Con il suo solito contagioso sorriso, il Poz ama ripetere chepiù di qualcuno gli rimprovera di vincere con scarti ampi solo perché spesso incontra squadre non propriamente irresistibili. Sarà mica che invece il suo “Banco” gioca talmente bene, e ormai a memoria, da rendere la vita impossibile alle avversarie?
Tendiamo a credere maggiormente alla seconda ipotesi e la partita di stasera contro la Virtus Roma ne è l’ennesima prova. Che poi parlare di gara sarebbe un clamoroso artificio narrativo visto che la sfida, quella vera, è durata appena 11 minuti. Per i padroni di casa è stato un buon allenamento, per gli ospiti un altro rovescio di proporzioni bibliche dopo quello interno subito con Brindisi alla seconda giornata, una sconfitta sicuramente preventivabile alla vigilia anche se il divario finale lascia più di qualche interrogativo sulla consistenza mentale di un gruppo reduce da tre vittorie e una sconfitta con l’onore delle armi al cospetto della corazzata Milano.
LA GARA Sassari ha aggredito subito Roma volando sul 14-2 in un amen; le parole di coach Bucchi però avevano l’effetto di svegliare i suoi ragazzi e la Virtus cominciava a rispondere colpo su colpo, soprattutto grazie a Kyzlink, unico giallorosso a salvare la faccia in una serata da dimenticare. Grazie alle giocate del numero 77, il tabellone recitava 25-24 al primo intervallo e ancora un illusorio 27 pari dopo il primo minuto del secondo quarto, la quiete prima della tempesta (di triple) con cui la Dinamo apriva un solco di 22 punti.
Ad inizio ripresa Roma perdeva 3 palloni consecutivi in attacco, mostrando un atteggiamento tutt’altro che combattivo, sicuramente poco consono ad una squadra che vuol cancellare gli incubi del secondo quarto. Se possibile, la Dinamo era ancor più sfavillante, Dyson, indimenticato protagonista del triplete di Sassari di qualche anno fa, era un fantasma mentre Bilan e soci passeggiavano, toccando prima il +30 (70-40), poi sfiorando anche il +40 in un crescendo che mandava in estasi il caloroso pubblico biancoblu. Per Roma un passo falso che non deve cancellare quanto di buono mostrato in queste prime 7 giornate ma che induce una riflessione: a questi livelli non si possono continuare a “regalare” 2 americani ad ogni avversaria. Farley e Moore non sono certo i responsabili di questa debacle, ma la loro totale inconsistenza obbliga coach Bucchi a ruotare con soli 7 elementi ed i miracoli non sono ancora di questo mondo.
MAGIC MOMENT Senza dubbio i 9 minuti del secondo quarto in cui i padroni di casa hanno piazzato il break di 30-8 con cui la pratica Roma è stata agevolmente archiviata.
MAN OF THE MATCH Verrebbe spontaneo equiparare tutti i giocatori di coach Pozzecco, ma dovendo fare un nome…ne facciamo due: Dyshawn Pierre per la presenza costante a rimbalzo oltre che per l’ottimo 66% dall’arco, e Michele Vitali, protagonista con triple, assist e penetrazioni che hanno fatto a fette la difesa capitolina.
NUMBERS Impietoso il dato a rimbalzo (40-29) ma quel che colpisce maggiormente sono i 26 assist di Sassari, ispirati da una fame di trovare il tiro giusto che non è diminuita nemmeno dopo aver toccato il +30, ed il 143 a 65 di valutazione finale, fortemente condizionato dal nuovo record stagionale di triple (15/31) scritto dalla Dinamo. Capitan Dyson ha chiuso il suo ritorno a Sassari con un pessimo 1/9 da 3 punti.