Sono ormai più di trent’anni che il Fantacalcio è entrato nella vita degli appassionati di calcio ma non solo. Il fantasy game sulla pedata riesce ad attirare e a coinvolgere anche chi segue questo sport solo per giocare al Fantacalcio.

E il basket? Anche la palla a spicchi ha visto negli anni la diffusione di Fantabasket più o meno appassionanti, più o meno coinvolgenti. Un limite enorme e insopportabile che ha sempre caratterizzato i fantasy game dei canestri è sempre stato il criterio di gioco. Tutti i Fantabasket si sono sempre basati sulla somma dei punti dei singoli giocatori, rendendo pertanto la sfida poco attraente e soprattutto per nulla stimolante. Caccia ai top scorer e pax!

Per chi come me ha vissuto la palla a spicchi anche da giocatore delle giovanili e per un quinquennio da coach, oltre che da tifoso prima e giornalista poi, il metro di giudizio di una prestazione, sotto il punto di vista degli aridi numeri, è sempre stato legato alla valutazione. Ovvero quel valore che fa emergere l’incidenza statistica di un giocatore in maniera più nitida e soprattutto reale. La valutazione derivante dalla combinazione tra valori positivi (punti, rimbalzi, assist, recuperi, etc.) e valori negativi (falli commessi, tiri sbagliati, palle perse, etc.) ha sempre attirato la mia attenzione.… (a cura di Salvatore Cavallo) Continua a leggere su Basket Story #39 


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