Meravigliosa impresa della Sutor che sbanca Varese 69-75. Una partita bellissima quella dei ragazzi di Recalcati, capaci di recuperare uno svantaggio che era di 19 punti a metà del secondo quarto e di vincere nel finale con grande aggressività in difesa e lucidità in attacco. Mancava da tanto un successo in trasferta, ed è arrivato nel giorno giusto. Ce l’hanno fatta i gialloblu, tutti straordinari, e tutti da applaudire dopo una prova come questa.
Queste le parole del Direttore Generale Alessandro Santoro.
“E’ stato un fine settimana degno di tutti i sacrifici che facciamo giorno dopo giorno. Una squadra capace di soffrire e di unirsi davanti alle difficoltà. La gara di Varese non era cominciata nel migliore dei modi, bisognava trovare la strada considerando che c’era da abituarsi alla partenza di Josh Mayo, un giocatore dall’importanza capitale. La squadra ha reagito, ha lottato e ha costruito la sua consapevolezza di essere gruppo oltre le grandi difficoltà. Tutti noi cerchiamo di dare loro conforto e vicinanza con i mezzi che le nostre giornate quotidiane ci propongono, troppo poco rispetto a quello che vorremmo fare ma non molliamo. E se c’è una speranza che questa Sutor possa salvarsi sul campo e fuori lo si deve a questi ragazzi, a Carlo Recalcati ed il suo staff, a tutti i miei collaboratori che hanno compreso l’unica cosa che siamo riusciti ad imporci: crederci come un obbligo e non come una scelta. Ieri al rientro da Varese ad aspettarci c’era quel gruppo di tifosi che erano venuti alla partita, con striscioni e fumogeni intonando cori per questi uomini che meritano, assieme a Montegranaro, la serie A. Erano le 03,30 del mattino, potevano scegliere di tornare a casa dopo un lungo viaggio ma erano li dalle 01,30, così come erano al PalaSavelli venerdì scorso ad offrire una pizza alla squadra per invitarli a non mollare. Questo significa volere qualcosa più delle semplici comodità, perché la Sutor è una fede che va sostenuta e rispettata. Semmai questo potesse essere inteso come un esempio per tutti, forse ci salveremo. La squadra lo ha capito, lo staff tecnico lo coltiva ogni giorno, noi dirigenti seminiamo ogni giorno un seme di speranza ma manca sempre qualcosa. L’unica cosa è continuare a crederci perché questo qualcosa, semmai dovesse arrivare, ci troverà sempre preparati e pronti a lottare. Qualche tempo fa una persona molto importante mi disse: nella vita ho imparato che un seme piantato sotto terra non è mai buttato. Sono sempre più convinto che aveva ragione ed è per questo che è una persona importante”.