Coach Stefano Sacripanti ha incontrato i giornalisti prima della difficile trasferta della sua Acqua Vitasnella sul campo della Sidigas Avellino: ”Mi sembra evidente che la Scandone abbia cominciato a vincere nel momento in cui ha sfoltito la rosa. Delle volte aver troppi giocatori, anche di grandissima qualità come Dean e Richardson, porta a perdere chimica e gerarchie nella squadra. La responsabilizzazione e il senso di partecipazione sono più importanti della singola individualità. Avellino ha iniziato la stagione con un roster da prime posizioni con tanti elementi di altissimo livello e non è riuscita a ottenere subito dei risultati. Adesso che ha sfoltito la rosa e ha inserito un giocatore importante come Je’Kel Foster è riuscita a trovare maggiore continuità. I campani stanno vincendo molto nelle ultime partite e sono tornati in piena corsa per i playoff. In un campionato con una classifica così corta bastano pochi successi per riportarsi in alto. Ci attende dunque una gara che mette in palio due punti fondamentali perché conquistare il 2 a 0 negli scontri diretti ci darebbe grandissimo respiro. La Sidigas è cambiata molto rispetto alla gara di andata. Ce la descrivi? La prima caratteristica dei biancoverdi è che c’è una notevole responsabilizzazione di Cavaliero che nelle ultime partite sta tirando da tre punti in maniera incredibile. Conosco molto bene Daniele avendolo allenato nelle nazionali giovanili. E’ un ragazzo di una dedizione, di una volontà e di una partecipazione esemplare, ma che deve sentire una grande fiducia. Non è un caso che nel momento in cui i due esterni americani sono andati via lui abbia alzato di tantissimo il suo rendimento. Anche Hayes, che prima era un po’ ai margini, ha approfittato del maggiore spazio per dimostrare di essere un campione con una tecnica eccezionale e un’importante statura fisica. Foster è un elemento di complemento, nell’accezione positiva del termine, perché si sa adattare bene alla squadra e garantisce sempre quello che serve. Questo senza dimenticare un playmaker di classe come Lakovic e una batteria di lunghi, composta da Thomas, Ivanov, Dragovic e Biligha, molto forte e fisica. Thomas e Ivanov costituiscono forse la coppia più produttiva del campionato nel ruolo del 4 e del 5 dato che viaggiano a 15 punti di media a partita. La Scandone ha raggiunto una sua chimica e gioca in maniera solida e quadrata con delle gerarchie precise. Tutto questo anche per merito della bravura di coach Vitucci che ha fatto bene ovunque è andato e non a caso è stato l’uomo mercato per le panchine nell’ultima estate. Una delle chiavi del match sarà dunque la difesa sui loro lunghi? E’ indubbio che i nostri giocatori interni dovranno fare un grande lavoro. A questo punto dell’anno però le regole difensive di squadra devono essere più forti delle individualità e noi dobbiamo mettere la stessa dedizione e partecipazione collettiva della gara di mercoledì a Ulm. E’ chiaro che ci attende una sfida in un campo difficile con un pubblico che ha ripreso entusiasmo e quindi ci aspetta un altro banco di prova consistente. Qual è la situazione fisica della tua formazione? Stiamo aspettando i risultati della risonanza di Abass. Lui non ha giocato in Germania perché aveva ancora dolore. Sembrava tutto risolto settimana scorsa e invece il fastidio, che già provava domenica nel match con Roma, si è prolungato in maniera accentuata durante la settimana. Rullo sta curando la caviglia, ma ormai credo che sia abbastanza recuperato e pronto per poter giocare. Pino. Pensi che la delusione di mercoledì possa avere un contraccolpo? Credo che ci sia un primo dato oggettivo. Noi a Ulm abbiamo disputato una partita pazzesca, giocando molto bene e dimostrando il piglio giusto e autorevolezza. Abbiamo tatticamente fatto tutto ciò che avevamo preparato. Siamo stati leggermente svantaggiati dall’alto numero di liberi concessi ai tedeschi con tanti falli fischiati ai nostri lunghi anche in maniera un po’eccessiva. Siamo stati però protagonisti di una prestazione di qualità su un campo difficile in cui abbiamo provato fino in fondo a ribaltare la differenza canestri. E’ chiaro che sarebbe servita un’impresa eccezionale. Siamo arrivati a un millimetro dal compierla, ma siamo caduti un pelo prima. Credo comunque che la mia squadra esca dall’Eurocup a testa altissima. Abbiamo avuto un briciolo di sfortuna, sia per come è andato l’ultimo match sia per la sfida di Nanterre. Abbiamo sicuramente fatto una brutta gara con il Ratiopharm all’andata, però era un momento difficile in cui eravamo molto stanchi. Penso che la nostra avventura Eurocup sia stata davvero significativa per una formazione così giovane e nuova. Non so come saremo capaci di rispondere alla delusione. C’è comunque grande consapevolezza che se lavoriamo in maniera corretta cercando di eseguire ciò che prepariamo possiamo mostrare una bella pallacanestro, come è avvenuto nelle ultime tre partite. Quanto ha inciso l’errore di Jones? E’ un dato di fatto che Marcel abbia commesso un errore anche perché è stato ripetuto due o tremila volte di lasciare penetrare Long e di togliersi se non avesse tirato da tre. Detto questo se noi avessimo segnato l’ultimo canestro avremmo comunque vinto. Jones non è dunque l’esclusivo colpevole del mancato ribaltamento della differenza canestri. Chiaro che alla fine della partita ero arrabbiato, ma il giorno dopo Marcel è tornato a essere il ragazzo stupendo, pieno di dedizione e umiltà, e il giocatore con del talento offensivo che è. L’unica cosa che mi fa incavolare è il tipo di errore fatto perché è stato un problema di attenzione. Questi sono errori che tutti noi dovremmo riuscire a eliminare e che invece questa squadra, forse anche per inesperienza, commette. Da questo punto di vista dobbiamo diventare più forti.

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