorrere i titoli di coda,col solito Filloy in lunetta. Resta da annotare solo un incredibile autocanestro dei bianconeri su libero di Rich, prima della festa biancoverde.
Magic Moment
La tripla di Filloy per il 62-64 è la giocata che gira definitivamente la partita a favore degli irpini. La Scandone aveva sin lifatto e disfatto, non riuscendo a scrollarsi di dosso una Segafredo confusionaria ma mai doma. Quando la tripla di Wilson sembrava poter concedere anche chances di vittoria ai bianconeri, ecco l’uomo della provvidenza per Avellino.
Man of the match
Sicuramente Ariel Filloy condividerà una bella fetta di questo premio, ma l’MVP di giornata va al gigante Fesenko: 15 punti con 7/9 da 2 e 15 rimbalzi di cui 8 offensivi. Macchina da guerra impossibile da fermare per la Virtus che non aveva nessun omo che potesse contrastarlo.
Numbers
Il dato più evidente e che fotografa in maniera precisa lo strapotere irpino è la differenza sotto le plance: 42 rimbalzi (di cui ben 13 offensivi) a 31 . Per la Virtus ennesimo rimpianto legato ai tiri liberi:un 7/13 che pesa dannatamente sull’economia della partita.