Purtroppo per il club romano, non sarà l’aspetto squisitamente tecnico ad essere messo sotto la lente di ingrandimento nelle prossime ore. La Virtus rischia di perdere un’altra e ben più importante partita, quella che riguarda la drammatica situazione economica in cui versa da qualche tempo, acuita dall’emergenza COVID, che ha cancellato gli incassi al botteghino, e dall’assenza di un Title Sponsor in grado di garantire ossigeno alle casse.

Il patron Claudio Toti, non potendo più sostenere da solo i costi della società, lo scorso 17 maggio aveva annunciato di voler fare un passo indietro e da qualche mese è impegnato ad ascoltare le proposte pervenutegli al fine di imbastire una trattativa concreta che porti al sospirato passaggio di consegne; a tutt’oggi, però, nulla è stato ancora fatto, né con la cordata abruzzese né tantomeno con quella romana, più defilata sin dal principio. Circa un mese e mezzo fa, inoltre, un gruppo americano aveva manifestato interesse per rilevare circa l’80% del club in cambio di una somma vicina ai 2,3 milioni di dollari ma i tempi e le modalità ipotizzate dal socio a stelle e strisce non combaciavano con le aspettative dell’Ingegnere, bloccando così sul nascere la potenziale trattativa.

Le chiacchiere, si sa, le porta via il vento, e mai come adesso servono fatti concreti per calmare le acque tempestose; la prima mensilità tarda ad arrivare e gli americani della squadra non hanno gradito, al punto tale che su alcuni quotidiani in edicola oggi si legge addirittura di un Dario Hunt in cerca di una nuova squadra.

Il futuro? Piuttosto nero anche se domenica pomeriggio, contro Pesaro, saranno tutti al loro posto, sia coach Bucchi che i suoi giocatori, inclusi gli americani che, con quella gara, timbreranno le 5 presenze in campionato, un dettaglio importante visto che questo gli consentirebbe di accasarsi in un’altra squadra di Serie A senza farle spendere il visto.